Nel centro storico di Padova giù le serrande per protesta

Nel centro storico di Padova giù le serrande per protesta

Il 23 marzo scorso i titolari dei 52 negozi di "Sotto il Salone" hanno chiuso i cancelli e, per la prima volta dopo 700 anni di storia, hanno sospeso per un'ora le attività del primo "centro commerciale naturale" del mondo. La protesta è contro "l'assenza di una visione prospettica per il comparto".

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23 marzo 2017

Alle 9 in punto i titolari dei 52 negozi di "Sotto il Salone", a Padova, hanno chiuso i cancelli e, per la prima volta dopo 700 anni di storia, hanno sospeso per un'ora le attività di quello che è il primo "centro commerciale naturale" del mondo, avviando così una manifestazione di protesta in rappresentanza di tutto il commercio padovano che lamenta "l'assenza di una visione prospettica per il comparto". ''Così non si può andare avanti", hanno ribadito a più riprese i partecipanti ad una manifestazione che ha visto dapprima gli interventi di Patrizio Bertin, presidente dell'Ascom Confcommercio, di Paolo Martin, presidente del Consorzio ''Il Salone'' e di Andrea Zanella, di Borgo Altinate - Ascom, ma poi è vissuta sulle
dichiarazioni dei commercianti non solo di ''Sotto il Salone'' o del centro cittadino, ma anche dei quartieri di Padova e persino della provincia intervenuti per sottolineare come i problemi del commercio non risparmino nessuno. Caratterizzata dall'hashtag #chiusipernonchiudere, l'iniziativa ha visto tutti gli operatori del ''Salone'' abbandonare i banconi per convergere verso uno degli ingressi dove, mentre venivano intonati cori di protesta, veniva affissa la sagoma di un lucchetto gigante e i partecipanti si appuntavano sul petto gli adesivi che richiamando l'hashtag, ribadivano un'unità d'intenti sottolineata anche da concetti come "Giù le mani dalle piccole aziende", "Rivitaliazziamo le città ed i centri storici". E poi il grido unanime: "Basta mercatini". Un'ora di chiusura - ha detto il presidente dell'Ascom, Patrizio Bertin - è una scelta simbolica che non ha danneggiato i consumatori ma ha fatto riflettere un'intera comunità che dal commercio e, più in generale, dal terziario, ricava buona parte del proprio reddito. E questo nonostante si sia in presenza di una crisi che dura da almeno 15-20 anni che richiede risposte precise ed immediate che chi si candida a governare la città, così come chi si candida a governare gli altri comuni della provincia, deve poter prevedere nei propri programmi. Il 'Salone', in questo senso, è la rappresentazione di un territorio che ha fatto del commercio il proprio tratto distintivo e che non intende regredire al punto da mettere in discussione un passato glorioso che proprio sotto le volte del Palazzo della Ragione ha mosso i primi passi''. Alle 10 in punto, scandita da un countdown chiuso con un lungo applauso, c'è stata la riapertura. ''Un'ora - ha detto qualcuno dei partecipanti - che consegniamo alla storia di questa stupenda città che merita ben altro che non il fiato corto di una carente programmazione!''

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