Fercargo: "Decreto Competitività è un colpo di grazia all'intero settore"

Fercargo: "Decreto Competitività è un colpo di grazia all'intero settore"

Il presidente Di Patrizi: "E' assurdo ed inspiegabile l'atteggiamento del Governo nei confronti del trasporto merci su ferro. Chiuderanno parecchie aziende, nate e sviluppatesi a partire dall'inizio del processo di liberalizzazione, lasciando senza lavoro oltre 1000 addetti che le stesse occupano".

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24 luglio 2014

 

"E' assurdo ed inspiegabile l'atteggiamento del Governo nei confronti del trasporto merci su ferro, con il Decreto Competitività si infligge il colpo di grazia ad un intero settore, provocando la chiusura di parecchie aziende, nate e sviluppatesi a partire dall'inizio del processo di liberalizzazione, lasciando senza lavoro oltre 1000 addetti che le stesse occupano. A questo punto dobbiamo capire cosa c'è davvero dietro a questa iniziativa, quali interessi reali ci sono ad indirizzare queste scelte, all'apparenza incomprensibili". E' questo il punto di vista dell'Associazione FerCargo, che raccoglie le imprese ferroviarie del settore merci non riconducibili al gruppo FSI, rappresentata dal Presidente Giacomo Di Patrizi. Riguardo alla previsione normativa contenuta nell'articolo 29 del Decreto in conversione al Senato, le imprese di trasporto ferroviario subiscono un incremento del costo del pedaggio che passa dagli attuali 3 euro a 4,20 euro per km. Questo aumento è letale per l'intero comparto, provocando la chiusura di molte imprese che sono sopravvissute alle difficoltà della crisi economica ed operano in un settore che dal 2007 al 2013 ha perso oltre il 40% dei volumi di traffico. L'emendamento del Governo all'art. 29, presentato nelle ultime ore, non risolve il problema, in quanto si limita a posticipare gli effetti di qualche anno e offre uno sconto minimo ai destinatari dell'incremento tariffario. "Non c'è alcuna giustificazione politica ed economica - ha aggiunto Di Patrizi - quando si colpisce un settore che è già in profonda crisi, il trasporto ferroviario merci in Italia rappresenta una quota modale minima, e mentre nel resto d'Europa il settore cresce, poiché sostenuto ed incentivato, coerentemente con le indicazioni comunitarie, in Italia oltre a non ricevere supporto ed attenzione, viene addirittura condannato all'estinzione a causa di scelte sciagurate, come quella a cui stiamo assistendo increduli." Conclude il Presidente di FerCargo: "Nessuna azienda al mondo, in un momento economico come questo, non solo nel nostro settore, riuscirebbe a sopravvivere ad un incremento diretto dei costi complessivi superiore al 10%, è questo l'impatto che scaturisce dall'incremento contenuto nella norma in conversione. E' facile comprendere cosa accadrebbe ad imprese del nostro settore, che soffrono da anni condizioni di disagio profondo, schiacciate dalla crisi, dallo strapotere delle altre modalità di trasporto, e da leggi  che recentemente hanno riportato indietro la disciplina della liberalizzazione nel  settore. Speriamo che il Parlamento sappia porre rimedio a questa situazione nella fase di conversione del decreto, togliendo al nostro settore ogni tipo di incombenza; siamo comunque pronti, qualora invece questa norma diventasse definitiva, a prendere qualsiasi tipo di iniziativa, anche dura, a difesa della sopravvivenza delle nostre aziende e dei posti di lavoro che esse garantiscono. In nome di questa bizzarra forma di competitività, con una decisione folle ed ingiusta, si è deciso di farci morire, noi  sicuramente non lo faremo senza combattere".

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