Dal Governo ok al "jobs act per gli autonomi"

Dal Governo ok al "jobs act per gli autonomi"

Approvato dal Consiglio dei Ministri il nuovo statuto dei lavori autonomi, destinato ai liberi professionisti che non dispongono di alcuna cassa previdenziale e che sono iscritti alla gestione separata Inps. Poletti: "Con le nuove misure si contrastano clausole e condotte abusive".

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29 gennaio 2016

Più tutele per i lavoratori autonomi, che avranno il loro 'jobs act'. E sostegno alle famiglie più in difficoltà con il piano nazionale contro la povertà. Il governo va avanti "con il potenziamento del sistema di welfare" che è tra i capisaldi del programma, come ha sottolineato il sottosegretario alla presidenza del Consiglio, Claudio De Vincenti, e vara un disegno di legge e uno di delega che interesseranno da un lato il 'popolo delle partite Iva', con un occhio di riguardo ai più giovani, dall'altro 280mila famiglie con 550mila bimbi, che vivono sotto la soglia di povertà, in tutto circa un milione e 250mila persone. Per sostenere il primo "strumento nazionale" di contrasto alla povertà, ha ricordato il ministro Giuliano Poletti, si sfrutteranno intanto le risorse già messe a bilancio con la legge di Stabilità (600 milioni per il 2016 che diventeranno 1 miliardo nel 2017). L'intervento è "basato sul principio dell'inclusione attiva, con un progetto personalizzato" e prevede "due binari: un sostegno al reddito e una presa in carico per far sì che la famiglia in condizione di povertà possa uscire da quella condizione". Dunque non se ne usufruirà "in maniera stabile e permanente". La platea interessata sarà comunque al momento solo una parte di quegli oltre 4 milioni di poveri registrati dall'Istat e sarà meglio definita con i decreti delegati. Un primo intervento dalla portata limitata, visto che, considerando la platea si tratterà di distribuire meno di 60 euro al mese a testa - ma un primo passo per garantire "un diritto", ha sottolineato Poletti. Con la delega si delineerà anche la revisione di assistenza e previdenza, senza toccare però, ha assicurato il ministro, le prestazioni per i disabili. Sul fronte del lavoro arriva invece il nuovo statuto dei lavori autonomi, che riguarderà, secondo la Cgia di Mestre,  il 6% delle partite Iva (circa 200mila persone) e cioè i liberi professionisti che non dispongono di alcuna cassa previdenziale e sono iscritti alla gestione separata Inps. Con il ddl "vogliamo aumentare le tutele per questo lavoro nelle transazioni commerciali e fare in modo che gli autonomi non vengano colpiti da contratti capestro cui non si possono sottrarre" ha sottolineato sempre il ministro del Lavoro, spiegando che con le nuove misure si contrastano "clausole e condotte abusive". E verranno estese anche agli autonomi tutele essenziali a partire da gravidanza, maternità e malattia, mentre si rendono interamente deducibili le spese per la formazione. Ed è possibile che in sede di esame parlamentare possano arrivare anche altri interventi in materia fiscale. Sarà delineata poi la cornice dello 'smart working', il lavoro agile svolto in parte in ufficio in parte lontano dall' azienda. Non si tratterà però "di una nuova forma contrattuale, ma di una nuova modalità flessibile di rapporto di lavoro subordinato".  

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