Agenzia Entrate: "Rimettere mano allo spesometro"

Agenzia Entrate: "Rimettere mano allo spesometro"

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18 ottobre 2017

Rimettere mano al nuovo spesometro che già al primo banco di prova ha mostrato diverse criticità, non solo per le falle del sistema informatico. A lanciare un appello ai parlamentari per correggere il nuovo strumento è il direttore dell'Agenzia delle Entrate, Ernesto Maria Ruffini, che in commissione Finanze della Camera ha chiesto ai deputati di farsi portavoce di una serie di modifiche, nella direzione di uno spesometro 'light', efficace senza essere vessatorio nei confronti dei contribuenti. I Commercialisti apprezzano lo sforzo di Ruffini verso una maggior semplificazione ma - sottolinea il presidente del Consiglio nazionale, Massimo Miani - "dopo le vicende disastrose dell'ultimo mese" chiedono di tornare al "vecchio spesometro". Un fisco non 'invasivo' e in aiuto dei contribuenti è un concetto caro a Ruffini, che anche in questa occasione ha ribadito la direzione che deve intraprendere la macchina del fisco: basta con il "setacciamento" di tutti i contribuenti senza distinguo, i controlli vanno focalizzati sui "soggetti a rischio e sulle violazioni sostanziali". Errori materiali, formali o per l'ambiguità delle norme saranno sempre più intercettati prima che accadano, grazie alla nuova funzione del "fisco-consulente", e sempre meno "invasivo", che si sta attuando attraverso la riorganizzazione interna dell'Agenzia. Per via amministrativa, ha spiegato Ruffini, si possono intanto fare piccoli interventi di semplificazione anche dello
spesometro, ad esempio sui dati anagrafici necessari nelle comunicazioni dei dati delle fatture emesse e ricevute. Finora, nonostante le defaillance del sistema, sono arrivati comunque i dati di "oltre 1 miliardo e 400 milioni di fatture". Della mole di informazioni però, quelle "essenziali" sono pochissime: "Identificativo del contribuente, imponibile e numero della fattura. Non serve niente altro", ha chiarito il direttore delle Entrate chiedendo appunto ai deputati di promuovere alcune modifiche, che potrebbero trovare spazio già con la conversione del decreto fiscale collegato alla manovra, che sarà all'esame del Senato probabilmente già dalla prossima settimana.
Tra le indicazioni di Ruffini l'opportunità di rendere semestrale la scadenza per la comunicazione dei dati, ma anche quella di non applicare le sanzioni per l'errata trasmissione dei dati "per le comunicazioni effettuate per il primo semestre 2017, a condizione che i dati esatti siano trasmessi entro il 28 febbraio 2018". Andrebbero poi esonerate dall'obbligo alcune categorie, dagli agricoltori con volume di affari sotto i 7mila euro (tutti, non solo quelli delle comunità montane) alla P.a. quando emette fattura direttamente al consumatore finale. 

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