Lavoro: "No al salario minimo, meglio i contratti collettivi"

Lavoro: "No al salario minimo, meglio i contratti collettivi"

Rete Imprese Italia in audizione in commissione Lavoro alla Camera sulle risoluzioni per l'introduzione del salario minimo: "la retribuzione minima porterebbe con sé una possibile alterazione degli equilibri economici e negoziali raggiunti dalla contrattazione collettiva".

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19 settembre 2017

Rete Imprese Italia è contraria all'introduzione di un salario minimo per legge e sostiene che è preferibile favorire l'applicazione delle norme che già oggi privilegiano l'applicazione dei contratti collettivi. È quanto sostenuto dal sogsetto unitario di rappresentanza delle pmi e dell'impresa diffusa in audizione in commissione Lavoro alla Camera sulle risoluzioni per l'introduzione del salario minimo. La previsione di una retribuzione minima, secondo Rete imprese, "porterebbe con sé una possibile alterazione degli equilibri economici e negoziali raggiunti dalla contrattazione collettiva". Proprio la contrattazione collettiva, invece, sarebbe indebolita da una misura simile. Secondo l'organizzazione, inoltre, lo strumento "non servirebbe a combattere il lavoro nero dal momento che questi lavoratori, probabilmente, non vedrebbero comunque applicato loro il salario minimo legale". Per questo, Rete Imprese Italia "ritiene più idoneo, rispetto al consolidato sistema di relazioni sindacali italiano, il rinvio ai contratti collettivi nazionali per la determinazione della retribuzione che in ogni caso dovrebbe avere misura mensile, implementando l'applicazione delle retribuzioni anche alle attività non coperte dalla contrattazione collettiva".

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