Euroday: le prospettive ma anche le incognite della nuova moneta europea dopo i tragici avvenimenti americani

Euroday: le prospettive ma anche le incognite della nuova moneta europea dopo i tragici avvenimenti americani

Gli italiani verso l'euro

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24 settembre 2001

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Il 1 Gennaio 2002 l'Euro cesserà di essere un "progetto", un "concetto" che ci proietta nel futuro, e si materializzerà fra le nostre mani, invaderà le nostre menti obbligandoci a "cambiare marcia", e a modificare in modo marcato le nostre abitudini e la nostra quotidianità.

Alla vigilia di questa data "storica" per l'Europa, e come sempre nelle grandi vigilie, è lecito e naturale porsi delle domande sugli effetti reali che questa novità avrà sulla nostra società.

Interrogativi che appaiono ancora più naturali per un'Associazione di categoria come Confcommercio, impegnata in "prima linea" da una parte a garantire la massima preparazione ed assistenza agli operatori che dovranno saper "gestire" la novità, anche come intermediari dell'informazione nei confronti dei consumatori, e dall'altra parte a svolgere un ruolo di formazione e di educazione "su vasta scala" proprio nei confronti dei consumatori, in modo tale da non creare ripercussioni sui consumi e quindi sull'andamento dell'economia nel suo complesso.

Ecco quindi l'iniziativa "Euroday", per fare il punto, a circa tre mesi dall'Euro, sullo "stato dell'arte" nei confronti dell'imminente nuova moneta unica europea.

Ed ecco anche la creazione di un "Osservatorio Euro" Confcommercio-Cirm, che per tre volte, a cadenza mensile, valuterà le tappe di avvicinamento intervistando ogni volta un campione della popolazione italiana ed uno di operatori del commercio.

In particolare, il campione della popolazione è rappresentativo per i seguenti parametri:

  • Area geografica di residenza
  • Ampiezza dei Comuni
  • Sesso
  • Età

Il campione degli operatori del commercio è stato aggregato in quattro macro-aree, distribuite sempre a livello geografico:

  • Commercio vero e proprio, con una distribuzione proporzionale tra le varie categorie
  • Turismo (alberghi, ristoranti, bar, agenzie di viaggio, operatori turistici)
  • Trasporti
  • Servizi

I dati sono analizzati con una duplice prospettiva:

  • da una parte ponendo a confronto i due distinti campioni di intervistati, per far emergere ed evidenziare omogeneità e peculiarità;
  • dall'altra parte esplorando per ciascun campione il vissuto che lo caratterizza, il grado di informazione al proposito e le aspettative future.

 

1.0 L'INFORMAZIONE DI BASE

I grafici che seguono illustrano il grado di informazione dei due campioni rispetto alle "nozioni base" dell'Euro.

Partendo dalla "autopercezione", vediamo che tra la popolazione hanno dichiarato di sentirsi "molto o abbastanza" informati e preparati all'uso dell'Euro cinque intervistati su dieci, con differenze tra maschi e femmine (60% e 33%), e tra aree di residenza (51% tra gli intervistati del Nord, 48% del Centro e 39% del Sud).

Tra gli operatori gli "informati" sono sei su dieci (67% al Nord, 56% al Centro e 60% al Sud).

Per entrambe le categorie i mezzi di informazione privilegiati, sia pure con priorità diverse, sono la "TV", i "giornali" e la "Banca".

Ma come si concretizza questa informazione? Chiedendo di dire esattamente il valore dell'Euro in Lire, la risposta corretta (1936,27) è arrivata da cinque intervistati su dieci tra la popolazione (64% tra i maschi e 40% tra le femmine, 57% tra i 18- 35 enni, 52% tra i 35 - 54 enni e 39% tra i 55 enni e oltre), e da sei su dieci tra gli operatori (da notare a questo proposito come un terzo degli operatori sia convinto di saperlo, ma indica un valore sbagliato).

Focalizzando l'analisi tra gli operatori, vediamo che circa un terzo sa che gli arrotondamenti dovranno essere effettuati "al secondo decimale".

 

IN QUESTO MOMENTO, LEI PERSONALMENTE QUANTO SI SENTE INFORMATO E PREPARATO ALL'USO DELL'EURO?


COME SI E' INFORMATO PREVALENTEMENTE SULL'EURO?


QUANTE LIRE VALE UN EURO?

LEI SA COME SI FANNO GLI ARROTONDAMENTI?

 

 

2.0 IL CALENDARIO DELL'EURO

Spostando l'analisi e la "verifica" del livello di informazione degli italiani sul fronte delle scadenze temporali, si incontrano dati decisamente più rassicuranti e senza evidenti scostamenti tra la popolazione e gli operatori: circa nove intervistati su dieci in entrambi i campioni hanno indicato il "Gennaio 2002" come data di introduzione dell'Euro.

E sempre circa nove su dieci in entrambi i campioni sanno che il passaggio dalla Lira all'Euro avverrà con un "periodo di transizione" con la doppia circolazione delle monete, e non direttamente e bruscamente.

Questi bene informati tuttavia si dimezzano chiedendo di indicare la durata di questo periodo "a doppia circolazione".

 

E QUANDO COMINCERÀ A CIRCOLARE L'EURO?


CHE LEI SAPPIA, SARA' UN PASSAGGIO DIRETTO DALLA LIRA ALL'EURO, O CI SARA' UN PERIODO DI TRANSIZIONE "A DOPPIA CIRCOLAZIONE", IN CUI CIOE' CIRCOLERANNO SIA LA LIRA CHE L'EURO?

 
E SAPREBBE DIRMI QUANTO DURERA' QUESTO PERIODO DI TRANSIZIONE, PRIMA DI ABBANDONARE DEFINITIVAMENTE LA LIRA? (Domanda posta solo a coloro che sono a conoscenza del "periodo di transizione")

 

 


IN EFFETTI CI SARA' UN PERIODO DI DUE MESI DI DOPPIA CIRCOLAZIONE DI LIRA ED EURO. DOPO TALE SCADENZA, E QUINDI LA DEFINITIVA SOSTITUZIONE DELLA LIRA CON L'EURO, SARA' ANCORA POSSIBILE CAMBIARE LE VECCHIE LIRE? E SE SI, PER QUANTO TEMPO SARA' POSSIBILE?

 

 

3.0 L'EURO NEL CONCRETO: LA POPOLAZIONE

Sono quindi state poste al campione della popolazione alcune domande di ordine pratico per verificare quale sia il livello di preparazione nella gestione della "quotidianità dell'Euro".

Si scopre così che per quanto riguarda la Dichiarazione dei redditi della prossima primavera è il 14% a sapere che potranno essere utilizzate indifferentemente entrambe le monete, mentre sette contribuenti su dieci pensano che sarà possibile utilizzare "solo l'Euro".

Attenzione agli assegni! Poco meno di quattro intervistati su dieci "rifiuterebbero" un assegno in Lire datato 2 gennaio 2002, mentre su "contratti" e su "Bot" le idee appaiono decisamente più chiare, anche perché vi è continuità automatica.


IN CHE VALUTA (LIRA O EURO) SARA' POSSIBILE FARE LA DICHIARAZIONE DEI REDDITI (730 - 740...) NELLA PRIMAVERA DEL 2002? (Domanda posta solo a coloro che presenteranno la Dichiarazione dei redditi la prossima primavera)

 

E SE IN FUTURO LE CAPITASSE DI RICEVERE UN PAGAMENTO CON UN ASSEGNO IN LIRE DATATO 2 GENNAIO 2002, COSA FAREBBE?

 

E UN CONTRATTO, PER ESEMPIO DI AFFITTO, STIPULATO PRIMA DEL 2002, RIMANE VALIDO ANCHE DOPO L'ENTRATA IN VIGORE DELLA NUOVA MONETA O VA RIFATTO EX NOVO?

 

COSA ACCADRA' DEI SUOI BOT: SI CONVERTIRANNO AUTOMATICAMENTE IN EURO O DOVRA' RICONTRATTARLI? (Domanda posta solo a coloro che possiedono Bot)

 

4.0 L'EURO NEL CONCRETO: GLI OPERATORI DEL COMMERCIO

Vediamo ora in particolare come si stanno preparando gli operatori del commercio all'introduzione della nuova moneta.

Il quadro che emerge in questo senso è di chiarezza sul da farsi e anche di senso di responsabilità e consapevolezza del proprio ruolo di "intermediari ed educatori diretti" della popolazione. Per dare il resto ai clienti prevale nettamente la propensione ad adeguarsi da subito alla "nuova moneta" divenendo i "divulgatori primari", e con due terzi degli intervistati ben disposti ad "anticipare l'acquisto di Euro".

Se poi otto intervistati su dieci sanno che per approvvigionarsi di Euro possono rivolgersi a "qualsiasi banca", le idee appaiono decisamente più confuse se si chiede di indicare la "data" da cui sarà possibile acquistare i kit di Euro.

 

 

LEI COME PENSA DI DARE I RESTI AI CLIENTI IN QUESTO PERIODO DI DOPPIA CIRCOLAZIONE?

 

IN PARTICOLARE, NELL'IPOTESI CHE LEI VOGLIA DARE I RESTI IN EURO NEL PERIODO DI DOPPIA CIRCOLAZIONE, E' DISPOSTO AD APPROVVIGIONARSI ANTICIPANDONE L'ACQUISTO?

 

LEI SA GIA' DOVE RIFORNIRSI DI EURO?

 

E SA DA QUANDO SARA' POSSIBILE PER I COMMERCIANTI ACQUISTARE I KIT DI EURO PER IL PRE-RIFORNIMENTO?

 

Per quanto riguarda poi la preparazione "tecnica", illustrata nei grafici di pagina seguente, vediamo che complessivamente sei intervistati su dieci hanno "già provveduto" ad adeguare all'uso dell'Euro le proprie attrezzature (registratori di cassa, strumenti di misurazione, ecc...), aggiornandone il software o cambiandole ex novo, mentre il 30% (articolato in un 26% al Nord, 27% al Centro e 38% al Sud) ancora non vi ha provveduto.

A questo proposito, introducendo la possibilità di usufruire della "Tremonti bis" per il rinnovo delle attrezzature (sempre che la Legge venga approvata), il bacino potenziale individuato è di circa quattro intervistati su dieci (43% medio, articolato in 35% al Nord, 44% al Centro e 52% al Sud).

 

NEL SUO ESERCIZIO SI E' GIA' PROVVEDUTO AD ADEGUARE LE ATTREZZATURE (REGISTRATORI DI CASSA ED APPARECCHI DI MISURAZIONE) ALL'INTRODUZIONE DELL'EURO?

 

IN PARTICOLARE, LEI PENSA DI UTILIZZARE, SEMPRE CHE LA RELATIVA LEGGE VENGA APPROVATA IN TEMPO DAL PARLAMENTO, LA "TREMONTI BIS" PER CAMBIARE LE SUE ATTREZZATURE?

 

5.0 L'INFORMAZIONE FUTURA

Sia tra la popolazione che tra gli operatori prevale un senso di soddisfazione per quanto lo Stato, il Governo, le Amministrazioni pubbliche e i mass media hanno fatto e stanno facendo per comunicare informazioni chiare e complete sul cambio di moneta. Ma proiettandosi in un'ottica futura, i soggetti che maggiormente dovranno reagire alle sollecitazioni del "sapere" saranno le "Banche", per entrambi i campioni, i "commercialisti", soprattutto tra gli operatori, e, sempre nella triade di testa, i "mass media" per la popolazione, e le "associazioni di categoria" per gli operatori.

In particolare, da queste ultime gli operatori si aspettano un supporto soprattutto nel difficile ruolo, già evidenziato in precedenza, di "educatori della popolazione", mediante grandi campagne di informazione per i consumatori.

 

IN QUESTO MOMENTO QUANTO SI SENTE SODDISFATTO PER COME LO STATO, IL GOVERNO, LE AMMINISTRAZIONI PUBBLICHE E I MASS MEDIA LE HANNO COMUNICATO INFORMAZIONI CHIARE E COMPLETE SUL CAMBIO DI MONETA?

 

IN PROSPETTIVA FUTURA, LEI A CHI PENSA DI RIVOLGERSI PREFERIBILMENTE PER AVERE INFORMAZIONI PIU' PRATICHE E DETTAGLIATE SULL'USO DELL'EURO?

 

 

E IN PARTICOLARE LE ORGANIZZAZIONI DI CATEGORIA QUALE DI QUESTI SUPPORTI DOVREBBERO FORNIRLE, SOPRATTUTTO, PER FACILITARE IL PASSAGGIO DALLA LIRA ALL'EURO?

 

6.0 LE INIZIATIVE FUTURE

Sul fronte delle iniziative volte a migliorare l'impatto della nuova moneta sui consumatori, vediamo che il marchio "Eurologo" appare ancora piuttosto nebuloso sia in termini di adesioni che, prima ancora, in termini di conoscenza (10%, articolato in un 12% tra gli intervistati del Nord, 9% tra quelli del Centro e 5% tra quelli del Sud).

Per quanto riguarda poi le iniziative "sul campo", da parte degli stessi operatori, un terzo prevede di realizzare "corsi" per il personale o anche per se stesso, e una percentuale analoga intende "organizzare iniziative particolari rivolte ai consumatori" nel proprio punto vendita, con in prevalenza l'utilizzo di "espositori e cartellonistica" e la distribuzione di "opuscoli informativi".

 

LEI CONOSCE L'INIZIATIVA "EUROLOGO", MARCHIO A TUTELA DEL CONSUMATORE? E INTENDE ADERIRVI?

 

 

 

 

LEI PENSA DI REALIZZARE DEI CORSI DI FORMAZIONE NELLA SUA AZIENDA (PER LEI E PER IL PERSONALE) IN VISTA DELL'INTRODUZIONE DELL'EURO?

 

 

 

E LEI PENSA CHE NEL SUO ESERCIZIO VERRANNO ORGANIZZATE DELLE INIZIATIVE A SUPPORTO DEI CONSUMATORI? E SE SI, INIZIATIVE DI CHE TIPO?

 

 

7.0 LA RICCHEZZA FUTURA

Quali sono in particolare le aspettative economiche dell'introduzione dell'Euro? Dalle interviste ai due campioni non sembrerebbero esserci attese di ripercussioni evidenti dell'introduzione dell'Euro: tra la popolazione sette intervistati su dieci si aspettano che il loro portafoglio sarà ricco "come adesso", così come tra gli operatori sei su dieci si aspettano che per la loro attività sarà "come prima" e, sempre nella stessa misura, che l'Euro "non influirà" più di tanto sui consumi.

In generale, comunque, facendo i saldi tra le attese di miglioramento e quelle di peggioramento, tende a prevalere lievemente una negatività, forse più legata alle incognite future che non a motivi concreti.

Nel complesso, la popolazione approva in larga parte tutto ciò che è stato deciso nel passaggio dalla Lira all'Euro. Semmai è convinta che si poteva prevedere un periodo di transizione "più lungo". Ma va bene così. 

 

NEL CONCRETO, CON L'EURO IL SUO PORTAFOGLIO SARA' PIU' RICCO DI ADESSO, COME ADESSO, O PIU' POVERO?

 

 

 

NEL CONCRETO, CON L'EURO PER LA SUA ATTIVITA' SARA' MEGLIO DI PRIMA, COME PRIMA O PEGGIO DI PRIMA?

 

 

E IN PARTICOLARE, LEI SI ASPETTA CHE L'INTRODUZIONE DELL'EURO PORTI UN AUMENTO DEI CONSUMI, UNA LORO CONTRAZIONE, O NON INFLUIRA' SUI CONSUMI?

 

 

IN CONCLUSIONE, SECONDO LEI, NEL PASSAGGIO DALLA LIRA ALL'EURO:

 

 

8.0 CONSEGUENZE E PERICOLI FUTURI

Se dunque in termini di ricchezza personale non si temono grossi scossoni, quali conseguenze, e quali pericoli potrebbe comportare in generale l'introduzione dell'Euro?

Il campione della popolazione teme in particolare un "aumento dei prezzi e delle tariffe", anche se una percentuale di poco inferiore si aspetta invece "stabilità dei prezzi e, anzi, opportunità di affari".

 

QUALE DELLE SEGUENTI POSSIBILI CONSEGUENZE HA SECONDO LEI LE MAGGIORI PROBABILITA' DI VERIFICARSI, CON L'INTRODUZIONE DELLA NUOVA MONETA?

 

 

Il campione degli operatori teme invece che si verifichi una fase di disorientamento e di incertezza dei consumatori a causa delle difficoltà per il cambio dei parametri.

Mentre per se stessi temono in prevalenza un "aumento dei prezzi da parte delle ditte produttrici" e un "aumento della circolazione di monete false e del riciclaggio di denaro sporco".

 

E SECONDO LEI QUALE DEI SEGUENTI EFFETTI AVRA' PRINCIPALMENTE IL CAMBIO DI MONETA SUI CONSUMATORI?

 

E QUALE DEI SEGUENTI PERICOLI LEI INTRAVVEDE MAGGIORMENTE NEL PASSAGGIO ALL'EURO?

 

 

Le paure di aumenti dei prezzi, registrate sia tra la popolazione che tra gli operatori, non si traducono in paure per un "aumento delle tariffe pubbliche": come illustrato dai grafici di pagina seguente, entrambi i campioni appaiono divisi (50% a 40%) a questo proposito.

Tuttavia, nel concreto, entrambi i campioni segnalano, con percentuali simili attorno al 10%, aumenti delle tariffe pubbliche nella propria zona. Resta da verificare se tali aumenti siano davvero correlati all'Euro.

 

SECONDO LEI IL PASSAGGIO DALLA LIRA ALL'EURO POTREBBE DIVENTARE UN PRETESTO PER UN AUMENTO DELLE TARIFFE PUBBLICHE?

 

 

IN PARTICOLARE, NELLA SUA ZONA SI STA VERIFICANDO QUESTO AUMENTO DELLE TARIFFE PUBBLICHE?

 

 

9.0 L'EURO E LA POLITICA EUROPEA

Nella costante di ottimismo e di fiducia registrata, vediamo che anche le aspettative future nei confronti dell'Euro appaiono rosee: in entrambi i campioni circa sei intervistati su dieci sono convinti che "l'Euro diventerà una moneta forte, e quindi competitiva con il dollaro".

Una forza percepita non solo come monetaria, ma anche capace di dare "coesione ed unità politica all'Ue", anche se in tempi lunghi. Solo un 30% è scettico su questo punto.

30% che nella popolazione in parte si riassorbe, se è vero che comunque, di fronte ad un'unità politica dell'Ue effettiva, il 76% la giudicherebbe un fatto "positivo".

 

IN OGNI CASO, SECONDO LEI L'EURO DIVENTERA' UNA MONETA FORTE, E QUINDI COMPETITIVA CON IL DOLLARO?

 

SECONDO LEI L'UNIFICAZIONE DELLE MONETE PORTERA' ANCHE AD UN'UNIFICAZIONE POLITICA DELL'EUROPA? E SE SI, IN TEMPI BREVI O LUNGHI?

 

IN OGNI CASO, SE QUESTA UNIFICAZIONE POLITICA DELL'EUROPA AVVENISSE DAVVERO, SECONDO LEI PER L'EUROPA SAREBBE PREVALENTEMENTE UN FATTO POSITIVO O NEGATIVO?

 

Interessanti le aspettative degli intervistati nei confronti della ripresa economica: osservando la dinamica delle barre nel grafico seguente appare evidente come le attese siano progressivamente "spostate nel futuro", e come siano armoniche tra i due campioni: una percentuale minima ne percepisce già dei segnali, una percentuale intermedia si aspetta la ripresa nel 2002, mentre la maggior parte, poco meno della metà, dei due campioni, è già nell'ottica di un'attesa che vada oltre il 2002.

 

SECONDO ALCUNI CI SONO GIA' DEI SEGNALI DI RIPRESA ECONOMICA E DEI CONSUMI. SECONDO ALTRI QUESTA RIPRESA CI SARA' NEL 2002, E SECONDO ALTRI ANCORA CI SARA' SOLO DOPO IL 2002. LEI DI CHE OPINIONE E'?

 

 

10.0    LA POLITICA ITALIANA

Spostando la prospettiva di analisi dallo scenario europeo a quello italiano, vediamo che ancora una volta i due campioni appaiono in sintonia: i "primi 100 giorni" del Governo Berlusconi ricevono un giudizio sostanzialmente "positivo" dalla metà degli intervistati.

Differenti, invece, e come è giusto che siano, le attese sulle iniziative del Governo per favorire la ripresa del mercato: per la popolazione la priorità è "l'occupazione dei giovani", mentre per gli operatori la priorità è la "politica fiscale".

 

ALLO SCADERE DEI PRIMI 100 GIORNI DI ATTIVITA', LEI PERSONALMENTE CHE GIUDIZIO DA' DELL'OPERATO DEL GOVERNO BERLUSCONI NEL SUO COMPLESSO?

 

IN PARTICOLARE, PER FAVORIRE LA RIPRESA DEL MERCATO, SECONDO LEI A QUALE DI QUESTI PROVVEDIMENTI IL GOVERNO DOVREBBE DARE LA PRIORITA', QUEST'AUTUNNO?

 

IN PARTICOLARE, PER FAVORIRE LA RIPRESA DEL MERCATO, SECONDO LEI A QUALE DI QUESTI PROVVEDIMENTI IL GOVERNO DOVREBBE DARE LA PRIORITA', QUEST'AUTUNNO?

 

11.0    CONCLUSIONI

In conclusione, possiamo riassumere le linee generali emerse dalla ricerca nei seguenti quattro punti:

  • Sul piano dell'informazione si evidenziano, per entrambi i campioni, alcune lacune, dovute forse al fatto che la vera "marcia concreta" di avvicinamento all'Euro è partita in questo mese di settembre.
  • Tra gli operatori si registra una particolare "consapevolezza" del proprio ruolo nei confronti dei consumatori. Tra le righe, tuttavia, traspare un bisogno di maggiore aiuto e sostegno in questo compito, che sentono di non poter assolvere completamente da soli.
  • In generale, comunque, vi è grande tranquillità, non si registrano spirali di paura. Segno che si prevede di essere in grado di affrontare la novità e "metabolizzarla" senza grossi problemi.
  • C'è anche ottimismo nel futuro, nelle potenzialità dell'Euro, sia come moneta che come "collante dell'identità europea".

Gli italiani stanno crescendo, stanno cominciando a ragionare con una "prospettiva europea": si aspettano anche un'unità politica dell'Unione, e se la aspettano come un fatto positivo.

 

Tra un mese, la seconda rilevazione ci consentirà di verificare alcuni trend e di approfondire nuove tematiche di questa "marcia di avvicinamento all'Euro".

 

SINTESI DEL SONDAGGIO CONFCOMMERCIO/CIRM

PER MOLTI ITALIANI È ANCORA UN EUROREBUS

L’euro è ormai quasi nelle nostre tasche, ma più della metà degli italiani (54%) sa ancora poco o nulla della nuova moneta. E, tra gli operatori del commercio, 4 su 10 si trovano oggi più o meno nella stessa situazione.

E’ questo il dato più significativo che emerge dal sondaggio che Confcommercio ha commissionato a Cirm e realizzato tra il 10 e il 15 settembre, in buona parte, quindi, dopo che i tragici attentati terroristici negli Stati Uniti avevano sconvolto il mondo intero.

Quello che è stato messo in piedi, con la collaborazione di Cirm, è un vero e proprio Osservatorio che permetterà di verificare attraverso step successivi (le altre rilevazioni verranno effettuate il 15 ottobre e il 15 novembre 2001) con quale grado di attenzione e di impegno il mercato italiano - consumatori da una parte, imprese dall'altra - si avvicinerà alla scadenza del 1° gennaio 2002.

UN SONDAGGIO TRA VENTI DI GUERRA

Una coincidenza fortuita, non programmata ma che può aver anche condizionato, in qualche misura, le risposte degli intervistati molti dei quali (circa il 62%) dall'11 settembre sono convinti "che il mondo, dopo quello che è accaduto, non sarà più come prima".

E’ probabile, quindi, che i venti di guerra, il timore che l’Italia non possa più far fronte da sola a questa nuova realtà mondiale e le preoccupazioni anche di ordine economico (risparmi salassati in Borsa, indebolimento del potere di acquisto delle famiglie) abbiano spinto una più alta percentuale di intervistati a considerare in modo più positivo non solo l'adozione della moneta unica ma anche lo stesso progetto di unificazione politica dell’Europa che potrebbe diventare un più solido scudo protettivo, anche sotto il profilo economico, per il nostro paese.

Sono pochi però gli intervistati - 10 su 100 - che ritengono che questa unificazione possa essere realizzata in tempi brevi, mentre il 50% ritiene che ci vorranno tempi lunghi con un restante 30% che resta del tutto scettico, invece, sulla possibilità che questo processo possa essere, alla fine, ultimato. Senza opinione il restante 10%.

"MAGARI AVESSIMO UNA MONETA PIU' COMPETITIVA"

Il timore che possa spirare il vento della recessione spinge gli italiani a vedere ora l'Europa come una zona rifugio che possa difendere di più e meglio redditi, risparmi e consumi. Ed è probabilmente sulla scia di queste emozioni che il 60% degli intervistati si augura che la moneta unica europea possa diventare una moneta più forte e quindi più competitiva anche nei confronti del re dollaro. Il 30% ha dato risposte, invece, assai più prudenti mentre il 10% ha dichiarato di non aver ancora opinioni chiare in proposito.

L'EURO RESTA UN'INCOGNITA

Ma il sondaggio Cirm ha cercato di andare più in profondità sulle reali aspettative che l’euro potrà, in questa situazione, creare e il dato che prevale è, per il momento, quello dell'incertezza.

"Nel concreto, per la sua attività - è stato chiesto al campione dei commercianti - l’euro produrrà qualche vantaggio economico o tutto è destinato a restare come prima?".

Non si fa molte illusioni ("sarà come prima") il 62% degli intervistati, teme un brusco peggioramento il 17%, mostra qualche ottimismo il 13%.

"Potranno aumentare - è stato chiesto - con l’euro i consumi?". A mostrarsi per il momento scettico su questa eventualità ("non influirà") è il 60% dei commercianti mentre il 24% teme che vi potrà essere una contrazione. Solo 11 commercianti su 100 appaiono oggi più speranzosi. Ma gli intervistati hanno messo l'accento sulla fluidità di una situazione che, se prevalessero i venti di guerra, potrebbe anche precipitare.

CONSUMATORI INCERTI E PREOCCUPATI

Molta incertezza sulle prospettive economiche regna tra i consumatori. Se il 31% dà per scontato, a seguito dell'ingresso dell'euro, un aumento di prezzi e di tariffe, il 26% la pensa in modo opposto ("ne potremmo trarre qualche vantaggio") mentre il 16% teme soprattutto la circolazione di monete false e il 10% è preoccupato di spendere di più soprattutto viaggiando in Europa.

Ma il ping pong tra i due campioni di intervistati continua. "Quali effetti potrà avere sui consumatori il cambio della moneta?" è stato chiesto ai commercianti. Il 48% teme una fase di incertezza e di disorientamento, il 17% è preoccupato che si verifichi dall’altra parte del bancone una vera e propria psicosi sull’aumento dei prezzi, il 15% ha paura che, avendo in mano le nuove banconote, la clientela spenda con maggiore prudenza.

L'ALLARME TARIFFE

Le opinioni espresse dai due campioni intervistati convergono di nuovo quando si comincia a parlare del problema tariffe. E' il 50% dei consumatori e dei commercianti a temere, all’unisono, che l’introduzione dell’euro possa spingere le amministrazioni pubbliche a far lievitare le tariffe, una preoccupazione che appare oggi più che fondata viste le prese di posizione già assunte, in proposito, da molte Amministrazioni locali che vorrebbero fare leva sugli arrotondamenti per aumentare le tariffe sia nel settore dei trasporti che in quello dei servizi.

Tutti guardano ovviamente a quel che potrà fare in proposito anche il Governo che ottiene peraltro, in questa fase, una buona base di consenso. "Allo scadere dei primi 100 giorni - è stato chiesto ai due gruppi di intervistati - che giudizio personalmente lei dà dell’operato del governo Berlusconi nel suo complesso?" Il 54% dei commercianti e il 49% dei consumatori danno un giudizio, nel complesso, positivo mentre il 46% dei commercianti e il 51% dei consumatori è, complessivamente, sul negativo o dichiara di non essere ancora riuscito a farsi una vera opinione. Evidentemente si attendono risposte dal Governo, anche a causa della situazione internazionale e dei suoi possibili contraccolpi sulla nostra economia, che ancora non sono state date.

"LA RIPRESA? DOPO IL 2002"

Consumatori e commercianti non si fanno molte illusioni - e sicuramente in questa risposta hanno inciso anche i fatti traumatici di questi giorni - sulla possibilità che vi possa essere una ripresa economica in tempi brevi. E’ di questo avviso ("la ripresa ci sarà ma solo nel 2003") il 47% dei consumatori e il 45% dei commercianti a cui si aggiunge l’incertezza ("non so proprio come potranno andare le cose, non so fare previsioni") del 21% dei consumatori e del 16% degli operatori.

"PIU' OCCUPAZIONE, MENO TASSE"

"E per accelerare questa ripresa del mercato cosa deve fare prima di tutto il Governo?" Qui le risposte dei due campioni si divaricano sensibilmente.

I consumatori (68%) ritengono indispensabili provvedimenti che consentano di affrontare prima di tutto il problema dell’occupazione giovanile, il 17% ritiene, invece, che per prima cosa sia necessario ridurre l’Irpef, il 6% - leit motiv che ritorna nel corso di tutto il sondaggio - chiede il blocco delle tariffe.

I commercianti affrontano il problema in una diversa ottica e fissano una diversa scala di priorità che vede al primo posto (53%) una nuova politica fiscale con l’abbattimento dell’Irap e la revisione delle aliquote Irpef, al secondo (25%) provvedimenti che diano maggiore flessibilità al mercato del lavoro, al terzo (8%)la riforma del Welfare.

"QUANTO VALE ESATTAMENTE UN EURO?"

Ma è arrivato il momento di vedere quante cose sanno veramente o non sanno consumatori e commercianti sull’euro che sta per arrivare.

Gli intervistatori hanno iniziato con una domanda trappola: "quante lire vale esattamente un euro?". Solo il 52% dei consumatori (la risposta esatta è 1936,27 lire) e il 62% dei commercianti non ha sbagliato nemmeno sui decimali mentre rispettivamente il 31% e il 33% hanno dato una cifra sbagliata. Il 17% dei consumatori (il 5% dei commercianti) non ne ha saputo dare nessuna.

BOCCIATI SUGLI ARROTONDAMENTI

Seconda domanda trappola rivolta ai commercianti: "lei sa come si fanno gli arrotondamenti?".

Solo il 29% degli intervistati ha risposto esattamente mentre il 24% ha dato una risposta sbagliata e ben il 47% ha fatto scena muta. E questo conferma la necessità di potenziare, nelle prossime settimane, una campagna di comunicazione che, fino ad ora, è stata senza dubbio troppo episodica e troppo da addetti ai lavori (banche e istituti finanziari).

"E DELLE LIRE CHE NE FACCIAMO?"

Se tutti o quasi (l’87% di entrambi i campioni) hanno ormai impressa bene nella memoria la data in cui entrerà in vigore la nuova moneta, solo il 52% dei consumatori e il 64% dei commercianti sa che il periodo di transizione durerà soltanto due mesi.

Si entra, poi, nelle nebbie quando si chiede agli intervistati per quanto tempo ancora, dopo questi due mesi, si potranno cambiare le vecchie lire.

Il livello di disorientamento insomma appare notevole e sarà bene affrontare questo problema al più presto.

"LA TRAPPOLA DEGLI ASSEGNI POSTDATATI"

 

"Se le capitasse oggi di essere pagato con un assegno in lire postdatato che porti, ad esempio, la data del 2 gennaio 2002, lei cosa farebbe?". Solo il 37% del campione della popolazione ha saputo dare la risposta esatta (l’assegno non ha più valore) e questo è un campanello d’allarme che dovrebbe far riflettere perché, in mancanza di una seria campagna di informazione, il rischio di possibili truffe a danno dei cittadini resta molto alto.

Come manca ancora una campagna di informazione che metta in guardia sulla circolazione delle monete false, problema che, nei due mesi di transizione, non riguarderà solo le banconote dell'euro ma anche quelle di tutti i paesi europei. E' certo, infatti, che grandi e piccole organizzazioni criminali faranno di tutto per smaltire tutto quel che di falso hanno prodotto che rischia, se non verrà smaltito in tempo, di diventare carta straccia. Per questo sarà indispensabile predisporre severe misure di vigilanza e di contrasto da parte delle strutture di sicurezza.

"MA AL CLIENTE CHE RESTO DARAI?"

Il sondaggio si allarga quindi al problema delle modalità operative che interessano soprattutto i commercianti i quali, con l’avvento dell’euro, si troveranno proprio sulla linea del fuoco. "Come pensa di dare i resti ai clienti in questo periodo di doppia circolazione?". Prevalentemente in euro ha risposto il 42% degli intervistati, come capita (il 15%), a seconda della disponibilità di monete e banconote (il 14%), come chiede il cliente (il 13%). Ma il 42% dei commercianti non sa ancora da quale data sarà possibile acquistare i famosi euro kit per il pre-rifornimento.

"ASPETTO LA TREMONTI-BIS"

C’è poi il problema dell’adeguamento delle attrezzature e delle strutture della distribuzione. Il 44% ha già provveduto ad aggiornare il software del registratore di cassa, il 19% ha proprio cambiato tutto mentre c’è ancora un 37% - e non è certo poco - che è ancora in stand-by.

Ciò è spiegabile anche con il fatto che il 43%, per cambiare le attrezzature, vorrebbe avvalersi delle agevolazioni previste dalla legge Tremonti-bis che però, dovendo essere approvata dal Senato, non è ancora operativa.

Se è evidente che la maggioranza della popolazione e dei consumatori cercherà di attingere informazioni sull’euro direttamente agli sportelli delle banche, tutti i commercianti intervistati non solo ritengono necessaria una larga campagna di sensibilizzazione dei consumatori ma anche il sostegno delle associazioni di categoria e dello Stato per corsi di formazione che consentano al personale di poter far fronte alle nuove esigenze dei consumatori.

Quella della formazione è un’esigenza assai sentita ma per la quale, preoccupato per le spese che potrà comportare, il 64% degli intervistati vorrebbe ricorrere a supporti esterni possibilmente a costo zero.

CONCLUSIONI

 

1) L’informazione sull’euro è ancora assai scarsa e continuano ad esistere vere e proprie sacche di black out. Bisogna porre rimedio al più presto a questa situazione che potrebbe sfuggire di mano, anche a causa dei recenti avvenimenti internazionali che contribuiranno a distrarre l’opinione pubblica dalle problematiche connesse all'euro.

Il ruolo più importante dovrebbe essere svolto dalla televisione che dovrà rafforzare nei propri palinsesti la presenza di programmi di divulgazione (giochi a quiz, spettacoli, ecc.) che possano attirare anche il grande pubblico dei non addetti ai lavori. Anche la Pubblica Amministrazione e tutto il sistema bancario dovranno fare altrettanto.

Confcommercio non intende sottrarsi alle sue responsabilità e, difatti, ha già attivato una serie di iniziative volte a fornire ogni genere di informazione sia alle imprese che ai consumatori. In questo quadro, ha prodotto anche una serie di "guide" che aiutano l’operatore e l’utente ad orientarsi meglio sia sulle procedure sia sull’uso delle nuove banconote e monete che sostituiranno la lira. Per un maggiore dettaglio sul programma di Confcommercio rinviamo il lettore alla seconda parte di questo dossier nella quale si illustrano, tra le altre, le iniziative che si stanno assumendo per affrontare un problema ancora più delicato e difficile, quello della formazione e dell’addestramento del personale impiegato nelle attività commerciali.

2) L’introduzione della moneta unica è un momento importante anche perché dovrebbe essere utilizzata come occasione per il rilancio di un mercato che da troppo tempo è in fase di stagnazione. Ciò significa che l’avvio dell’euro dovrebbe essere accompagnato, da parte del Governo, da una serie di concreti interventi soprattutto a sostegno del potere di acquisto delle famiglie e di quei settori, come il turismo ad esempio, che, a causa della situazione internazionale che stiamo vivendo, potrebbero subire contraccolpi negativi assai maggiori di quelli che stanno già subendo.

3) La nuova moneta deve circolare in condizioni di massima sicurezza. Il che vuol dire combattere con adeguati strumenti i tentativi che le organizzazioni criminali metteranno in atto. Segnali, in questa direzione, già ce ne sono: il potenziamento, soprattutto nella fase di transizione, delle reti di riciclaggio di denaro sporco o di banconote false.

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