Indicatore Consumi Confcommercio: in leggero miglioramento

Indicatore Consumi Confcommercio: in leggero miglioramento

Nonostante la diminuzione del clima di fiducia

L'indicatore dei Consumi Confcommercio (ICC) registra, a luglio 2016, una crescita dello 0,2% rispetto a giugno e un calo dello 0,1% tendenziale (tabb. 1 e 2). Il dato congiunturale dell'ultimo mese rappresenta il primo debole segnale positivo dopo alcuni mesi di rallentamento della domanda (le dinamiche di aprile e maggio sono state riviste per la disponibilità di nuove informazioni che hanno reso non solo l'andamento congiunturale meno favorevole, ma hanno ridimensionato in misura significativa il dato tendenziale.

In termini di media mobile a tre mesi, dopo il modesto ripiegamento degli ultimi mesi l'indicatore sembra essere tornato in contenuto miglioramento (fig. 2), pur confermando i ritmi di crescita molto modesti che hanno caratterizzato il primo semestre dell'anno risentendo delle incertezze che caratterizzano il quadro congiunturale.

I consumi sembrano riflettere la perdita di fiducia da parte delle famiglie. Nel mese di agosto il sentiment, dopo la crescita di luglio, è tornato a scendere collocandosi ai minimi degli ultimi dodici mesi.

Analogo atteggiamento di sfiducia è manifestato dagli imprenditori, il cui sentiment arretrato sui valori di febbraio 2015. In tutti gli operatori economici prevale un giudizio negativo, ma il pessimismo è più marcato tra gli imprenditori dei servizi di mercato e del commercio al dettaglio.

Le stime di produzione industriale elaborate da Confindustria segnalano a luglio, dopo un bimestre di contrazione dell'attività, un incremento dello 0,2% su base mensile. Tenuto conto che gli ordini a luglio sono stimati in calo dello 0,5% congiunturale, è presumibile che anche la fine dell'estate e l'inizio dell'autunno mostrino un andamento debole.

In linea con una dinamica produttiva sostanzialmente stagnante, l'occupazione ha registrato, a luglio, dopo un quadrimestre di crescita, una riduzione su base mensile (-63mila occupati). A questo andamento si è associata una diminuzione del numero di persone in cerca d'occupazione (-39mila rispetto al mese precedente), portando a una contenuta diminuzione del tasso di disoccupazione, sceso all'11,4%. Nel complesso dei primi sette mesi del 2016 l'andamento risulta, comunque, positivo: il numero di persone impiegate nel processo produttivo ha, infatti, registrato un aumento di 306mila unità. Nello stesso periodo i disoccupati, sono diminuiti di 142mila unità. A conferma di un'evoluzione del mercato del lavoro, che nonostante alcune battute d'arresto, rimane uno degli elementi più favorevoli nel contesto congiunturale, si evidenzia come le ore di CIG autorizzate siano diminuite anche a luglio (-15% su base annua), con un calo del 7,6% nel complesso dei primi sette mesi dell'anno. Va anche sottolineato come ad un ridimensionamento delle ore richieste abbia corrisposto, nei primi cinque mesi dell'anno, una riduzione ancora più significativa delle ore effettivamente utilizzate.

LE DINAMICHE CONGIUNTURALI

A luglio l'ICC ha registrato, rispetto a giugno, una crescita dello 0,2% (tab. 1), miglior risultato dallo scorso marzo, dato che deriva da un significativo aumento dello 0,6% della componente relativa ai servizi e da una crescita dello 0,1% della domanda di beni.

Relativamente alle singole macro-funzioni di spesa, le variazioni positive più significative hanno interessato la spesa per gli alimentari, le bevande e i tabacchi (+0,7%), la spesa per i beni e i servizi per la casa (+0,6%) e la domanda per gli alberghi, i pasti e le consumazioni fuori casa (+0,6%).

Più contenuto è stato l'aumento della domanda per i beni e servizi ricreativi (+0,2%) e per i beni e servizi per la comunicazione (+0,2%), che segnalano un rallentamento dopo i risultati positivi del mese precedente.

I beni e i servizi per la cura della persona hanno mostrato una variazione nulla dopo i modesti incrementi degli ultimi due mesi, mentre è proseguita la riduzione della spesa per i beni e servizi per la mobilità (-1,2%), in conseguenza del fisiologico rallentamento registrato dalla domanda di auto e moto da parte dei privati. In riduzione è risultata anche la spesa per l'abbigliamento e le calzature (-0,1).

LE DINAMICHE TENDENZIALI

La dinamica tendenziale dell'ICC a luglio ha mostrato un calo dello 0,1%, interrompendo una fase positiva che durava da novembre del 2014, ma che aveva mostrato un indebolimento già nei mesi precedenti. Questo risultato sintetizza l'andamento positivo della domanda di servizi (+1,1%) a fronte di una riduzione della domanda di beni (-0,6%) (tab. 2).

Variazioni positive, su base annua, di particolare rilievo si sono riscontrate per la domanda di alberghi i pasti e le consumazioni fuori casa (+0,7%), in ripresa dopo un trimestre non favorevole, di beni e servizi ricreativi (+0,6%) e per gli alimentari, le bevande e i tabacchi (+0,5%). In aumento è risultata anche la spesa per i beni e i servizi per la cura della persona (+0,6%), che segnala comunque un trend di crescita più contenuto rispetto ai mesi precedenti.

Di misura più modesta è stato l'aumento della spesa per l'abbigliamento e le calzature (+0,1%), che registra un andamento più debole rispetto al dato di giugno.

Riduzioni dei consumi, su base annua, hanno interessato sia la domanda per i beni e i servizi per la casa (-1,6%), su cui ha inciso l'andamento dei consumi di energia elettrica che a luglio del 2015 avevano registrato un incremento molto elevato, sia la domanda di beni e di servizi per la mobilità (-0,8%) che nei mesi precedenti avevano registrato una tendenza al recupero molto accentuata.

Più contenuto è risultato il calo della spesa per i beni e i servizi per le comunicazioni (-0,5%).

LE TENDENZE A BREVE TERMINE DEI PREZZI AL CONSUMO

Sulla base delle dinamiche registrate dalle diverse variabili che concorrono alla formazione dei prezzi al consumo, per il mese di settembre 2016 si stima, rispetto ad agosto, una diminuzione dello 0,2%. Nel confronto con settembre del 2015 la variazione del NIC dovrebbe attestarsi al +0,1%, la prima variazione positiva dopo sette mesi di deflazione (tab. 3).

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