Le reazioni del mondo politico e sindacale

Le reazioni del mondo politico e sindacale

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17 settembre 2014

"Noi vogliamo un mercato del lavoro più equo, dove tutti abbiano il giusto grado di opportunità e di tutele''. Così il ministro del Lavoro, Giuliano Poletti, commenta l'emendamento del Governo al Jobs act precisando che il Governo lavora ''per cambiare il mercato del lavoro; per renderlo, in tempi rapidi, più chiaro, semplice ed efficiente ed accrescerne, nel contempo, il tasso di equità e di inclusività". Il capogruppo Ncd al Senato, Maurizio Sacconi, esprime "piena soddisfazione per il nuovo testo dell'articolo 4 della legge delega sul lavoro. Esso raccoglie le forti sollecitazioni poste da tutti i moderati dell'area di governo a partire da Angelino Alfano che con coraggio ha direttamente posto la necessità della riforma dello Statuto dei lavoratori e in esso in modo particolare dell'articolo 18 con lo scopo di incrementare la propensione a fare impresa e a fare lavoro in un tempo carico di aspettative incerte". Da parte sua il leader della Cisl, Raffaele Bonanni, sottolinea che il contratto a tutele crescenti "va bene" ma solo "a condizione che serva a far fuori tutte le truffe in cui sono incappati i giovani". Bisogna "eliminare quelle forme di lavoro truffa", "come le false partite Iva". "Diversamente sarebbe solo l'ennesimo contratto di lavoro e più di un milione di persone continueranno ad essere truffate". Il presidente della commissione Lavoro della Camera, Cesare Damiano (Pd), evidenzia che "la delega sul lavoro andrà definita con i decreti attuativi. L'emendamento del Governo lascia aperte molte interpretazioni e chiarisce alcuni contenuti. Leggere questo testo con posizioni di bandiera e di comodo, come stanno facendo alcuni esponenti della destra, non serve alla discussione. Il nostro parere su alcuni contenuti è completamente diverso, a partire dal tema dell'articolo 18". Il resto delle reazioni sono per ora dominate ancora proprio dalla polemica sull'articolo 18, con il leader della Uil, Luigi Angeletti, che parla di un intervento di modifica "pressoché inutile in termini di creazione di posti di lavoro", "un'ennesima prova di forza inutile che non servirebbe a nessuno", mentre il segretario generale della Cgil, Susanna Camusso, parla di un tema usato solo come scalpo da portare ai falchi delle politiche liberiste nella Ue. 

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