Banche venete, via libera da Bankitalia. Ma Intesa avverte: "Con problemi al decreto salta l'operazione"

Banche venete, via libera da Bankitalia. Ma Intesa avverte: "Con problemi al decreto salta l'operazione"

Via Nazionale nomina i commissari liquidatori. Tra loro anche l'ex ad di Popolare di Vicenza Fabrizio Viola. E Ca' de Sass mette in guardia: "Nel contratto una clausola che annulla l'accordo in caso di modifiche al provvedimento". Gentiloni: "Chi parla di regalo fa cattiva propaganda". Chiusura per 600 filiali, uscite volontarie per 3.900 lavoratori".

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26 giugno 2017

Si perfeziona l'operazione di "salvataggio" di Veneto Banca e Banca Popolare di Vicenza. Dopo l'approvazione e l'entrata in vigore del decreto approvato dal governo, Banca d'Italia questa ha confermato l'avvenuta cessione di una parte delle attività a Intesa Sanpaolo, così come previsto dal provvedimento del governo. Contestualmente ha provveduto alla nomina dei commissari liquidatori dei due istituti. Per entrambi le banche c'è l'ex amministratore delegato di Popolare Vicenza, Fabrizio Viola. Per Popolare Vincenza i commissari sono: Claudio Ferrario, Giustino Di Cecco e Fabrizio Viola. Per Veneto Banca sono: Alessandro Leproux, Giuliana Scognamiglio e Fabrizio Viola. Intanto però Intesa con un comunicato fa sapere che l'esito positivo dell'operazione è subordinato a un percorso di apprivazione senza ostacoli del decreto. Il contratto di cessione a Intesa San Paolo di alcune attività di Popolare Vicenza e Veneto Banca - spiega na nota di Ca' de Sass "include una clausola risolutiva, che prevede l'inefficacia del contratto e la retrocessione alle banche in liquidazione coatta amministrativa del perimetro oggetto di acquisizione, in particolare nel caso in cui il Decreto Legge non fosse convertito in legge, ovvero fosse convertito con modifiche e/o integrazioni tali da rendere più onerosa per Intesa Sanpaolo l'operazione, e non fosse pienamente in vigore entro i termini di legge". Sul tema è tornato anche il presidente del Consiglio Paolo Gentiloni.  L'intervento del governo sulle banche venete, ha spiegato, "è stato non solo legittimo ma doveroso" ed è rivolto "non certo ai responsabili del dissesto, ma ad altri: ai 2 milioni di clienti, alle pmi, all'economia del territorio".   "Ho sentito parlare di regalo ai banchieri - ha aggiunto -  chi fa questo discorso fa cattiva propaganda". Anche il presidente dell'istituto Gian Maria Gros-Pietro ha commentato l'operazione spiegando che non c'è nessun regalo a Intesa da parte dello Stato. "Chi dice queste cose - ha spiegato - non ha compreso il meccanismo. Intesa prende a suo carico una quantità di debiti e prende a proprio vantaggio la parte sana degli attivi che non sono assolutamente sufficienti a pareggiare la parte sana degli attivi, che prende a proprio carico. Questo - ha aggiunto - è il motivo per cui occorre un intervento dello Stato che non è a vantaggio di Intesa ma è solo a pareggio degli oneri e questo è dimostrato dal fatto che dg comp dice che non c'è distorsione della concorrenza". In questo modo - ha aggiunto - "l'effetto domino è stato scongiurato". Nella sua comunicazione Banca d'Italia ha ribadito quali attività Intesa San Paolo si è impegnata rilevare e quali lascerà alla cosiddetta "Bad bank" pubblica, sottolineando comunque che l'intervento "assicura la tutela di tutti i risparmiatori e dei creditori senior e che  sono previste inoltre misure di ristoro per titolari di strumenti finanziari subordinati retail". Dal perimetro della cessione, sono esclusi, prosegue la nota della Banca d'Italia, tra l'altro, i crediti deteriorati (sofferenze, inadempienze probabili ed esposizioni scadute) e ulteriori attività e passività delle Banche in liquidazione, come specificate nel contratto di cessione". "Sono altresì esclusi i diritti degli azionisti, gli strumenti di capitale (computabili e non nei fondi propri) e le passività subordinate". Il perimetro oggetto di acquisto - spiega Intesa nella sua nota -  include, oltre alle attività e passività selezionate di Banca Popolare di Vicenza e Veneto Banca, anche il contributo delle partecipazioni in Banca Apulia e Banca Nuova, in SEC Servizi , in Servizi Bancari e, subordinatamente all'ottenimento delle relative autorizzazioni, nelle banche con sede in Moldavia, Croazia e Albania, e riguarda in particolare: crediti in bonis diversi da quelli ad alto rischio per circa 26,1 miliardi di euro: attività finanziarie per circa 8,9 miliardi di euro; attività fiscali per circa 1,9 miliardi di euro; debiti verso clientela per circa 25,8 miliardi di euro;- obbligazioni senior per circa 11,8 miliardi di euro; raccolta indiretta per circa 23 miliardi di euro, di cui circa 10,4 miliardi di risparmio gestito; circa 900 sportelli in Italia e circa 60 all'estero, inclusa la rete di filiali in Romania; circa 9.960 persone in Italia e circa 880 all'estero. Il perimetro oggetto di acquisto, si legge ancora, comprende anche crediti in bonis ad alto rischio per circa 4 miliardi di euro, con diritto di Intesa Sanpaolo di retrocessione nel caso di rilevazione, nel periodo fino all'approvazione del bilancio al 31 dicembre 2020, dei presupposti per per classificarli come sofferenze o inadempienze probabili. "E' sbagliato dire che lo Stato ci perde. Forse ci guadagna, e se ci perde è in maniera ridotta e quindi capace di sopportarlo". ha commentato nel pomeriggio il dg della Banca d'Italia Fabio Panetta in merito all'operazione sulle banche venete. "I 4,8 miliardi di esborso di cassa torneranno indietro con la vendita degli attivi. Lo Stato non ci perde, anticipa una somma e aspetta il rientro". I 17 miliardi circolati "è una cifra che non esiste" e comprende garanzie che non saranno attivate.

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