Sale la "febbre" del malato Italia

Sale la "febbre" del malato Italia

Il tasso di inflazione scende all'1,9% (era a +2,3% a dicembre 2012, quinto calo consecutivo), mentre nel 2012 il Pil è calato del 2,4% e i consumi finali nazionali del 3,9%.

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1 marzo 2013

E' una fotografia di crisi quella scattata dall'Istat ai conti economici nazionali e ai prezzi dell'azienda Italia.  Pil e consumi scendono mentre i prezzi, inevitabimente, flettono. Ma andiamo con ordine.

Conti economici nazionali - Nel 2012, secondo l'Istituto di statistica,  il Pil ai prezzi di mercato è stato pari a 1.565.916 milioni di euro correnti, con una riduzione dello 0,8% rispetto all'anno precedente. In volume il Pil è diminuito del 2,4%. Dal lato della domanda, si registra una caduta in volume del 3,9% dei consumi finali nazionali e dell'8% degli investimenti fissi lordi, mentre le esportazioni di beni e servizi hanno segnato un aumento del 2,3%. Le importazioni sono diminuite del 7,7%. A livello settoriale, il valore aggiunto ha registrato un calo in volume in tutti i principali comparti, con diminuzioni del 4,4% nell'agricoltura, silvicoltura e pesca, del 3,5% nell'industria in senso stretto, del 6,3% nelle costruzioni e dell'1,2% nei servizi. L'indebitamento netto delle Amministrazioni pubbliche, misurato in rapporto al Pil, è pari al -3% (era -3,8% nel 2011). L'avanzo primario (indebitamento netto, al netto della spesa per interessi) è pari, in rapporto al Pil, al 2,5% (era 1,2% nel 2011).

Prezzi - Secondo le stime preliminari diffuse dall'Istat, nello scorso mese di febbraio l'indice nazionale dei prezzi al consumo per l'intera collettività (NIC), al lordo dei tabacchi, aumenta dello 0,1% rispetto al mese precedente e dell'1,9% nei confronti di febbraio 2012 (era +2,2% a gennaio). L'ulteriore rallentamento dell'inflazione, il quinto consecutivo, è in parte imputabile alla frenata della crescita su base annua dei prezzi degli alimentari non lavorati (+3,0%, dal +4,8% di gennaio). Un contributo al contenimento dell'inflazione proviene anche dal calo congiunturale dei prezzi dei Servizi relativi alle comunicazioni (-4,2%), per i quali si registra una flessione di pari entità in termini tendenziali. L'inflazione acquisita per il 2013 è pari allo 0,8%. L'inflazione di fondo, calcolata al netto dei beni energetici e degli alimentari freschi, scende all'1,5% (era +1,7% a gennaio). I prezzi dei prodotti acquistati con maggiore frequenza dai consumatori aumentano dello 0,4% su base mensile e del 2,4% su base annua, in ulteriore rallentamento dal 2,7% di gennaio.

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