Credito, nuovo accordo ad Udine

Credito, nuovo accordo ad Udine

Da Confcommercio provinciale ed Unicredit supporto alle aziende associate nelle necessità di breve periodo, legate all'acquisto di materie prime e scorte, a interventi di sostegno del ciclo produttivo e alla partecipazione a fiere. "Le regole sui saldi non si toccano".

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14 marzo 2016

Rendere una misura nata e utilizzata per fronteggiare le criticità sul fronte del circolante, con l'allungamento dei tempi di incasso dei crediti, più flessibile, trasformandola in uno strumento per cogliere nuove opportunità. Con questa finalità Confcommercio di Udine e Unicredit hanno siglato un nuovo accordo per supportare le aziende associate nelle necessità di breve periodo, legate all'acquisto di materie prime e scorte, a interventi di sostegno del ciclo produttivo e alla partecipazione a fiere. La convenzione si colloca nella più ampia azione di collaborazione tra l'Associazione e l'istituto di credito che, negli ultimi 18 mesi, ha portato all'erogazione di oltre 3,7 milioni di euro di credito a condizioni agevolate a favore degli associati. L'accordo, con validità fino al 31 luglio 2016, permetterà alle aziende interessate di accedere a finanziamenti chirografari a tassi agevolati, con il limite di 100mila euro per singola richiesta. "Il commercio – dichiara Rita Cremasco, responsabile Area Udine di Unicredit – è il settore in cui la contrazione dei consumi ha impattato più duramente. Nonostante ciò, le realtà del settore e chi le rappresenta qui a Udine hanno risposto alla difficile congiuntura in maniera dinamica, mettendo in campo nuove strategie. Lo strumento che mettiamo oggi disposizione vuole rappresentare un'ulteriore carta a loro disposizione per avviare nuovi percorsi di crescita". "Nel prolungare la collaborazione con Unicredit – aggiunge il presidente provinciale di Confcommercio, Giovanni Da Pozzo – abbiamo considerato principalmente l'obiettivo di continuare a dare risposte concrete alle esigenze delle imprese, pensando non solo all'attuale fase di lenta ripresa, ma soprattutto al dopo, quando anche le Pmi ricominceranno a investire per lo sviluppo".

 

Confcommercio Udine: "le regole sui saldi non si toccano"

"Giù le mani dai saldi". Confcommercio Udine respinge nettamente l'intromissione della politica sulle vendite scontate. Giovanni Da Pozzo, presidente provinciale, e Mario Ulian, responsabile del gruppo Moda, manifestano la netta contrarietà del commercio rispetto ai contenuti dell'ordine del giorno presentato in Consiglio regionale in occasione dell'approvazione della nuova legge di settore e fatto suo dalla giunta regionale. "Pensare che la cancellazione delle regole, e quindi la liberalizzazione delle vendite di fine stagione, permetta un rilancio dei consumi è mera utopia, non capiamo davvero quale la sia motivazione di questa boutade", dichiara Da Pozzo in merito all'odg proposto dal consigliere regionale Ciriani. I saldi, prosegue il presidente provinciale di Confcommercio, "hanno logica e utilità nel momento in cui partono nella stessa giornata su tutto il territorio nazionale, e non a caso questa è la posizione dell'associazione. Dispiace che la politica si continui a mostrare incoerente in tema di commercio. Da un lato cita normative europee a sostegno di alcune sue tesi, dall'altro dimentica che le regole sui saldi esistono in tutta Europa. Da un lato, giustamente, si impegna per ridurre le aperture festive, dall'altro mostra ora la tentazione della deregulation sulle vendite di fine stagione, trascurando il fatto che il mercato dell'abbigliamento già è una giungla dove il più forte prevale sempre sulla piccola impresa. Il rischio è di aggravare le difficoltà di un comparto già in crisi da anni". I saldi, rimarca da parte sua Ulian, "rimangono occasioni importanti per i consumatori a caccia dell'affare. E per gli operatori commerciali sono fondamentali più per dare continuità a quei piccoli, quasi impercettibili, segnali di ripresa, che per le loro casse. Sarebbe un errore imperdonabile togliere agli imprenditori questa opportunità. I saldi vanno organizzati e gestiti dalla categoria, non dalla politica, la cui intromissione su un tema che riguarda la strategia commerciale, regolato nelle altre regioni e in tutta la comunità europea, è inaccettabile. Quella del Consiglio regionale, appena intervenuto a fissare regole sul nostro settore, è una clamorosa manifestazione di incoerenza".

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