Ocse: "pmi spina dorsale dell'economia italiana"

Ocse: "pmi spina dorsale dell'economia italiana"

In uno studio dedicato alle piccole e medie imprese italiane l'organizzazione parigina evidenzia che rappresentano il 99,9% delle imprese, l'80% dell'occupazione e il 67% del valore aggiunto". Ci sono però "debolezze strutturali da affrontare" e il Governo dovrebbe, tra le altre iniziative, creare un fondo statale di sostegno soprattutto per start-up più innovative.

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9 settembre 2014
Le piccole e medie imprese sono la "spina dorsale dell'economia italiana": tale categoria rappresenta infatti "il 99,9% delle imprese della penisola, l'80% dell'occupazione e il 67% del valore aggiunto, tra le quote maggiori dell'area Ocse". E' quanto emerge da uno studio dell'Ocse dedicato alle pmi italiane. In Italia, osserva l'organizzazione di Parigi, le medie imprese (tra i 50 e i 249 addetti) hanno "un livello di produttività elevato per gli standard internazionali" e il Paese ha, in generale, una "vocazione imprenditoriale". "Quasi un quarto della forza lavoro è composta da imprenditori e le piccole imprese tendono a essere giovani", si legge ancora nel rapporto. Esistono però delle "debolezze strutturali da affrontare": tra le altre lo studio cita l'elevato numero di micro imprese (il 95% del totale), che hanno una "produttività relativamente bassa" e un'economia sommersa dalle dimensioni "relativamente grandi". Il governo italiano è quindi chiamato, raccomanda l'Ocse, a "aumentare la creazione di nuove aziende, rafforzare le micro imprese, far emergere l'economia sommersa, ampliare il comparto della media impresa e aumentare il volume di imprenditorialità ad elevato impatto (ovvero, le cosiddette 'gazzelle', giovani aziende con tassi di crescita particolarmente elevati, che in Italia costituiscono appena lo 0,2% del comparto manifatturiero e lo 0,4% del settore dei servizi)". L'Ocse suggerisce inoltre di creare un fondo statale dedicato al sostegno alle pmi e, soprattutto, alle start-up più innovative. E di dirottare sulle imprese i Fondi Strutturali Europei destinati al Mezzogiorno, che vengono finora impiegati soprattutto per le infrastrutture. L'organizzazione di Parigi raccomanda inoltre di rafforzare il sistema dei distretti, che coprono da soli il 30% dell'export manifatturiero del Paese.  
 
 
 
 

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