Federauto: "mercato in ripresa ma serve una crescita più strutturale"

Federauto: "mercato in ripresa ma serve una crescita più strutturale"

A Verona l'Assemblea dell'Associazione che rappresenta i concessionari di auto, veicoli commerciali, veicoli industriali e autobus di tutti i brand commercializzati in Italia. Pavan Bernacchi: "Sebbene il mercato degli autoveicoli sembri fuori dal tunnel, il settore necessita di ancorarsi a una crescita solida e strutturale".

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19 maggio 2016

"L'aumento delle immatricolazioni di circa il 20% registrato nel primo trimestre di quest'anno, con aprile che 'flette' al +11%, ci fa ritenere che il 2016 potrebbe chiudere a un +10% rispetto all'anno scorso. Un 2015, è bene ricordarlo, che era cresciuto del +16% circa rispetto al 2014. L'anno in corso, quindi, potrebbe consuntivare circa 1.750.000 immatricolazioni di auto nuove. Un buon risultato che però è molto vicino a quanto realizzato nel lontano 1996". Così Filippo Pavan Bernacchi, da qualche mese riconfermato presidente di Federauto, l'Associazione che rappresenta i concessionari di auto, veicoli commerciali, veicoli industriali e autobu, di tutti i brand commercializzati in Italia, ha aperto a Verona  i lavori dell'Assemblea annuale della Federazione nell'ambito di Automotive Dealer Day. "Invitiamo sempre alla prudenza perché, sebbene il mercato degli autoveicoli sembri fuori dal tunnel, il settore necessita di ancorarsi a una crescita solida, strutturale, la stessa che attende il Paese", ha continuato Pavan Bernacchi. Sostenibilità del business dei concessionari, rinnovo del parco circolante, tra i più vecchi in Europa, attraverso misure fiscali come la detraibilità, e ridefinizione delle regole tra i costruttori e i dealer sono le priorità di azione diFederauto. Sul fronte delle proposte al Governo, Federauto sta portando avanti nei tavoli istituzionali iniziative di largo respiro finalizzate a creare nuove condizioni per l'attività delle imprese rappresentate e per un consolidamento della ripresa. Tra queste la revisione della fiscalità delle auto aziendali; la detraibilità delle spese di manutenzione e di riparazione degli autoveicoli; l'eliminazione del superbollo per le auto prestazionali e la modifica del bollo auto che premi o penalizzi in base a quanto si inquina. Un provvedimento, quest'ultimo, che potrebbe incentivare il rinnovo del parco circolante italiano che con quasi 11 milioni di auto comprese tra le classi Euro 0 e Euro 2 (30% sul totale circolante) è tra i più inquinanti d'Europa e costituto per il 50% da auto con più di 10 anni. "E che i concessionari italiani, decimati del 40% dal 2009 ad oggi, tornino a vedere la luce post crisi lo conferma anche il fatturato medio pro-capite che passa dai 17 milioni di euro del 2012 ai 25 milioni di oggi. Anche per questa crescita la marginalità del business dei concessionari nel 2015 è tornata ad aumentare e fa ben sperare per quest'anno. Dopo un biennio (2012-2013) in terreno negativo e un 2014 in sostanziale parità - ha concluso Pavan Bernacchi  - il reddito ante imposte dei concessionari ufficiali è stato nel 2015 dello 0,7% sul fatturato e, secondo Fausto Antinucci di Italia Bilanci, incassa una prospettiva di crescita che a fine anno potrebbe arrivare a +1%".

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