Renzi aspetta la commissione Juncker: "la Ue volterà pagina"

Renzi aspetta la commissione Juncker: "la Ue volterà pagina"

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23 ottobre 2014
Archiviare il prima possibile lacommissione Barroso e ripartire dall'esecutivo Juncker per un'Europa che "volti pagina", abbandonando finalmente la religione di "rigore e austerità" per la quale l'Eurozona e in particolare l'Italia "soffrono ancora". Matteo Renzi spiega senza giri di parole quali sono le aspettative dell'Italia rispetto a Bruxelles. E dopo che l'Europarlamento ha dato il via libera alla nuova Commissione, il premier può anche sdrammatizzare sui rischi di un richiamo europeo sulla legge di Stabilità: "Sono rilievi normali, ma da noi subito si evocano minacce e diktat di Bruxelles...". Un atteggiamento di "subalternità" che Renzi chiede a direttori ed editorialisti di abbandonare, ribadendo che "l'Europa ha bisogno dell'Italia almeno quanto l'Italia ha bisogno dell'Europa". Alla nuova Commissione dunque Renzi chiede "più coraggio e
orgoglio", a partire dal piano di investimenti da 300 miliardi annunciato da Juncker. Ancora tutto da dettagliare, riconosce Renzi, che però rivendica un primo risultato: nella bozza del Consiglio Ue di domani e dopodomani i 300 miliardi sono messi nero su bianco, con la specificazione che si tratta di "risorse aggiuntive" rispetto a quelle già impiegate dall'Unione. Alla fine in Senato Renzi assicura: "Le questioni italiane, principale oggetto di discussione con i nostri partner europei, troveranno soluzione e pieno compimento con la nuova commissione". Perché "cambiando le poltrone" c'è la concreta possibilità che "cambino anche le politiche". Certo, anche se i "passi avanti" registrati negli ultimi quattro mesi "sono rilevanti" e perfino "rapidi per i tempi dell'Europa", nulla può essere ancora dato per scontato: "Saremo inflessibili custodi dell'applicazione del piano Juncker", avverte Renzi, convinto che il "cambio di clima" nel mondo, dal vertice G20 al Fondo Monetario "che non è certo un covo di rivoluzionari socialisti", possa coinvolgere finalmente anche l'Europa. Perché la richiesta di maggiore attenzione ad occupazione e crescita "non è più solo il grido di dolore di un Paese o di Paesi in difficoltà", ma un problema di tutta l'Eurozona, ormai "Cenerentola della crescita". Insomma, "credo sia non rinviabile una discussione su come uscire dai margini stretti del solo rigore e impostare una strategia che vede oggi i Paesi europei largamente deficitari". Ma la convinzione di Renzi è che, a parte gli ultimi colpi di coda dei falchi, con la nuova Commissione si volterà davvero pagina. A partire dalle richieste di correzioni alla legge di Stabilità che potranno arrivare da Bruxelles, una lettera che qualcuno dà in partenza già oggi. Sul fronte delle possibili richieste sulle riforme, Renzi si mostra assolutamente tranquillo: "Le riforme strutturali possono piacere o no, ma un Paese che nel giro di pochi mesi mette mano a Carta costituzionale, legge elettorale, P.A., giustizia civile, scuola, mentre il governo lavora alla delega fiscale, è un Paese che sta facendo uno straordinario percorso di riforme strutturali". Sul fronte delle correzioni al deficit, si confida invece sul fatto che ormai a gestire questa partita sarà appunto la Commissione Juncker: l'entità del rientro dal deficit che Bruxelles potrebbe richiedere dovrebbe quindi essere coperta dall'apposito "cuscinetto" da 3,4 miliardi previsto in legge di stabilità.

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