Dal 2017 fisco più leggero per le imprese

Dal 2017 fisco più leggero per le imprese

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30 settembre 2015

 

Per anni le imprese italiane hanno affrontato i mercati globali pagando, in proporzione, più tasse delle loro concorrenti estere. Nel 2007 la Germania ha tagliato la pressione fiscale sui produttori di nove punti, sotto i livelli italiani, compensando con tasse più alte sui consumi. Dal 2016 la Spagna oserà anche di più: farà scattare il secondo stadio di una sforbiciata al fisco sulle imprese, già sceso dal 30% al 28% del reddito quest'anno e destinato a cadere al 25% da gennaio. La Legge di stabilità parte da queste premesse con un intento più impegnativo persino del taglio delle tasse sulla casa: reagire alla concorrenza internazionale, ormai così pressante che la ripresa dei consumi di questi mesi ha provocato un'impennata dell'import, perché gli italiani trovano più vantaggiosi i prodotti esteri. L'idea di fondo della Legge di Stabilità è alleggerire di otto miliardi di euro il carico sull'intero settore produttivo del Paese. Ma soprattutto, di deciderlo subito per legge anche se le nuove aliquote scatteranno solo il primo gennaio 2m7. I tecnici di Palazzo Chigi puntano fin da ora a dare alle imprese la certezza della detassazione prevista fra poco più di un anno: la speranza è che ciò stimoli nuovi piani d'investimento da concretizzare poi nel 2017. La timida ripresa italiana ne ha bisogno. Per ora si è nutrita quasi solo di consumi delle famiglie, sospinti dal calo dei tassi d'interesse e del prezzo del petrolio, oltre che in parte dal bonus degli 8o euro. Ma per poter camminare più lontano avrà bisogno anche di investimenti produttivi. A meno di improbabili cambi di rotta nei prossimi giorni, il progetto è dunque già definito. L'obiettivo è portare la pressione fiscale sulle imprese dall'attuale 31,4% dei redditi al 2496. Un punto sotto la Spagna dei 2016, cinque punti e mezzo sotto la Germania, nove punti sotto la Francia. Secondo le stime di Kpmg, una società di consulenza, l'ultima volta che l'Italia aveva ridotto la pressione fiscale sulle imprese (dal 37,2% al 31,4%) a Palazzo Chigi sedeva ancora Romano Prodi e il ministro dell'Economia era Tommaso Padoa Schioppa: correva l'anno 2007. Adesso l'operazione viene preparata negli uffici della presidenza del Consiglio e ormai siamo agli ultimi dettagli. Il taglio delle aliquote dovrebbe riguardare sia l'Ires, l'imposta sul reddito delle società, che la componente «profitti» dell'imposta regionale sulle attività produttive. In alternativa, se l'Irap non sarà ritoccata dopo la prima limatura dell'anno scorso, la sforbiciata all'Ires sarà più profonda in modo da centrare comunque l'obiettivo. Rispetto alla detassazione decisa da Angela Merkel in Germania nel 2007, c'è una differenza: stavolta non saliranno altre tasse per compensare l'ammanco di gettito, né è chiaro che ci sarà un taglio di spesa equivalente. Sembra già superato l'obiettivo di un deficit all'1,1% del Pil nel 2017, stampato nero su bianco nella nota di aggiornamento al Documento di economia e finanza dieci giorni fa. Dopo gli sgravi sulle imprese, è probabile, infatti, che fra due anni il disavanzo sarà piuttosto poco sotto al 2% del Pil.

tratto dal Corriere della Sera di Federico Fubini 

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