Sangalli: "mettere al centro dell'azione di governo l'impresa e il lavoro"

Sangalli: "mettere al centro dell'azione di governo l'impresa e il lavoro"

Per il presidente di Confcommercio c'è un'unica strada per vincere la crisi e costruire una ripresa robusta e con più occupazione. Tre i punti fermi: riduzione del costo del lavoro, flessibilità adeguata all'organizzazione del lavoro e all'evoluzione del mercato, semplificazione della burocrazia e della gestione dei rapporti di lavoro.

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22 gennaio 2014

"Con il protrarsi della crisi e le forti difficoltà presenti nel mercato del lavoro il Paese ha bisogno di vedere finalmente quelle riforme, quei provvedimenti indispensabili a segnare un cambio di passo affinché il 2014 sia l'anno della riscossa". Con queste parole il presidente di Confcommercio, Carlo Sangalli, ha iniziato il suo intervento nell'ambito dei lavori del convegno sul mercato del lavoro organizzato dalla Confederazione nella sede nazionale di Roma, ribadendo che  la priorità resta "la riduzione certa, progressiva e sostenibile del carico fiscale su famiglie e imprese, accompagnata da una più coraggiosa e incisiva operazione di riduzione della spesa pubblica". Insieme, ovviamente, ai temi della "semplificazione di un barocco sistema di pagamenti e adempimenti, dell'occupazione e del mercato del lavoro". Confcommercio continua a "sostenere con fermezza che la sfida da cogliere e vincere è quella di mettere al centro dell'azione di Governo l'impresa e il lavoro", l'unico modo per vincere la crisi e per costruire una ripresa robusta e con più occupazione. Tre, a questo proposito, i punti fermi indicati da Sangalli: riduzione del costo del lavoro, flessibilità adeguata all'organizzazione del lavoro e all'evoluzione del mercato, semplificazione della burocrazia e della gestione dei rapporti di lavoro. Il tutto nell'ambito di un welfare pubblico più orientato alle politiche attive del lavoro come quarto fondamentale pilastro. Meno burocrazia e più servizio, dunque, oltre che meno costi sul lavoro e più investimenti sul funzionamento dei servizi al lavoro. Sangalli ha poi commentato il rapporto sull'apprendistato presentato nell'ambito del convegno, sottolineando che si tratta di "uno strumento con potenzialità più grandi rispetto all'utilizzo che ne viene fatto", oltre che di "un investimento reciproco tra azienda e lavoratore che non è aiutato dall'introduzione di nuovi vincoli, percepiti sempre dalle aziende come un disincentivo". Per questo, è necessario "semplificare ulteriormente le regole per attivarlo e per gestirlo, senza avventurarsi però in una nuova complicata riforma",  "evitare un appesantimento con costi crescenti che già deprimono l'occupazione in generale",  "liberare da vincoli troppo stringenti sulla formazione anche l'apprendistato destinato ai giovanissimi che devono ancora completare la scuola". Dai numeri, secondo il presidente di Confcommercio, emerge che "le continue riforme sul lavoro, soprattutto quelle fatte a tavolino, non aiutano le imprese e non aiutano l'occupazione", mentre "l'obiettivo principale che dobbiamo porci è consentire alle imprese di assumere". Queste ultime esprimono da anni "l'esigenza di flessibilità connaturata alle loro attività e alla grande capacità di dinamismo che da sempre le caratterizza" e dunque  "una riforma che ingessa la flessibilità e quindi l'organizzazione del lavoro, infligge un colpo mortale alle imprese del commercio, del turismo, dei servizi, dei trasporti e della logistica". Confcommercio sostiene invece sostenuto la necessità di "una pluralità di strumenti, sia per rispondere alle specifiche esigenze delle imprese dei diversi settori economici sia per favorire le opportunità di impiego". Ed è arrivato anche il momento di "mettere mano seriamente ad una riforma de servizi pubblici per il lavoro, ridisegnando quelle politiche attive che devono sostenere l'occupazione, anche quella flessibile". "Il lavoro – ha concluso Sangalli -non si crea sulla carta, ma creando condizioni favorevoli alla crescita e alla ripresa dell'economia, da una parte, e mettendo le imprese in condizione di avere strumenti coerenti con quello sviluppo, anche occupazionale, dall'altra".

 

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