Fipe: dimmi come mangi e ti dirò come sei

Fipe: dimmi come mangi e ti dirò come sei

Indagine dell'ufficio studi Fipe-Confcommercio e di Format Research sui comportamenti alimentari nel periodo delle ferie. Fipe: "se l'olio è sofisticato, la colpa non è del ristorante". Assocatering-Fipe, rinnovato il contratto del catering aereo.

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1 agosto 2014

Curiosi, spensierati, parsimoniosi, sregolati. Gli italiani in vacanza si suddividono in queste quattro categorie. È quanto risulta da un'indagine realizzata dall'ufficio studi Fipe-Confcommercio e Format Research che è andata ad approfondire come cambiano i comportamenti nel periodo delle ferie.

Ecco quali sono i ritratti.

La vacanza induce all'esplorazione anche a tavola. Vale ancor di più per i curiosi che considerano il cibo come uno degli aspetti caratterizzanti la cultura dei luoghi visitati. Sono il 38% della popolazione turistica, uomini, hanno più di 45 anni e risiedono al Nord. Gli spensierati amano la buona cucina; si concedono pranzi e cene in ristoranti per sentirsi coccolati e sono in genere donne sopra i 45 anni residenti anche in questo caso al Nord Italia. Ammontano al 18,1% della popolazione turistica. Poi, ci sono i parsimoniosi (31,1%) e, manco a dirlo, guardano al portafogli. Il loro pasto ideale è all'insegna del ‘mordi e fuggi' del fast food e preferiscono dedicare i soldi al divertimento. Sono principalmente giovani, in predominanza uomini, con età inferiore ai 45 anni, residenti al Centro – Sud. Infine, ci sono gli sregolati, cioè quelli che in vacanza cancellano ogni freno inibitorio anche nell'alimentazione. Niente orari e niente regole. Si mangia quando si può e si mangia tutto ciò che si desidera. A concedersi questo lusso sono donne sotto i 45 anni residenti al Centro - Sud Italia (12,8%). Abitudini e stili alimentari, assieme al luogo di destinazione, sono state le chiavi per analizzare i comportamenti degli italiani durante questa estate che ancora si fa desiderare. Le diverse tipologie hanno però un comun denominatore: l'italiano in vacanza è concentrato al recupero della propria condizione psicofisica e del proprio equilibrio e modifica lo stile di vita per seguire un modello a lui più salutare. "I giovani – commenta Lino Enrico Stoppani, presidente di Fipe-Confcommercio –  sono più sregolati e con un'attenzione maggiore al portafoglio. Questo aspetto incide in modo importante sul rapporto tra consumatore ed esercente della ristorazione poiché sono proprio i giovani la fetta di popolazione che risulta più orientata a consumare pasti in ristoranti, pizzerie, tavole calde, e simili.  Gli adulti, al contrario, rappresentano un target più impegnativo per i pubblici esercizi, perché pur incrementando la frequenza durante le vacanze sono disposti a spendere di più ma solo a fronte di un servizio di qualità e di una proposta più gourmand". L'alimentazione è una componente importante della vita quotidiana e quando si va in vacanza subisce una variazione nei ritmi e nei riti. Dal punto di vista delle abitudini alimentari, l'Italia è spaccata quasi a metà con un 52,6% più propenso a cambiare. Si riscoprono per esempio le sane abitudini come quella di rispettare la regolarità dei pasti (70%), contrariamente a quanto avviene durante il resto dell'anno, soprattutto nelle grandi aree urbane, quando il pasto principale per molti è rappresentato dalla cena anziché dal pranzo. Anche alla colazione viene data più importanza: uno su quattro dichiara di abbondare nel primo pasto del giorno. Sempre sulle quantità, il 37,5% dichiara di mangiare meno (37,5%) o più leggero (15,2%). Ma c'è anche un 32,4% che dichiara di mangiare di più e sono soprattutto lavoratori e studenti.  In merito ai luoghi dove consumare i pasti, il 50,2% preferisce la casa, il 32,4% ristoranti, pizzerie e altri pubblici esercizi. Ma tra chi ha trascorso o sta trascorrendo la vacanza in casa solo il 15,8% preferisce consumare i pasti fuori casa. Tuttavia, la condizione di turista accresce la propensione a frequentare gli esercizi pubblici. Il 45,3% li frequenta più assiduamente ed il 28,8% anche ma dipende dal tipo di vacanza. In ogni caso, il momento preferito dagli italiani per mangiare fuori è sicuramente quello serale (80%). "La sera è sicuramente il momento più adatto per rilassarsi in un ristorante – commenta ancora Stoppani – e godersi un finale di giornata per commentare i posti visitati o più semplicemente la giornata trascorsa tra svago e relax. L'obiettivo in vacanza è quello di puntare al riposo e alla disintossicazione alimentare e mentale. Non a caso si tende ad alimentarsi con i prodotti più leggeri e con una dieta equilibrata". I prodotti preferiti per l'alimentazione sono frutta, verdura e pesce al posto di insaccati, carne e formaggi (presenti in misura minore). La vera sorpresa arriva dal consumo di pasta che – a dispetto della nostra tradizione – in estate viene un po' snobbata. Un discorso a parte va fatto per l'alcol. Sette su dieci affermano di consumare in vacanza le medesime quantità rispetto alle loro abitudini. Il 19,5% ne consuma un po' di più e soltanto il 9% dichiara di farne un consumo notevolmente maggiore. Il problema esiste, inutile negarlo. Vino e birra i prodotti con cui prevalentemente si eccede nel consumo. La bevanda alcolica si consuma durante i pasti, principalmente la sera.

Minori curiosità riguardano, invece, i luoghi di vacanza. Il mare (spiaggia o scogli) continua a essere la principale meta delle vacanze (67%), mentre solo il 16,6% degli italiani preferisce la montagna con le altre destinazioni in coda a collocarsi tutte sotto la soglia del 5%. Oltre il 20% degli italiani passeranno le vacanze all'estero. Molti sono coloro che rimarranno in luoghi coerenti con la propria residenza (al mare andrà prevalentemente chi vive al sud Italia e nelle isole mentre in montagna andrà prevalentemente chi vive al nord Italia). Un numero molto elevato (47,1%) di italiani trascorreranno il periodo delle proprie vacanze presso una casa di proprietà o presso parenti e amici. Si tratta soprattutto di ultra sessantenni o di giovani fra i 24 e i 35 anni, mentre a scegliere strutture ricettive quali alberghi, bed& breakfast, agriturismo, beauty farm e simili sono principalmente italiani di mezza età con una forbice che si estende dai 35 fino ai 64 anni. Per i giovanissimi fino ai 24 anni la scelta è tra camping o ostelli e case prese in affitto.

Fipe: "se l'olio è sofisticato, la colpa non è del ristorante"

"Gli arresti per frode di alcuni produttori di olio sono la chiara dimostrazione che le adulterazioni e contraffazioni, quando ci sono, si verificano in fase di produzione. È sui grandi numeri che l'illegalità ha ragione di esistere. Se il prodotto è contraffatto o sofisticato all'origine il ristoratore non può verificarlo, quindi subisce una truffa di alto valore, eppure si sta tentando di imporgli per legge di servire l'olio a tavola in contenitori anti-rabbocco, pena multe salatissime. Se questa norma passasse, al danno si aggiungerebbe la beffa". È duro il commento del presidente della Fipe-Confcommercio, Lino Enrico Stoppani, sui 16 arresti di produttori pugliesi e loro complici calabresi, soprattutto in considerazione del disegno di legge in discussione al Senato (approvato alla Camera) che impone ai pubblici esercizi di presentare gli olii al tavolo in contenitori etichettati e forniti di dispositivo che impedisca di modificare il loro contenuto o di poterli riutilizzare una volta esaurito quello originale; provvedimento, peraltro, già bocciato dall'Europa. "È assurdo pensare – chiosa Stoppani – che un ristoratore possa alterare una quantità di olio simile a quella sequestrata ultimamente in Puglia, cioè 400 tonnellate. La norma sull'obbligo per i ristoranti di dotarsi dei contenitori anti-rabbocco per l'olio d'oliva da portare al tavolo, pena una sanzione da 1.000 a 8.000 euro, è priva di senso, inutile, esasperante. Serve solo a spostare l'attenzione dal settore della produzione a quello della ristorazione. Il ristoratore, preso di mira dalla legge in discussione, è invece la vittima della frode". Secondo l'ufficio studi della Fipe, un ristorante spende mediamente 3.800 euro l'anno per acquistare l'olio. Per i 104mila ristoranti attivi in Italia vuol dire una spesa di 400 milioni di euro. Il carrello degli olii è presente soprattutto (46%) nei ristoranti dove la fascia di prezzo è compresa fra 50 e 75 euro. Il carrello conta in media 4,2 olii dop di cui 1,1 è biologico. Significativa è anche la presenza di olii non a denominazione: se ne contano in media 2,4 a cui si aggiungono 1,7 di origine biologica.

 

Assocatering-Fipe, rinnovato il contratto del catering aereo

"Con la firma dell'accordo di rinnovo del CCNL Trasporto Aereo per il personale  del catering aereo, riteniamo di aver dato risposta alle attese degli oltre 2000 lavoratori e delle aziende nostre associate. E in particolare siamo riusciti a salvaguardare le specificità del settore, pur nell'ambito di un contesto generale, con un impatto sui costi che fosse in linea con le esigenze delle imprese». E' quanto ha dichiarato il presidente di Assocatering-Fipe-Confcommercio, Silvana Rossetti, a conclusione della firma del nuovo contratto, scaduto nel 2011, avvenuta al termine di un lungo e serrato confronto iniziato nel 2012, cioè in un contesto particolarmente delicato, legato al futuro del trasporto aereo italiano. Il settore si è dotato di strumenti per attuare alcuni recuperi di produttività, così come richiesto dalle aziende associate, prevedendo un aumento salariale contenuto di 120 euro erogato in due tranche a partire dal 2015. I punti più qualificanti dell'intesa riguardano l'organizzazione del lavoro, con particolare riferimento alla gestione più flessibile dell'orario, la previsione di deroghe al riposo settimanale e giornaliero, l'introduzione dell'assistenza sanitaria integrativa oltre a un quadro normativo adeguato, soprattutto in materia del mercato del lavoro, e coerente con le ultime disposizioni in materia. "Tutti questi elementi – conclude Silvana Rossetti – dovrebbero contribuire a riportare serenità in un settore ancora fortemente provato dalla crisi economica".

 

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