Indicatore Consumi Confcommercio: + 1,6% nel 2015

Indicatore Consumi Confcommercio: + 1,6% nel 2015

L'indicatore dei Consumi Confcommercio (ICC) registra a dicembre 2015 un'invarianza rispetto al mese precedente ed una crescita dell'1,7% tendenziale (tab. 1 e 2). Nel complesso del 2015 l'ICC evidenzia una crescita dell'1,6%, la prima dal 2007.

Il dato rilevato nell'ultimo mese ha permesso una stabilizzazione della media mobile a tre mesi (fig. 2). Questi dati si inseriscono in un contesto generale caratterizzato da una ripresa che, seppure avviata da quasi un anno, presenta ancora elementi di fragilità.

A gennaio il clima di fiducia delle famiglie, dopo l'arretramento di dicembre, è nuovamente salito ai massimi storici. Questo elemento stenta, comunque, a tradursi in una concreta ripresa della domanda. Va detto che la crisi degli ultimi anni si è tradotta non solo in un calo dei consumi, ma anche in una erosione del risparmio cautelativo e in una sensibile riduzione della tradizionale forma di investimento delle famiglie (acquisto di abitazioni). In questo momento, alla luce di quanto emerge da altri indicatori, è presumibile che le famiglie stiano cercando forme di riequilibrio tra consumi, risparmio e investimenti e che solo nei prossimi mesi i consumi potranno tornare a crescere a ritmi più sostenuti.

Diversa la situazione sul versante delle imprese che nel mese di gennaio hanno manifestato una prevalenza di giudizi tendenti al pessimismo, seppure in misura articolata. Il sentiment ha subito un peggioramento più marcato tra gli operatori del servizi di mercato e del commercio al dettaglio, mentre per gli imprenditori delle costruzioni e dell'industria manifatturiera l'arretramento è stato modesto.

L'andamento non particolarmente brillante del sentiment del manifatturiero si inserisce in un contesto in cui la produzione industriale, pur proseguendo nel sentiero di recupero dell'attività, evidenzia una crescita non particolarmente brillante. Secondo le stime provvisorie di Confindustria a gennaio si è registrato un aumento della produzione industriale dello 0,6% rispetto al mese precedente (+0,2 dicembre). Tale evoluzione segnala, anche alla luce di quanto registrato sul versante degli ordinativi (+0,5 congiunturale a gennaio, +0,8 dicembre), un possibile inizio del 2016 lievemente più favorevole rispetto alla chiusura del 2015.

A dicembre l'occupazione ha registrato una contenuta riduzione su base mensile (-21mila unità) ed un incremento nei confronti dell'analogo mese del 2014 (+109mila unità). Nel complesso del 2015 gli occupati sono aumentati di 176mila unità. Nello stesso mese si è rilevato, dopo cinque mesi, un incremento delle persone in cerca di lavoro (+18mila unità in termini congiunturali). Anche in questo caso sia il confronto su base annua sia il dato complessivo per l'intero 2015 segnalano un miglioramento. Le dinamiche registrate a dicembre hanno comportato una stabilizzazione del tasso di disoccupazione all'11,4%. Nella media del 2015 il rapporto tra le persone in cerca di occupazione e le forze di lavoro è sceso all'11,9%, il valore più basso dell'ultimo triennio.

Anche a dicembre è proseguita la tendenza al ridimensionamento delle ore di CIG richieste (-52,3% su base annua) fenomeno su cui potrebbe aver influito, come nel mese precedente, il blocco autorizzativo sostanzialmente disposto dall'INPS e finalizzato all'allineamento delle procedure alle disposizioni normative introdotte dal d.lgs. N. 148/2015. Nel complesso le 2015 le ore richieste sono diminuite del 35,6% attestandosi al livello più basso dal 2008.

Fonte: elaborazioni Ufficio Studi Confcommercio

Fonte: elaborazioni Ufficio Studi Confcommercio

LE DINAMICHE CONGIUNTURALI

La stabilità registrata dall'ICC a dicembre, rispetto a novembre, è il risultato di una modesta ripresa della spesa relativa ai servizi (+0,1%) dopo il rallentamento negli ultimi due mesi, e di un calo della domanda di beni (-0,1%), che a novembre aveva segnalato un dato positivo.

In questo contesto gli unici incrementi, peraltro di modesta entità, hanno riguardato gli alberghi, i pasti e consumazioni fuori casa (+0,2%), i beni e servizi ricreativi (+0,1%) e l'abbigliamento e le calzature (+0,1%).

Nel mese di dicembre la tendenza al ridimensionamento ha riguardato soprattutto la spesa per i beni e servizi per la mobilità (-0,4%), dopo l'incremento significativo di novembre, condizionata dal rallentamento delle vendite delle auto e delle moto, In riduzione sono risultati anche i consumi dei beni e servizi per le comunicazioni (-0,2%), che da maggio non segnalano variazioni positive, e dei beni e i servizi per la casa (-0,1%) per i quali ha pesato un minor utilizzo di energia elettrica.

A dicembre sono risultate stabili sia la spesa per gli alimentari, le bevande ed i tabacchi, dopo il risultato positivo di novembre, sia la spesa per beni e servizi per la cura della persona che già dal mese precedente ha evidenziato segnali di rallentamento.

Fonte: elaborazioni Ufficio Studi Confcommercio

LE DINAMICHE TENDENZIALI

La crescita tendenziale dell'ICC di dicembre 2015 (+1,7%), in attenuazione rispetto al mese precedente, riflette l'andamento positivo sia della domanda relativa ai servizi (+1,5%), sia di quella per i beni (+1,8%).

In questo mese caratterizzato da risultati positivi, su base annua, per tutte le macro funzioni di spesa, si è riscontrata una variazione positiva di particolare rilievo solo per la domanda di beni e servizi per la mobilità (+8,1%), confermando il buon andamento già registrato nei mesi precedenti.

Aumenti in misura più contenuta, ed in linea con i risultati del mese precedente, hanno riguardato la spesa per gli alberghi e pasti e i consumi fuori casa (+1,7%), l'abbigliamento e le calzature (+1,4%), i beni e servizi ricreativi (+1,0%) e i beni e servizi per le comunicazioni (+1,0%).

Un moderato aumento ha evidenziato anche la domanda per i beni e i servizi per la cura della persona (+0,8%), per i beni e servizi per la casa (+0,4%) e per gli alimentari bevande e tabacchi (+0,1%).

Fonte: elaborazioni Ufficio Studi Confcommercio

LE TENDENZE A BREVE TERMINE DEI PREZZI AL CONSUMO

Sulla base delle dinamiche registrate dalle diverse variabili che concorrono alla formazione dei prezzi al consumo, per il mese di febbraio 2016 si stima, rispetto a gennaio, una variazione nulla dato che riflette in larga parte la tendenza alla flessione dei prezzi degli energetici. Nel confronto con febbraio del 2015 la variazione del NIC dovrebbe attestarsi al -0,1%.

(*)  Il dato ISTAT di dicembre è provvisorio. Tra parentesi le previsioni del mese precedente.
(**) Previsioni.

Fonte: Istat e previsioni Ufficio Studi Confcommercio

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