La Ue chiede "chiarimenti" sulla manovra, Renzi da Napolitano

La Ue chiede "chiarimenti" sulla manovra, Renzi da Napolitano

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22 ottobre 2014

 

Un esame attento ma anche veloce della legge di stabilita' per incardinare la manovra gia' giovedi' alla Camera. Sarebbe questo l'input, spiegano fonti
parlamentari, che sarebbe arrivato ai consiglieri economici del Quirinale dopo il faccia a faccia di quasi un'ora e mezza tra il presidente della Repubblica Giorgio Napolitano e il premier Matteo Renzi. Un incontro nel quale i due, condividendo l'impianto della manovra, avrebbero messo a punto la strategia per convincere Bruxelles della bonta' della via italiana per uscire dalla crisi. Pur con quasi un giorno di ritardo, rispetto all'annuncio del ministro del Tesoro Pier Carlo Padoan, la manovra e' arrivata al vaglio del Quirinale. E l'ufficio legislativo, in attesa della bollinatura che arrivera' domani, e' gia' al lavoro per valutare la coerenza delle norme e i complessi passaggi tecnici. "Il Colle non entra nel merito delle coperture", spiegano fonti ministeriali mettendo un freno all'ondata di congetture parlamentari culminate nell'annuncio di Renato Brunetta di un Consiglio dei ministri straordinario per una richiesta da parte della Ragioneria generale di clausole di salvaguardia davanti a coperture dubbie. Nessun cdm d'emergenza, garantisce il ministro
Maurizio Lupi: "l'incontro tra Napolitano e Renzi e' andato bene". Anche in vista del consiglio europeo di giovedi' e venerdi', il Capo dello Stato ed il presidente del consiglio si sono confrontati sui contatti in corso con l'Europa sull'analisi della manovra. L'obiettivo e' dimostrare all'Ue che l'Italia fa sul serio e che, pur avendo rallentato i tempi, la strada italiana e' coerente con le regole ed i trattati europei. Al di la' del fatto che il presidente uscente Jose' Manuel Barroso abbia deciso di chiedere chiarimenti all'Italia sulla manovra, dunque, Renzi non sembra preoccupato. Anzi il premier si dice convinto con tutti i suoi interlocutori che l'Ue non potra' bocciare la legge di stabilita' sia per lo sforzo della manovra, tutta rivolta alla crescita, sia nel quadro piu' complessivo delle riforme che l'Italia ha messo in campo con provvedimenti "hard" come il jobs act. E in caso di rilievi, il governo avrebbe messo da parte un tesoretto di circa 2 miliardi, un margine di intervento oltre il quale, pero', spiegano fonti governative, Renzi non sarebbe disposto ad andare per ulteriori aggiustamenti del rientro del deficit. Proprio per dimostrare la serieta' del nostro paese, Napolitano avrebbe dato ai suoi l'input di analizzare con attenzione ma anche con celerita' la legge di stabilita'. Cosi' da non rallentare l'avvio della sessione di bilancio che comincera' il suo iter a Montecitorio. E consentire alle Camere un esame della legge che, mantenendo i saldi e la filosofia, magari ne migliori alcuni aspetti o elimini alcuni tagli, come quello agli Enti Locali, contro i quali Regioni e Comuni stanno facendo
muro.

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