Tremonti: "l'Europa è tornata a un nuovo Medioevo"

Tremonti: "l'Europa è tornata a un nuovo Medioevo"

Per l'ex ministro dell'Economia, intervenuto nel panel "Come tornare a crescere? Lo scenario economico internazionale", "i trattati europei non prevedono la crisi e quindi non ci sono gli strumenti per gestirla". Savona: "ai commercianti non viene riconosciuto il giusto merito". Gros: "in Italia non è mai il momento per gli aggiustamenti fiscali".

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27 marzo 2015

La prima sessione del Forum di Cernobbio è stata consacrata al tema "Come tornare a crescere? Lo scenario economico internazionale".

Dominick Salvatore, direttore del Global Economic Center della Fordham University, ha sottolineato che "la crisi nasce negli Stati Uniti, ma l'Europa ha fatto errori decisivi a partire dall'aumento dei tassi di interesse deciso da Trichet" invitando a "correggere i problemi strutturali dell'economia" e ammonendo che "le politiche anticicliche possono portare all'inizio di una nuova bolla speculativa". Salvatore ha anche evidenziato la difficoltà di fare attività economica in Europa, definendo gli imprenditori italiani – a proposito dell'eccessivo carico fiscale – "non cavalieri del lavoro, ma eroi del lavoro".

Daniel Gros, presidente del Centre for European Policy Studies, ha quindi ammonito che "l'attuale euforia sulla ripresa sembra un po' esagerata" specificando che "in Italia non è mai il momento per gli aggiustamenti fiscali" e che l'intervento della Bce sul quantitative easing "ha avuto una grande valenza, ma più politica che economica".

Secondo Paolo Savona, professore emerito di Politica Economica alla Luiss di Roma, "l'Italia ha ripreso a crescere perché ha ripreso il vecchio modello di sviluppo" ma restano irrisolti i nodi di fondo, a partire dall'occupazione e della "spaccatura tra Nord e Sud in termini di crescita". Dopo aver evidenziato che " l'edilizia, uno dei due motori dell'economia italiana insieme alle esportazioni, si è spento", Savona ha esaltato il ruolo dei commercianti, a cui "non viene riconosciuto il giusto merito".

La parola è quindi passata a Gregorio De Felice, chief economist di Intesa Sanpaolo, che ha definito "un po' generose" le stime di crescita riviste al rialzo da Confcommercio sottolineando poi che "il vero problema dell'Italia resta la produttività totale", che è frenata anche dall'alto livello della tassazione, e che "è necessario valorizzare la piccola impresa e pensare alla filiera produttiva come a un unicum".

Il panel si è concluso con l'intervento dell'ex ministro dell'Economia, Giulio Tremonti, per il quale "in 25 anni in Europa si sono abbattuti quattro asteroidi, in sequenza e con effetti molto intensi ed esponenziali: allargamento, globalizzazione, euro, crisi" che hanno prodotto effetti nefasti e ci hanno fatto tornare "a un nuovo medioevo, postmoderno e soft". Il primo ha generato una "intensissima modifica delle strutture originarie europee", la seconda "è entrata in Europa trovandola non preparata", il terzo "è per la prima volta nella storia moneta svincolata dall'oro e dalla sovranità nazionale", la quarta "ha suonato il colpo di gong, che ci ha fatto capire che non possiamo continuare a produrre più deficit e meno Pil". Tremonti ha quindi criticato con veemenza "la demenzialità della legislazione europea, che ha un enorme, spaventoso effetto dell'economia: se una regola è utile è un investimento, se non lo è, è una follia" e lamentato che "i trattati europei non prevedono la crisi e quindi non ci sono gli strumenti per gestirla: questo spiega per esempio la tragedia della Grecia, vittima di un'illusione ma anche di una recessione che non avrebbe avuto senso senza l'Europa. Ma attenzione: quella è una zona dove si produce più storia di quanto non la si consumi e poi la si esporta, l'Europa non ha un destino positivo se ragiona solo sui tassi di interesse". 

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