La Camusso chiama a raccolta la Cgil, critiche dalla Uil

La Camusso chiama a raccolta la Cgil, critiche dalla Uil

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22 ottobre 2014
La Cgil si prepara alla manifestazione di sabato, in piazza San Giovanni a Roma, e il segretario generale Susanna Camusso chiama a raccolta tutti gli iscritti chiedendo di partecipare. "A nome di tutto il gruppo dirigente della Cgil, rivolgo un cordiale invito a tutti i nostri iscritti - scrive infatti il numero uno del sindacato - perché siano presenti a Roma il 25 ottobre. Il vostro coraggio è importante. Facciamo sentire la nostra voce, schierandoci dalla parte del lavoro". Ad accompagnare la manifestazione, lo slogan "Lavoro,
dignità, uguaglianza per cambiare l'Italia", con la richiesta principale di mettere in campo politiche diverse da quelle che, "purtroppo, caratterizzano il governo Renzi", che siano volte innanzitutto a creare occupazione. Obiettivo che non centra il Jobs act né la legge di stabilità, secondo il sindacato. La ricetta del governo "non è quella giusta", insiste Camusso, che domenica, dopo la manifestazione nella capitale, non sarà alla stazione Leopolda di Firenze per l'appuntamento organizzato da Renzi: "sarò a Torino per Terra Madre", risponde sgomberando il campo da qualsiasi interrogativo. "Non sono riuscito a capire ancora che cosa vogliano, ma è un problema della Cgil", dice il leader della Uil, Luigi Angeletti, rispetto alle ragioni della manifestazione di sabato. "Gli manderemo la piattaforma, così capira'", gli replica Camusso. I sindacati, pur tra scelte diverse, comunque tornano a criticare la delega sul lavoro, in occasione delle audizioni che hanno preso il via in commissione Lavoro della Camera, dove il provvedimento è all'esame. E chiedono interventi di modifica. "L'impianto" del Jobs act "rischia di ridurre le tutele e non riduce affatto la precarietà", afferma il segretario confederale della Cgil, Serena Sorrentino, nel corso dell'audizione. Al centro non solo il contratto a tutele crescenti e l'articolo 18 ma anche gli ammortizzatori sociali, per i quali "le risorse vanno necessariamente aumentate", dice Luigi Sbarra della Cisl, perché la "strada dell'universalizzazione" non sia "uno slogan" ma "una opzione chiara da declinare con misure concrete e soprattutto con adeguate coperture finanziarie". La delega è "scritta volutamente in forma ambigua", sostiene il segretario confederale della Uil, Guglielmo Loy, criticandola nel merito e nel metodo, e "al di là delle belle intenzioni, se cambiamento voleva rappresentare, non ci sembra una ciambella riuscita con il buco". Loy giudica "irreale" anche la stima del governo di poter creare 800mila nuovi posti di lavoro con le misure della legge di stabilità, associate al Jobs act: "se lo stanziamento è di un miliardo l'anno" per tagliare i contributi per le assunzioni a tempo indeterminato "e questo lo si divide per 6.200 euro, che è il tetto annuo di sgravio, si ottengono poco più di 160mila posti". E poi, dice, va inserito il riferimento esplicito affinché si tratti di "occupazione aggiuntiva".

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