Per Ascomac il Milleproroghe è "inefficiente"

Per Ascomac il Milleproroghe è "inefficiente"

Secondo l'Associazione, il provvedimento "rimanda ancora una volta la soluzione normativa che la cogenerazione ad alto rendimento aspetta ormai da anni: una disciplina specifica che valorizzi una tecnologia definita dalla Ue come sistema alternativo ad alta efficienza".

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23 febbraio 2016

"Un provvedimento inefficiente che rimanda nel tempo ancora una volta la soluzione normativa che la cogenerazione ad alto rendimento merita e si aspetta ormai da anni: una disciplina specifica che valorizzi questa tecnologia, definita dalla Ue come sistema alternativo ad alta efficienza". Così Carlo Belvedere, segretario generale di Ascomac, definisce il decreto legge 30 dicembre 2015 numero 210 (il cosiddetto Milleproroghe). "Ovviamente  - continua Belvedere -parliamo solo ed esclusivamente della cogenerazione ad alto rendimento, nel pieno rispetto di quanto previsto dalla Direttiva 2003/96/UE e non più della produzione combinata di energia elettrica e calore, meno efficiente della prima.  E invece no: il legislatore ancora una volta non definisce le regole, ma continua a prorogare l'attuale disciplina relativa alle unità di produzione di energia elettrica e calore". Secondo Ascomac, il motivo sta nella solita "salvaguardia dei diritti acquisiti a scapito e danno delle tecnologie innovative e degli investimenti dei clienti finali". Ascomac Cogena ricorda di aver presentato sul tema diverse proposte nell'ambito di vari provvedimenti: si tratta di una norma abrogativa delle precedenti che definisca l'assoggettamento ad aliquota di accisa per produzione elettrica di tutto il prodotto energetico utilizzato da unità di cogenerazione ad alto rendimento in attuazione dell'art. 15, Direttiva 2003/96/CE.  A trarne beneficio, nel pieno rispetto della legalità, "sarebbe il cliente finale sia del settore industriale ma, e soprattutto, di quello civile, ad oggi molto penalizzato, sebbene necessiti di importanti azioni di efficientamento energetico".  Altro aspetto penalizzante per la generazione distribuita ed efficiente di energia è la modifica, dal primo gennaio 2016, della struttura delle componenti tariffarie della bolletta elettrica, relative agli oneri generali di sistema elettrico per gli utenti non domestici: "se il decreto legge sarà convertito senza auspicate modifiche – prosegue Belvedere - di fatto diminuiranno quegli investimenti in efficienza energetica da parte proprio di quegli utenti domestici che pagheranno in bolletta gli oneri di sistema secondo componenti fisse e componenti variabili. A cosa serve risparmiare energia con sistemi ad alta efficienza se poi li si penalizza, equiparando l'energia autoprodotta in termini di tassazione a quella distribuita in concessione? Se questa è la visione, a dir poco discutibile, del legislatore, allora che almeno liberalizzi la distribuzione per evitare che la autoproduzione, oggetto di importanti investimenti, sostenga sempre di più i costi della distribuzione in concessione, senza che questa come dovrebbe, investa nel miglioramento della rete. E questa volta tutti, nessuno escluso, mantengano, anzi investano nel sistema elettrico nazionale". "In sintesi - conclude Belvedere - da un lato si continua ad agevolare i vecchi impianti, dall'altro si penalizza la generazione distribuita e l'autoconsumo ad alta efficienza tassandola in maniera continuativa e mettendo a rischio".

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