Confcommercio Firenze: "Le imprese da sole non possono fermare il degrado cittadino"

Confcommercio Firenze: "Le imprese da sole non possono fermare il degrado cittadino"

Il direttore dell'Associazione Franco Marinoni: "Contrastare il degrado è un obiettivo primario anche per noi, ma non possono essere le imprese da sole a farlo e di certo non bastano regole come la diminuzione di un'ora del permesso di somministrare alcolici in discoteca".

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26 aprile 2017

"Contrastare il degrado è un obiettivo primario anche per noi, ma non possono essere le imprese da sole a farlo e di certo non bastano regole come la diminuzione di un'ora del permesso di somministrare alcolici in discoteca. Ecco perché chiediamo all'Amministrazione Comunale di Firenze alcuni emendamenti al regolamento Unesco che è in procinto di approvare". Lo afferma il direttore della Confcommercio fiorentina, Franco Marinoni, che nei giorni scorsi ha inviato all'attenzione dell'assessore Cecilia Del Re e del presidente della Seconda Commissione Consiliare dello Sviluppo Economico del Comune di Firenze la richiesta di apportare alcune modifiche al testo definitivo. "Anticipare di un'ora il divieto di somministrazione degli alcolici in discoteca (dalle 2 alle 6 del mattino anziché dalle 3 come previsto invece dalla legislazione nazionale), non serve a combattere l'abuso di alcol - spiega Marinoni - La gente non va a letto per decreto, così ci si limita a spostare il fenomeno altrove, spingendo i giovani a frequentare ambienti alternativi dove i controlli non si applicano, nei quali abusivismo e illegalità la fanno da padroni". "Bisogna rendersi conto che i locali pubblici seri, che si impegnano a rispettare la legge, sono i luoghi più sicuri, più controllati e controllabili, nei quali circoscrivere il divertimento e la vita notturna affinché non degenerino in situazioni socialmente pericolose. E i professionisti di questo tipo di impresa sono i migliori collaboratori della legalità", aggiunge Marinoni."Piuttosto", propone il direttore della Confcommercio, "Potrebbe essere utile reintrodurre una qualche forma di autorizzazione per la vendita e la somministrazione di bevande alcoliche, come quella in uso tempo fa, per monitorare meglio la situazione e intervenire, se del caso, con adeguati provvedimenti sanzionatori mirati. È un'ipotesi caldeggiata anche dal Ministero della Salute, che riprende una proposta della Regione Europea dell'Organizzazione Mondiale della Sanità". Confcommercio tiene poi a sottolineare che non è la movida notturna a costituire tout court un fattore di degrado del centro storico: "gli imprenditori seri di pubblici esercizi e locali da ballo sanno che ci sono regole precise da rispettare e sono impegnati a collaborare per favorire il rispetto del decoro e il diritto dei residenti al riposo". "Non solo: sono impegnati a garantire ai loro clienti un divertimento sicuro e sostengono costi importanti per investimenti tecnologici e di personale, per svolgere la propria attività anche secondo canoni di convivenza civile - aggiunge Marinoni - Di certo, però, non possono farsi carico di eventuali comportamenti molesti di alcune persone sulla pubblica via, un fenomeno la cui repressione passa da quel controllo del territorio che compete solo alle forze dell'ordine. Oltre alla norma sulla fascia oraria di divieto di somministrazione degli alcolici,Confcommercio chiede al Comune di rivedere quella relativa alla limitazione oraria dell'uso dei dehor, per la quale ritiene dovrebbero essere fatte salve le deroghe eventualmente già concesse, per non compromettere troppo nell'immediato le strategie aziendali mese in opera dalle imprese. L'associazione di categoria chiede infine che sia consentito alle imprese già esistenti nell'ambito dell'area Unesco di poter ampliarela superficie di vendita/somministrazione, ponendo, se del caso, un limite percentuale alla superficie aumentabile. "Porre dei veti di crescita a chi già rispetta le regole ci pare una grave limitazione della libertà d'impresa. Se un'attività va bene e vuole ingrandirsi, ampliando i locali e magari assumendo più personale, perché impedirglielo?", dice Franco Marinoni

 

 

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