FederSicurezza al Workshop Più Servizi: "insieme per cambiare"

FederSicurezza al Workshop Più Servizi: "insieme per cambiare"

Si è svolto a Roma al Rome Cavalieri Waldorf Astoria, il primo evento pubblico della rinnovata Più Servizi, Associazione Nazionale Imprese Servizi Integrati, aderente a FederSicurezza. La conclusione del workshop, in tema di "appalti e riflessi sul settore dei servizi", è stata affidata al presidente di FederSicurezza, Luigi Gabriele. Trattative Ccnl vigilanza privata: assemblea plenaria a Roma.

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18 maggio 2017

Si è svolto a Roma al Rome Cavalieri Waldorf Astoria, il primo evento pubblico della rinnovata Più Servizi, Associazione Nazionale Imprese Servizi Integrati, aderente a FederSicurezza. La conclusione del workshop, in tema di "appalti e riflessi sul settore dei servizi",è stata affidata al Presidente di FederSicurezza, Luigi Gabriele, che ha espresso il proprio apprezzamento per l'iniziativa, "un modo concreto per far venire fuori le nostre aziende che oggi fanno realmente occupazione, drenando la fame di retribuzione che affligge il nostro Paese". "FederSicurezza - ha ricordato Gabriele - nasce inizialmente come organismo di rappresentanza delle aziende che si occupano della "tradizionale" vigilanza privata, scorta e trasporto valori, per poi allargarsi anche alla "diversa" platea delle attività rappresentate da Più Servizi, comunemente definite di "portierato": terminologia che, a mio avviso, sarebbe anche ora di abbandonare, riconoscendo una volta per tutte che anche chi fa accoglienza è comunque un operatore di sicurezza, con una responsabilità che non è certamente pari a quella di un portiere di condominio. Le nostre aziende, comprese quindi quelle che fanno capo a Più Servizi, sono aziende "labour intensive", ed è questa la questione centrale da comprendere per poter normare adeguatamente la nostra realtà. Sappiamo bene che in Italia un contratto collettivo di lavoro valido erga omnes - seppur potenzialmente risolutivo del problema alla radice - non può più esistere ormai da decenni, ma resta il fatto che, ad oggi, noi imprenditori non sappiamo più come gestire le nostre risorse umane: perché ognuno - in nome della libertà di associazione ma in spregio di una leale concorrenza - applica un Ccnl diverso, e perché le stesse tabelle ministeriali del costo del lavoro - tra l'altro già superate nel momento della loro faticosa redazione -, quando vengono invocate come elemento dirimente, rivelano la loro valenza tutt'altro che cogente. Non parliamo poi delle problematiche legate ai cambi d'appalto e alla presunta cogenza della clausola sociale, che, oltre alla variabilità "territoriale" di interpretazione, sembra non tenere minimamente conto di quanto il rapporto di fiducia, anche nel settore dell'accoglienza e dei servizi, sia fondamentale nella scelta del contraente". "Più Servizi - spiega Gabriele - applica un Ccnl che non è certo il più economico dei contratti, ma che, nonostante i "boicottaggi" esterni, gli imprenditori associati riescono a reggere con buoni risultati. D'altra parte, però, non c'è nessuna norma che obblighi ad assumere un determinato contratto come cogente. Quindi, quando poi in un'aula di tribunale ci si trova a dover rappresentare gli interessi, legittimi, di un'azienda, a quale "appiglio" regolamentare ci si aggrappa? E come ci si difende dalle incoerenze e dalla disomogeneità di comportamento della magistratura e degli organismi di vigilanza? Come se non bastasse, poi, ci rendiamo conto, nostro malgrado, di non poter contare né sull'Anac, che sconta il limite della soft- regulation, né su Consip, i cui bandi di gara, cassati dalla giustizia amministrativa, parlano da soli, né tantomeno sul Ministero del Lavoro, che spesso, e dispiace dirlo, finisce con l'aggravarci il lavoro piuttosto che aiutarci a risolvere i problemi, facendoci ad esempio pervenire dalle Dtl richieste di informative private per "capire meglio la situazione" al verificarsi di problemi". "Il nostro rapporto annuale di settore - ha proseguito Gabriele - ha rilevato come la vigilanza privata tradizionale conti circa 41.000 guardie giurate, mentre sappiamo che le imprese che offrono servizi di sicurezza integrata superano abbondantemente questo numero: è evidente quindi che insieme inquadriamo grandi numeri di risorse umane, ma che ad oggi non siamo stati in grado di farne valere il potenziale e di far, per così dire, quadrare i conti. Dobbiamo riuscire a far comprendere che il nostro unico elemento dirimente è la valenza cogente delle retribuzioni delle risorse umane delle nostre aziende: siamo "labour intensive" e dobbiamo imporci di preservare ad ogni costo il valore dei nostri servizi, altrimenti neanche il legislatore potrà aiutarci ad uscire da questo guado. Più Servizi - ha concluso Gabriele - sta lavorando molto, e bene, e sta aggregando trasversalmente numerose realtà in tutto il territorio italiano. Se riusciamo a far massa critica forte e a provocare una compatta inversione di tendenza possiamo farcela, altrimenti continueremo a brancolare nel buio alla ricerca dell'ennesima legge speciale che non farà altro che aumentare la confusione a carico delle aziende e il superlavoro delle magistrature, prima fra tutte quella amministrativa. Ci auguriamo in ogni caso un aiuto da parte del legislatore, con la consapevolezza che è imprescindibile partire dal dato certo che il Ccnl deve essere uno, e idem la retribuzione: se non otteniamo questo riconoscimento, non otteniamo niente".

 

Trattative Ccnl vigilanza privata: assemblea plenaria a Roma

Le parti sociali della vigilanza privata, riunite in formazione plenaria, si sono incontrate a a Roma per mettere un punto sul lavoro svolto fino ad oggi, principalmente sul tema della sfera applicativa, e proseguire con l'analisi degli altri aspetti, non meno importanti, del contratto in corso di rinnovo. Sul discorso "rappresentanza e rappresentatività", fermo restando il riconoscimento condiviso, da parte di tutto il tavolo, della valenza ufficiale degli accordi interconfederali sottoscritti da Cgil Cisl e Uil con le tre Confederazioni di appartenenza delle Associazioni datoriali, si è ravvisata la necessità di uno sforzo congiunto per far sì che il Ccnl oggetto di trattativa sia riconosciuto, in via ufficiale e definitiva, come contratto leader del settore, rappresentando così lo strumento regolatore di riferimento del comparto, con la conseguente necessaria autorevolezza anche agli occhi di istituzioni, autorità, committenze pubbliche e private, eccetera. E' stata ribadita poi l'opportunità di un profondo riordino del sistema della bilateralità, un capitolo importante del contratto fermo ormai da decenni: esigenza già condivisa a livello di principio, e ora da realizzare concretamente, mutuando anche da altri settori le esperienze positive ad oggi esistenti. Per Luigi Gabriele, presidente di Univ e FederSicurezza, è necessario distinguere problemi di "metodo" e di "merito": "al netto delle affermazioni - e ripetizioni - di principio, forse sarebbe il caso di procedere con maggiore concretezza. Se siamo davvero tutti d'accordo sulla filiera della sicurezza, il contratto deve essere nuovo, e bisogna ripartire dai principi fondanti dello stesso: ribadisco la posizione nostra e della nostra Confederazione, disposta a ricomprendere sotto l'"ombrello" della sicurezza tutti gli operatori della stessa, espungendo una volta per tutte, ad esempio, il tanto abusato - ed improprio - termine "portiere" e disciplinando adeguatamente, nel rispetto delle singole competenze e peculiarità, la rinnovata categoria degli operatori di sicurezza. Mi sembra che tutto questo però ancora non sia stato realmente chiarito, e questa situazione di incertezza non ci permette di proseguire, né tantomeno di affrontare nodi successivi, quale quello richiamato della bilateralità. E' fondamentale chiarire chi fa parte realmente di questa filiera: la platea di operatori ricompresa nel Dm 269/2010? Siamo prontissimi a discuterne, purché si faccia. Riconosco la sintonia di vedute sulla necessità di cambiare il nostro sistema di autoregolamentazione ma non riconosco i "proclamati" progressi fatti e i dubbi risolti: la realtà è che stiamo procedendo ancora confusamente e a rilento. Prima si fa questo contratto leader, e maggiore è il suo peso specifico - in termini di soggetti rappresentati -, prima e più efficacemente saremo in grado di arenare le insorgenti proliferazioni contrattuali e le dislessie comportamentali che riguardano indiscriminatamente istituzioni, autorità e committenze… Definiamo prima di tutto questo, perché è da questo che poi discenderà anche la tipologia di classificazione che sceglieremo di adottare". Prossimo appuntamento mercoledì 14 giugno.

 

 

 

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