Fida: "un abuso i farmers' market a Milano"

Fida: "un abuso i farmers' market a Milano"

Il presidente Abbascià critica con veemenza la decisione del Comune di autorizzare 50 nuove aperture: "è un'assurdità, un'aggressione contro gli esercenti. E' un vero abuso e siamo stanchi di essere vessati da tasse e regole assurde".

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21 ottobre 2014

Non l'hanno presa bene i dettaglianti di Confcommercio la notizia della cinquantina di nuovi farmers' market che il Comune di Milano ha intenzione di aprire in città. "È un'assurdità, un'aggressione contro gli esercenti proprio quando i consumi sono crollati", dice Dino Abbascià, presidente della Fida, spiegando che negli anni 70 gli "ortolani" erano 2mila mentre oggi sono meno di 400. "Il rischio di penalizzare, addirittura far sparire, una categoria è molto concreto. Basta pensare alla pioggia di tasse alle quale siamo sottoposti: oltre a quelle comunali e regionali, c'è una tassa su tutto, dal plateatico alle tende per riparare dal sole la merce, senza badare alle norme igieniche. Tutte regole che i farmers' market non rispettano. Altro capito lo doloroso è quello degli spazi: per i farmers' market ci sono le posizioni migliori, senza regole né discussioni. Un trattamento ingiusto per noi, che danneggia la categoria. Una categoria che è pronta a fare la sua parte per andare incontro alle difficoltà dei cittadini, in un momento così difficile. Qui ci tolgono il pane di bocca", ha proseguito Abbascià. Per concludere: "nel resto d'Europa, Francia, Spagna, Germania, le amministrazioni lavorano per tutelare le categorie dei dettaglianti perché rappresentano una ricchezza per il tessuto delle città. Noi siamo fortemente contrari a questa scelta del Comune, un vero abuso, e siamo stanchi di essere vessati da tasse e regole assurde". 

 

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