Calenda: "Industria 4.0 diventa Impresa 4.0"

Calenda: "Industria 4.0 diventa Impresa 4.0"

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21 settembre 2017

"Oggi il piano si chiama Impresa 4.0 e non piu' Industria 4.0. Questo e' un lavoro di squadra: abbiamo cercato di essere piu' quantitativi possibile". A presentare la fase due del piano nazionale 'Impresa 4.0' e' il ministro dello Sviluppo Economico Carlo Calenda che, numeri alla mano, in un convegno alla Camera 'sfoglia' un power point con i risultati del 2017 cedendo di volta in volta la parola agli ministri che fanno parte dell'apposita cabina di regia: quelli dell'Economia Pier Carlo Padoan, dell'Istruzione Valeria Fedeli e del Lavoro Giuliano Poletti. "Questo e' il secondo capitolo che si va aprendo, dove saranno protagoniste competenze e lavoro - ha sottolineato Calenda - da gennaio a giugno abbiamo avuto un andamento di ordinativi che segna un +9%, dato in linea con gli obiettivi dei primi mesi dell'anno, e si e' avuto un abbattimento fortissimo delle scorte, che per molti anni erano state ferme. Gli strumenti stanno funzionando". Ma il piano non registra solo elementi e dati positivi, c'e' anche qualche negativita': "Non stiamo andando bene sul venture capital - osserva Calenda - non siamo in linea con gli obiettivi, una crescita troppo bassa". Inoltre, il Sud arranca ancora rispetto al Nord e "usa molto meno gli incentivi" e bisogna lavorare anche sulla conoscenza: "il piano Industria 4.0 era conosciuto poco, oggi non c'e' un imprenditore manifatturiero che non sa cosa sia, e questo grazie al lavoro di squadra fatto anche con il mondo delle imprese". I risultati sono comunque soddisfacenti per il ministro, che a piu' riprese afferma che il piano "e' sulla strada giusta". Cosi', nei primi 8 mesi del 2017 "l'importo dei crediti garantiti dal Fondo di Garanzia e' aumentato del 10,7%" e "con i contratti di sviluppo, da settembre 2011 a settembre 2017, sono state concesse complessivamente agevolazioni per circa 1,9 miliardi (di cui 1,7 al Sud) e sono stati creati o salvaguardati piu' di 53.000 posti di lavoro". Il ministro ha poi ricordato "l'aumento del numero delle aziende che spendono in Ricerca e Sviluppo" e l'incremento "del valore totale della spesa in R&S programmata dalle singole imprese", come emerge da un'indagine campionaria condotta su 68mila aziende. 

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