Per il viceministro dell'Economia "esistono imposte più nemiche della crescita di altre, quelle su lavoro e impresa", ma è comunque "cruciale irrobustire le forze che spingono la crescita". Niente manovra correttiva nel 2014.

"Non c'è una evidenza empirica che ci consente di associare un'alta spesa pubblica e un'alta pressione fiscale con una bassa crescita economica".  Nel corso del suo intervento al convegno "Tagliamo le tasse, non tassiamo la crescita", il viceministro dell'Economia Enrico Morando ha in qualche modo contestato le conclusioni delle ricerca presentata dall'Ufficio Studi confederale, concedendo però che "esistono imposte più nemiche della crescita di altre, quelle su lavoro e impresa"e che "ridurre la pressione fiscale su lavoro e imprese è condizione essenziale per tornare a crescere a tassi decenti e avrebbe effetti più immediati sull'economia rispetto ad altri tipi di tagli". In ogni caso, per Morando, "abbassare le tasse non è una condizione sufficiente per la crescita economica", ma è "cruciale irrobustire le forze che spingono la crescita, come il capitale umano e il funzionamento delle istituzioni economiche" e comunque "ridurre e riqualificare la spesa è la precondizione per ogni alleggerimento della pressione fiscale" E bisogna lavorare duro, rendendola più efficiente, sulla giustizia civile, che oggi "in Italia fa schifo". Il viceministro dell'Economia è poi passato ad affrontare i "nodi" dell'attualità economica sottolineando che "nel 2014 non serve una manovra correttiva" e che per il governo la "priorità delle priorità è rendere permanente il bonus di 80 neuro", mentre a medio termine è di fondamentale importanza "l'obiettivo di un cuneo fiscale e contributivo per le imprese al livello della Germania entro il 2018". Morando ha infine difeso l'utilità delle riforme istituzionali, che "hanno anche un valore economico" e che sono "fondamentali" anche per lo stesso taglio della spesa pubblica.