Bruxelles avverte Roma: "piano con la flessibilità"

Bruxelles avverte Roma: "piano con la flessibilità"

In occasione dell'inaugurazione del semestre di presidenza olandese il presidente dell'Eurogruppo, Jeroen Dijsselbloem, ha ricordato all'Italia che il margine si può chiedere una volta sola. Il giudizio Ue è previsto in primavera.

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8 gennaio 2016
Il presidente dell'Eurogruppo, Jeroen Dijsselbloem, torna a frenare sulla richiesta italiana di poter sfruttare anche quest'anno la flessibilità sui conti prevista dalle nuove regole del Patto di stabilità. "La flessibilità é un margine, si può usare una volta sola. Non si può esagerare", ha detto il presidente in un incontro con i giornalisti europei ad Amsterdam, che inaugura il semestre di presidenza olandese. Dijsselbloem, che fino a giugno avrà il doppio cappello di presidente dell'Eurogruppo e di quello dell'Ecofin, aveva già mostrato una certa freddezza nei confronti della richiesta italiana presentata ad ottobre assieme alla legge di stabilità. "La flessibilità deve essere applicata in modo serio e non deve danneggiare la credibilità del Patto di stabilità", aveva avvertito a metà dicembre davanti all'Europarlamento. Facendosi portavoce di quell'ala, capitanata dalla Germania, che non vede di buon occhio le deviazioni ripetute dal percorso di aggiustamento dei conti pubblici. Del resto a dicembre, nell'ultimo vertice europeo del 2015, anche il presidente della Bce Mario Draghi aveva messo in guardia i leader dell' Eurozona dai rischi di stop del consolidamento dei bilanci, avendo registrato un aumento dei deficit strutturali che potrebbero riportare l'economia europea in una zona di pericolo. "L'Italia ha chiesto varie flessibilità, per le riforme strutturali, per gli investimenti, per i migranti. Dipende dalla Commissione Ue. L'unica cosa che posso dire é: non spingiamo", ha argomentato Dijsselbloem. L'Italia ha chiesto a ottobre un ulteriore 0,1% di clausola per le riforme (uno 0,3% le era stato già concesso la scorsa primavera), 0,3% di quella investimenti e 0,2% per le spese per i migranti. Le richieste sono state
incorporate alla legge di stabilità che è stata giudicata "a rischio di non conformità con i requisiti del Patto", dal momento che l'aggiustamento strutturale richiesto non viene
rispettato, proprio per rendere possibile gli interventi di riforma e di investimento pianificati. Bruxelles ha da una parte rassicurato l'Italia dichiarandola 'eleggibile' per tutte e tre
le clausole di flessibilità, dall'altra ha però deciso di effettuare un esame 'ex post' dei conti e di rinviare quindi il parere sulla concessione dei margini alla primavera, quando avrà potuto verificare l'effettiva portata sul bilancio degli interventi annunciati. La partita resta quindi ancora aperta.
 

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