"Giù le imposte sui carburanti", parte la raccolta firme

"Giù le imposte sui carburanti", parte la raccolta firme

Figisc ed Anisa Confcommercio annunciano l'avvio dal primo giugno di un'iniziativa a tappeto con al centro il problema dell'eccessiva tassazione dei carburanti.

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17 maggio 2012

Figisc ed Anisa Confcommercio annunciano l'avvio dal primo giugno di un'iniziativa a tappeto con al centro il problema dell'eccessiva tassazione dei carburanti: "abbiamo già rimandato l'avvio di questa operazione per vedere se si intendevano assumere provvedimenti, quali, ad esempio, la sterilizzazione dell'Iva: niente del genere è accaduto. Avvieremo dal prossimo mese su tutto il territorio nazionale, presso tutti gli impianti della rete distributiva ordinaria ed autostradale e presso il sistema di Confcommercio-Imprese per l'Italia, d'intesa con tutti i soggetti che la vorranno condividere, una raccolta di firme a sostegno di una petizione popolare di massa per la riduzione delle imposte sui carburanti. E oltre a ciò, considerato che lo Stato - con un carico fiscale superiore al 55 % del prezzo - è diventato ormai il vero soggetto regolatore di questo mercato, chiediamo il ripristino del regime dei prezzi amministrati per questo bene indispensabile alla mobilità degli italiani e che si faccia garante non solo della trasparenza dei prezzi, ma anche di quelli che devono essere i margini sia delle aziende petrolifere sia dei gestori degli impianti", dicono le due organizzazioni. "Nel giro di poco più di tredici mesi, dall'inizio dell'aprile 2011 a questa parte il prezzo dei carburanti è aumentato mediamente tra benzina e gasolio di 27,5 centesimi al litro: di questi, 6,6 centesimi (Iva compresa) sono dovuti all'aumento delle quotazioni internazionali dei prodotti, e ben 20,9 centesimi all'incremento delle imposte. In altre parole il 76 % degli aumenti è da attribuirsi alle maggiori imposte, situazione che non ha eguali in nessun Paese comunitario. Abbiamo le imposte sui carburanti più alte dell'intera Europa comunitaria e, di conseguenza, il prezzo più alto, nonostante dall'inizio di maggio la benzina sia diminuita di ben 7,5 centesimi al litro ed il gasolio di 3,2", denuncia Luca Squeri, presidente nazionale della Figisc. "Consumatori, famiglie, imprese sono all'esasperazione. La maggiore voce che contribuisce all'inflazione è il prezzo dei carburanti, i benzinai stanno agonizzando a causa dei crescenti costi di gestione, dell'esaurimento delle linee di credito, delle scelte commerciali di un settore che è esso stesso in crisi, dalla raffinazione (che ha accumulato miliardi di euro di perdite negli scorsi anni) alla distribuzione (che ha depresso i margini sotto la soglia critica); a ciò si aggiunga che la stangata fiscale sui carburanti, sovrappostasi alla recessione economica, ha letteralmente 'falciato' i consumi: nei primi quattro mesi del 2012 si sono persi quasi 1.400 milioni di litri rispetto allo stesso periodo dell'anno scorso (- 10 %) ", prosegue Squeri. "Senza un'inversione di rotta si rischia un cortocircuito definitivo dei consumi delle famiglie e dell'economia delle imprese, che per di più dimostra il flop delle previsioni di entrata derivanti dalla manovra di aumento delle accise del decreto Salva Italia", dichiara a sua volta Stefano Cantarelli, presidente nazionale Anisa. "Il Governo affronti questa emergenza con una revisione responsabile della sua politica fiscale su questi consumi necessari a garantire la mobilità del Paese: riduca il peso delle accise sui carburanti ripristinando la situazione ante 7 dicembre 2011, quando fu deciso l'aumento in un solo giorno di 10 centesimi per la benzina e di 14 per il gasolio", conclude Cantarelli.

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