"Impariamo a gestire Firenze con l'efficienza di Disneyland"

"Impariamo a gestire Firenze con l'efficienza di Disneyland"

Nel capoluogo toscano si è tenuto il forum "Il turismo uccide le città?", promosso dalla Nazione con la collaborazione di Confcommercio e dell'Ente Bilaterale del Turismo Toscano. Bar e ristoranti "mascherati", Confcommercio chiede un'indagine congiunta nella provincia di Firenze.

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21 luglio 2017

C'è il turismo da promuovere e c'è l'overtourism. In mezzo, le città d'arte come Firenze che si interrogano sui modi per conciliare business e diritti dei residenti, cercando le strategie per uno sviluppo sostenibile. Se ne è parlato ieri al forum organizzato da La Nazione e da Confcommercio, ospitato dall'Officina Profumo-Farmaceutica di Santa Maria Novella, moderato da Laura Lodone, responsabile area turismo Confcommercio Firenze. Ecco alcune proposte, riflessioni e provocazioni lanciate dai relatori.

Antonio Pezzano, esperto in politiche pubbliche per le destinazioni turistiche — «Si parla sempre di Disneyland al negativo, ma in realtà sono luoghi gestiti benissimo, da prendere ad esempio. In più lancio la proposta: perché non utilizzate la tassa di soggiorno come un biglietto per offrire servizi ai turisti e delle premialità. Se un turista dorme a Firenze dovrebbe avere uno sconto o un'entrata gratis su fasce orarie prioritarie in alcuni siti saltando la fila. Ricordiamo che a Firenze nei momenti di punta ci sono 5500 persone per chilometro quadrato, contro le 3mila di Barcellona e Parigi».

Paola Concia, assessore al turismo del Comune — «I problemi del turismo si risolvono non con un provvedimento ma con il concorso di tanti soggetti. Palazzo Vecchio intanto sta cercando di alleggerire la pressione del "mangificio" sfruttando il marchio Unesco. Firenze poi fa parte del coordinamento delle 5 maggiori città d'arte per trovare col ministero gli strumenti per contingentare gli ingressi. Riguardo agli Airbnb, siamo per il libero mercato ma con regole da rispettare».

Giacomo Billi, presidente Firenze Convention and Visitors Bureau - «Il turismo deve diventare una priorità della politica o altrimenti discutiamo con armi spuntate. Va riconosciuto comunque che a Firenze gli imprenditori si sono messi insieme e hanno creato già da anni un soggetto come il Bureau per commercializzare l'offerta turistica».

Alberto Peruzzini, direttore Toscana Promozione - «Firenze da sola assorbe il 25-30% del turismo toscano. Possiamo convincere i visitatori ad andare in luoghi meno battuti? No. Possiamo indirizzarli verso itinerari fiorentini alternativi rispetto ai soliti musei super affollato? Questo sì, ma ci dobbiamo lavorare».

Jacopo De Ria, presidente nazionale Fiavet e presidente Confcommercio Firenze - «Dobbiamo imparare a scegliere fra i turisti e i viaggiatori. Ci sono gli strumenti per andare a intercettare quella fetta di turismo più motivato, che non resta in città solo qualche ora e che torna per approfondire».

Aldo Cursano, presidente FipeConfcommercio Toscana -«I turisti non cercano solo musei, ma vogliono un'esperienza, uno stile di vita. La cosa peggiore e lasciarli ore in fila, invece di suggerire loro di impiegare il tempo in maniera diversa».

Pier Carlo Testa, presidente Fiavet Toscana - «Quando parliamo di sostenibilità del turismo dobbiamo pensare non solo all'usura dei monumenti ma anche alla perdita d'identità delle città e al patrimonio sociale e al tessuto umano che certo turismo sta consumando».

Francesco Bechi, presidente Federalberghi Firenze - «Adesso parliamo dell'invasione degli Airbnb, ma noi albergatori avevano presentato un piano strategico già nel 1998, pensando alla tutela della residenza. E invece abbiamo lasciato che crescesse un'offerta ricettiva indiscriminata».

Franco Marinoni, direttore Confcommercio Toscana — «I turisti hanno cambiato profondamente anche la rete distributiva tradizionale: meno fruttivendoli e più pizze al taglio. Spetta ora al Comune utilizzare piani del traffico, concessioni del suolo e destinazioni d'uso per riequilibrare la situazione».

Paola Migliosi, presidente nazionale Confguide - «Servono meccanismo di premialità. Ad esempio, perché non favorire coloro che arrivano col treno invece che con i pullman? Uno dei maggiori problemi è poi la permanenza media, sempre più breve. Serve un'integrazione dei servizi che non solo migliori l'esperienza di visita ma aumenti l'occasione di spesa».

Riccardo Tarantoli, presidente Silb-Confcommercio Firenze - «Gli imprenditori spesso si trovano ad affrontare con troppe regole laddove non servono e senza dove invece andrebbero messe. I locali notturni portano ricchezza e non possono essere visti come coloro che sono in contraddizione con la residenza. Anzi, portiamo sicurezza e siamo noi a chiedere più sicurezza».

Olga Mugnaini

Dalla Nazione del 20 luglio 2017

 

 

Bar e ristoranti "mascherati", Confcommercio chiede un'indagine congiunta nella provincia di Firenze

Confcommercio torna a parlare di ristorazione mascherata, un fenomeno che in Italia registra numeri altissimi e minaccia fatturato e occupazione delle imprese regolari. "D'estate la concorrenza si sente ancora di più perché sagre, circoli e feste private raggiungono il picco dell'attività - denuncia il direttore di Confcommercio Firenze Franco Marinoni - così, mentre i ristoratori si impegnano a far quadrare i conti pagando stipendi, tasse e tariffe, c'è chi guadagna alle spalle loro e della comunità. Perché se qualcuno con i proventi delle sagre compra ambulanze e sistema campi sportivi, altri – come quelli che organizzano cene e feste private – semplicemente fanno attività di impresa mascherata per guadagnare senza sobbarcarsi gli oneri del fare impresa". Confcommercio lancia quindi l'idea di un'indagine territoriale che metta in luce i numeri del fenomeno in provincia di Firenze. "Con la collaborazione di tutte le Amministrazioni Comunali potremmo tirare fuori numeri certi e incontrovertibili sulla ristorazione parallela e su quella mascherata, per capire il vero impatto del fenomeno e trovare soluzioni adeguate - sottolinea Marinoni - è un impegno che la politica dovrebbe assumersi nei confronti di chi ogni giorno lavora nella piena legalità. Non può passare l'idea che vinca chi è più furbo. Poi ci vogliono più controlli, tutto l'anno. Al proposito, auspichiamo che almeno sul tema della regolamentazione e del contrasto dei finti circoli privati il decreto legislativo di riforma del terzo settore, ora all'esame delle Camere, possa dare un contributo di chiarezza". I numeri del sommerso nella ristorazione sono impressionanti a livello nazionale: secondo una recente indagine di Fipe, la federazione nazionale di Confcommercio che riunisce i pubblici esercizi, i ristoranti nei falsi agriturismi e quelli nei circoli culturali e sportivo-ricreativi in Italia sviluppano introiti per 5,2 miliardi di euro, mentre le sagre "fasulle" sono ben 27.300, fatturano oltre 558 milioni di euro e generano una perdita di imposte dirette e contributi pari a 710 milioni. "Soldi che vengono sottratti all'erario e al circuito del lavoro regolare - dice ancora  Marinoni - perché solo le imprese sviluppano vera ricchezza per il territorio, assumendo dipendenti e pagando tutti gli oneri del caso". Il settore dei pubblici esercizi in provincia di Firenze è rappresentato da 5.599 imprese iscritte alla Camera di Commercio (al 31.12.2016) su un totale complessivo di 27.767 registrato in tutta la Toscana. Nello specifico, esistono nel fiorentino 2.710 ristoranti, 2.529 bar, 322 gelaterie e pasticcerie e 38 imprese di catering. "In nome e per conto di queste imprese chiediamo che sia fatta luce sulla ristorazione mascherata e che si provveda a vigilare su abusivismo e concorrenza sleale", conclude il direttore di Confcommercio Firenze.

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