"Decolla" il patto tra Confcommercio e Anci

"Decolla" il patto tra Confcommercio e Anci

Si tenuta a Roma la "Giornata nazionale per l'avvio della sperimentazione su rigenerazione urbana e nuove prassi urbanistiche". Gozi: "progetto importante, città luogo da cui ripartire per la crescita". Zanetti: "agevolazioni fiscali contro la desertificazione".

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6 aprile 2016

ROMA - Ad un anno dalla firma del protocollo d'intesa tra le due organizzazioni, si è svolta presso la sede nazionale della Confederazione la "Giornata nazionale Confcommercio-Anci per l'avvio della sperimentazione su rigenerazione urbana e nuove prassi urbanistiche". Il protocollo prevede una collaborazione strategica per riqualificare e rigenerare il tessuto urbano, molto colpito dalla crisi economica. Hanno finora aderito 44 Comuni da 15mila abitanti in su, fino alle metropoli Torino Venezia e Palermo. Si vuole avviare a livello nazionale ed europeo azioni di promozione della 'dimensione urbana delle politiche Ue' applicando con efficacia il principio di partenariato ed analizzando con attenzione l'impatto della normativa europea per evitare di introdurre sul territorio italiano di norme di difficile applicazione. Dopo l'introduzione del presidente di Confcommercio, Carlo Sangalli (vedi allegato, ndr), la parola è passata a Sandro Gozi, sottosegretario alla Presidenza del Consiglio con delega agli Affari europei, il quale ha definito "assolutamente necessario il progetto comune portato avanti da Confcommercio e Anci, perché cittadini e imprese devono partecipare a tutte le decisioni, comprese quelle che si prendono a livello europeo". Gozi si è quindi detto "d'accordo con Sangalli: la desertificazione dei centri storici è un problema, tanto più che le città sono il luogo da cui ripartire per la crescita. Noi come Governo abbiamo fatto la scelta di un dialogo strutturato e diretto con le città, il protocollo è quindi complementare con quanto stiamo facendo. Tutto ciò ci serve anche a Bruxelles, dove vogliamo interlocutori più esigenti e consapevoli rispetto al passato, dove serve una regolamentazione migliore e meno burocratica dello sviluppo urbano". Per Umberto Di Primio, sindaco di Chieti e vicepresidente nazionale dell'Anci, "siglando il protocollo i sindaci hanno deciso di mettere la loro faccia in una sfida nuova per cambiare il Paese con il contributo di chi lo manda avanti ogni giorno senza chiedere nulla: gli imprenditori del commercio, del turismo e dei servizi. Insieme possiamo creare un sistema virtuoso in cui le esigenze degli imprenditori possano coniugarsi con quelle di chi le città è chiamato ad amministrarle". "Rigenerare città e commercio -- ha proseguito Di Primio vuol dire dare linfa vitale al Paese. Se nelle città funziona il commercio, abbiamo città vive, che funzionano e che generano vita sociale. Noi come sindaci vogliamo città più vivibili e che abbiano capacità di immaginare il loro futuro attraverso la riscoperta delle loro vocazioni". Alberto Marchiori, delegato alle Politiche europee di Confcommercio, ha definito l'avvio della sperimentazione"l'inizio di un percorso importante, perché il territorio è rimasto spesso fuori dai ‘giochi' europei, è rimasto passivo. Abbiamo voluto invertire la tendenza e diventare soggetti attivi insieme ai sindaci, che sono i nostri migliori alleati. A livello europeo che dobbiamo riuscire a fare gioco di squadra, mentre in Italia dobbiamo lanciare messaggi concreti, operativi. In particolare bisogna invertire la desertificazione, non solo dei centri storici, utilizzando la leva fiscale". A concludere i lavori è stato Enrico Zanetti, viceministro all'Economia, che ha esordito definendo "la presenza costante sulla strada di operatori commerciali elemento di rafforzamento e coesione sociale". Per quanto riguarda la desertificazione commerciale, per Zanetti "la leva fiscale può essere importante, anche se da sola non è sufficiente". Due, per il sottosegretario, le possibili soluzioni: "estendere la cedolare secca ai fondi del commercio o prevedere agevolazioni fiscali ai commercianti che operano in contesti disagiati. Per la prima vedo difficoltà, soprattutto perché nella locazioni commerciali non c'è il sommerso che esiste nelle locazioni abitative. Meglio, dunque, ragionare su possibili agevolazioni per attività fuori mercato".

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