Sangalli: "Siamo il primo argine contro l'illegalità"

Sangalli: "Siamo il primo argine contro l'illegalità"

Il presidente di Confcommercio ha aperto la giornata di mobilitazione nazionale "Legalità mi piace". "Abbiamo deciso di ripetere l'esperienza di una giornata di mobilitazione nazionale dedicata alla legalità perché questo è un tema su cui non bisogna mai abbassare la guardia".

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26 novembre 2014

 

Il presidente di Confcommercio, Carlo Sangalli, ha aperto la giornata di mobilitazione nazionale "Legalità mi piace". "Come Confcommercio - ha detto Sangalli - abbiamo deciso di ripetere l'esperienza di una giornata di mobilitazione nazionale dedicata alla legalità non solo, e non tanto, per il successo che questa giornata ha avuto lo scorso anno. Abbiamo deciso di ripetere l'esperienza perché questo è un tema su cui non bisogna mai abbassare la guardia. Non lo devono fare le imprese, le istituzioni e le rappresentanze di impresa che, come forma di aggregazione sul territorio e nelle categorie, hanno una responsabilità in più". "Siamo in un certo senso - ha proseguito Sangalli - il "primo argine" contro l'illegalità nell'economia: perché mettersi insieme significa sentirsi meno soli. Ecco: noi non molliamo la presa su questo tema perchè alla crisi economica, alla contrazione dei consumi e ai problemi occupazionali, si somma drammaticamente, anche il costo dell'illegalità e la concorrenza sleale di chi non rispetta le regole". "E, a proposito di regole - ha osservato il è presidente di Confcommercio - credo che sia importante ripetere oggi una cosa che diciamo spesso: c'è bisogno di semplificazione. Ce n'è bisogno non solo per agevolare l'attività di chi produce ricchezza in questo Paese, ma anche perché nella complicazione, nella complessità spesso si annidano corruzione, illegalità, criminalità. E, più la crisi si protrae, più la forza di reagire si affievolisce da parte della singola impresa in regola.E noi non possiamo permettercelo, non solo moralmente, ma anche come sistema Paese. Sicurezza e legalità sono infatti prerequisiti di una democrazia compiuta, ma sono anche condizioni necessarie per un'economia sana e un mercato che funziona, che fa crescere il Paese". "Per questo noi diciamo alle nostre imprese che denunciare si deve, perché è un dovere giuridico e morale. Denunciare si può, perché non si è soli davanti alle sfide e alle minacce della criminalità. E denunciare conviene: perché sottrarsi alla morsa della criminalità significa costruire sviluppo per la propria azienda e per la collettività. Legalità significa sempre una simmetria tra diritti e doveri: il dovere di denunciare, ma anche il diritto di non sentirsi e di non essere lasciato solo. E, quindi, non c'è altra strada: bisogna lavorare insieme. Altrimenti, la criminalità sarà sempre più forte". "A questo proposito, voglio citare il Protocollo Videoallarme antirapina firmato con il Ministero dell'Interno. Per quanto riguarda il  Protocollo quadro per la Legalità e la sicurezza delle imprese chiediamo di estendere il rating di legalità alle piccole imprese del terziario di mercato. Restano comunque troppi i furti e le rapine nei negozi. Restano comunque troppi i commercianti che, in queste rapine, muoiono. In tutti questi casi, noi chiediamo "tolleranza zero". "Gli imprenditori del commercio, del turismo, dei servizi alle imprese e alle persone, dei trasporti e della logistica, chiedono più presidio e controllo del territorio. Certezza della pena. Come diceva uno dei padri costituenti di questo Paese, Piero Calamandrei - ha concluso Sangalli - "non vi è legalità senza libertà". Giusto, giustissimo, ma è vero anche che "senza legalità non vi è libertà", neanche libertà economica".

 

 

 

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