"Crescita nulla ma recessione improbabile"

"Crescita nulla ma recessione improbabile"

Dentro la stagnazione dell'economia italiana sono presenti segni di vitalità che permettono di procedere a un ritmo di un decimo di punto trimestre su trimestre tanto che si può considerare residuale il rischio di entrare in recessione.

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16 ottobre 2019

Dentro la stagnazione dell'economia italiana sono presenti segni di vitalità che permettono di procedere a un ritmo di un decimo di punto trimestre su trimestre. Poco anzi, pochissimo, eppure, anche grazie al confronto statistico con un depresso 2018, occupazione, fatturato nei servizi, clima di fiducia nella grande distribuzione e ICC permettono ancora di considerare residuale il rischio di entrare in recessione. Il disinnesco degli aumenti Iva per il 2020 potrebbe diradare qualche nube, ammesso che la disordinata ricerca di risorse a copertura della manovra non disperda questo potenziale capitale fiduciario attraverso la minaccia di nuovi balzelli.

PIL MENSILE

Dopo un luglio caratterizzato da andamenti sostanzialmente negativi i principali indicatori hanno mostrato, ad agosto, una stabilizzazione, con pochi spunti di miglioramento. Ad agosto la produzione industriale è aumentata dello 0,3% congiunturale, segnalando una diminuzione, al netto dei fattori stagionali, dell'1,9%. Nello stesso mese l'occupazione è risultata stabile rispetto a luglio, con una crescita dello 0,6% nel confronto annuo. I segnali del permanere di una sostanziale stagnazione dell'economia sono stati confermati a settembre dall'andamento del clima di fiducia di famiglie e imprese. A fronte di un modestissimo recupero del sentiment dei consumatori (+0,3% su agosto) per le imprese si è rilevata una nuova flessione (-0,3% congiunturale). Su base annua il tendenziale di entrambi gli indicatori ha continuato a ridursi fortemente con -3,2% per le famiglie e -4,8% per le imprese. Ad ottobre, la stima del Pil mensile presenta una variazione congiunturale nulla, con una modesta crescita (0,1%) rispetto allo stesso mese del 2018 (tab. 1). La stima del terzo trimestre resta ferma a +0,1% congiunturale, con un miglioramento sul tendenziale dello 0,3%.

ICC (INDICATORE CONSUMI CONFCOMMERCIO)

A settembre 2019 l'indicatore dei Consumi Confcommercio (ICC) ha consolidato i segnali di rallentamento su base congiunturale, con una diminuzione dello 0,3% (il terzo calo consecutivo). Ciò nonostante il raffronto su base annua evidenzia un miglioramento, con un incremento dell'1,1%, in conseguenza di andamento particolarmente negativo a settembre del 2018. In termini di media mobile a tre mesi si osserva una tendenza al ripiegamento. Come di consueto ad ottobre è stata effettuata una revisione delle serie storiche dei diversi aggregati di spesa che compongono l'ICC. La revisione attuata nel 2019 ha riguardato l'intero periodo per il quale è calcolato l'indicatore, in considerazione della diffusione da parte delll'Istat della Contabilità Nazionale in base 2015. I dati pubblicati in questo numero differiscono pertanto da quelli diffusi in precedenza.  I dati dell'ultimo mese devono essere considerati come stime provvisorie in quanto ottenuti attraverso l'integrazione dei dati disponibili con uno specifico modello di previsione ARIMA applicato alle singole serie mensili che compongono l'ICC.

 

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