Confcommercio Pescara: "E' allarme sociale per la chiusura delle imprese"

Confcommercio Pescara: "E' allarme sociale per la chiusura delle imprese"

Il presidente Ardizzi: "Le aziende continuano a chiudere e il comune di pescara continua ad alzare la pressione fiscale: un circolo vizioso che rischia di far morire definitivamente l'economia cittadina"

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2 settembre 2014

 

"Forse qualcuno al Comune di Pescara non se ne è accorto ma siamo nel pieno dell'allarme sociale. Tante attività economiche hanno già chiuso, altre annunciano sulle proprie vetrine imminenti cessazioni o propongono improbabili vendite o gestioni". Così il preisdente della Confcommercio abruzzese lancia un vero e proprio grido di allrme sulla situazione economica cittadina. "Uno scenario recessivo mai visto - ha detto Ardizzi - che comporterà un'ulteriore perdita di posti di lavoro e quindi di potere d'acquisto che si rifletterà in minori consumi: in poche parole un circolo vizioso che sta impoverendo Pescara e che richia di far morire definitivamente l'economia cittadina basata fondamentalmente sul commercio. In questo contesto drammatico che si palesa con chiarezza a chiunque passeggi per le vie dello storico commercio cittadino, il Comune di Pescara continua ad alzare la pressione fiscale nella convinzione di ripianare il proprio bilancio in questo modo". Secondo Ardizzi, "predisporre un bilancio di previsione in cui i maggiori introiti dovrebbero derivare dalla maggiore pressione fiscale su imprese al limite della sopravvivenza significa avere poche basi di economia in quanto la diminuzione certa del numero di aziende attive comporterà minori entrate alle casse comunali pur in presenza di un aumento di imposte e tasse. Lo stesso dicasi per i cittadini che a breve saranno colpiti dalla Tari, dall'inasprimento dell'addizionale comunale  Irpef e dalla Tasi, deliberata ad aliquota quasi al massimo, che comporteranno un uleriore salasso di liquidità per le famiglie che si riflettarà in ulteriori tagli dei consumi". "Non ci si può stupire se poi tante imprese e tanti cittadini - ha osservato ancora il presidente di Confcommercio Pescara - risultano morosi di fronte alla fiscalità locale: la verità è che non hanno soldi per pagare e tanti sono costretti a chiedere prestiti non più per nuovi investimenti o per l'acquisto dell'auto o della casa ma per riuscire  a pagare le tasse. Siamo nel pieno dell'allarme sociale, la corda si è già rotta e nei mesi di settembre ed ottobre saranno tante le attività che saranno costrette a chiudere i battenti". "Ecco perchè chiediamo all'Amministrazione Comunale - ha concluso Ardizzi - una profonda e seria riflessione su questo drammatico scenario prima di prendere definitivamente decisioni che potrebbero portare al collasso la nostra collettività"

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