Federpreziosi: "un ‘no' del Governo che toglie ossigeno alle imprese"

Federpreziosi: "un ‘no' del Governo che toglie ossigeno alle imprese"

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31 luglio 2014

Era sembrato un vero passo avanti quello compiuto lo scorso 25 luglio con l'approvazione in Senato del maxi emendamento al decreto competitività. Purtroppo, solo qualche giorno dopo, alla Camera si compie un clamoroso dietrofront. "Siamo estremamente delusi - dichiara Giuseppe Aquilino, presidente di Federpreziosi Confcommercio - da questa inaspettata inversione di marcia. Solo pochi mesi fa lo stesso Renzi aveva ribadito con nette dichiarazioni d'intenti la propria posizione sul tema affermando che non sarebbe stata intenzione proseguire sulla strada della limitazione all'uso dei contanti e definendo addirittura 'macchinose e poco utili' ulteriori azioni restrittive. Tanto lavoro è stato fatto anche da Federpreziosi appoggiando l'adozione di strategie complementari a livello internazionale tra cui, ad esempio, la direttiva sui pagamenti che mira a rendere omogenei i costi delle transazioni di denaro contante ed elettronico ed altre misure congiunte di lotta all'evasione, come appunto l'emendamento di pochi giorni fa. Quella dei 1.000 Euro è una limitazione dannosa  che riduce la competitività delle nostre imprese rispetto a quelle comunitarie e che avrà ripercussioni negative in tutti i settori del commercio". Federpreziosi invitia dunque le forze di Governo a "!riflettere sulla necessità di avviare azioni concrete in grado di dar respiro alla nostra economia: la revisione della soglia imposta può essere un utile strumento di ripresa per porci alla pari con altri Paesi europei che, fatto salve poche eccezioni, hanno il solo obbligo di rispettare la soglia comunitaria di 15.000 euro". 

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