Il Consiglio provinciale ha deliberato alcune modifiche alla legge urbanistica, soprattutto in materia di commercio al dettaglio nelle zone produttive. Per l'Unione ommercio turismo servizi "regolamentare la materia in Alto Adige è ancora possibile".

"Alla luce delle norme europee e nazionali la nuova normativa provinciale in materia di commercio al dettaglio nelle zone produttive è lo strumento adatto a garantire anche in futuro qualità della vita, posti di lavoro e centri urbani vitali e attrattivi". Così l'Unione commercio turismo servizi Alto Adige commenta le modifiche alla legge urbanistica provinciale deliberate dal Consiglio provinciale soprattutto in materia di commercio al dettaglio nelle zone produttive. "Questa decisione del Consiglio provinciale è sicuramente un passo nella direzione giusta", affermano Walter Amort e Dado Duzzi, rispettivamente presidente e vicepresidente dell'Unione. "Un po` di amaro in bocca lascia la possibilità prevista dalla nuova norma di esercitare commercio al dettaglio in precise zone delle aree produttive. Tuttavia si è cercato di limitare il più possibile questa apertura nonostante le impostazioni di liberalizzazione europee e nazionali", spiegano Amort e Duzzi. La norma è stata riformulata dal Consiglio provinciale per evitare questioni di incostituzionalità. Sull'attuale legge provinciale pendeva infatti il ricorso dello Stato presso la Corte costituzionale. "Sulla base di questa necessità – precisano i vertici dell'Unione – si trattava di fissare linee guida chiare e comprensibili, sicurezza del diritto e un coerente quadro normativo che rappresentano le premesse necessarie allo sviluppo del commercio al dettaglio in Alto Adige. E ciò vale ancora di più per il commercio nelle zone produttive". "La questione – conclude Amort – è di rafforzare il commercio al dettaglio nei nostri centri urbani, paesi e quartieri". Per fare ciò il Consiglio provinciale ha realizzato un appiglio giuridico e creato una solida base per la futura politica commerciale in Alto Adige - con l'obiettivo di permettere uno sviluppo sostenibile del commercio al dettaglio senza oligopoli, attirando investimenti proporzionati e rafforzando le periferie nonché le molte e preziosissime aziende familiari.