"La mappa della criminalità regione per regione"

"La mappa della criminalità regione per regione"

Indagine Confcommercio-Gfk Eurisko

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18 ottobre 2007

I "macro numeri" dell'indagine

Più di un terzo delle imprese italiane (37%) percepisce un peggioramento dei livelli di sicurezza negli ultimi 2-3 anni; la lettura del dato a livello territoriale, pur con una diversa significatività statistica rispetto al dato nazionale, indica, nelle regioni del Centro-Nord, una maggiore percezione di un aumento di furti e rapine e, nelle regioni meridionali, una maggiore percezione dei fenomeni del racket e dell'usura; un'Italia, quindi, spaccata a metà sul grado di "sensibilità" degli imprenditori alle tipologie di fenomeni criminali ma che si ritrova unita di fronte alle misure più efficaci per aumentare la sicurezza delle imprese: certezza della pena (53%) e una maggiore protezione sul territorio (50%) sono, infatti, le principali richieste che, senza particolari distinzioni territoriali, provengono dalle imprese. Segue, al terzo posto, la collaborazione con le forze dell'ordine (35%).

Tra le misure di protezione adottate contro il racket, il 40% delle imprese dichiara di averne adottata almeno una, con una maggiore "reattività" di Campania, Puglia, Sicilia e Lombardia che ricorrono, in particolare, ad assicurazione, vigilanza privata, telecamere come forme di difesa, mentre il minor ricorso a misure cautelative si registra in Sardegna, Piemonte, Valle d'Aosta, Abruzzo e Molise, nelle quali oltre il 50% delle imprese non ne ha adottata nessuna; molto basso un po' ovunque il ricorso alle denunce (vi ricorrono in media solo il 5% delle imprese, con l'eccezione di Campania, Sicilia e Puglia, le uniche sopra la media con rispettivamente il 12%, l'11% e il 10%), situazione derivante verosimilmente da una scarsa fiducia del loro esito: questi i principali risultati che emergono da un approfondimento dell'indagine Confcommercio-Gfk Eurisko che fornisce una mappa, regione per regione, della percezione dei fenomeni della criminalità da parte degli imprenditori del commercio, del turismo e dei servizi.

La percezione del livello di sicurezza

Il livello di sicurezza è maggiormente percepito in peggioramento nel Nord-Est ed in parte del Centro, soprattutto a causa di furti e rapine, mentre per l'8% delle imprese siciliane e per il 7% di quelle pugliesi è migliorato. Al Sud, però, sono percepite in aumento estorsioni ed usura.

Più di un terzo delle aziende (37%) ha la percezione che negli ultimi 2-3 anni i livelli di sicurezza siano peggiorati, mentre sono pochissime (4%) quelle che hanno percepito un miglioramento; per la maggioranza la situazione è stabile.

Il peggioramento è maggiormente percepito nel Nord-Est ed in alcune regioni del Centro: Emilia Romagna (49%), Toscana (44%), Veneto (42%), Umbria e Marche (41%). Un segnale di miglioramento si rileva invece in Puglia ed in Sicilia più che nelle altre zone (rispettivamente 8% e 7% delle imprese in queste regioni dichiara che i livelli di sicurezza per la propria impresa sono migliorati negli ultimi 2-3 anni).

Tab. 1 – Pensando alla Sua attività, Lei direbbe che negli ultimi 2-3 anni i livelli di sicurezza sono ... (dati in %)(*)

  Tot. Piemonte / Val D'Aosta Lombardia Liguria Trentino + Friuli Veneto E.R. Toscana Umbria + Marche Lazio Abruzzo + Molise Campania Puglia Basilicata + Calabria Sicilia Sardegna
Migliorati 4 5 3 4 2 4 2 1 1 2 4 6 8 2 7 5
Rimasti uguali 57 55 59 64 68 50 48 53 57 58 66 60 62 53 59 67
Peggiorati 37 37 36 33 27 42 49 44 41 38 28 31 29 38 34 23
Mancata risposta 2 3 2 - 4 4 1 2 2 1 2 3 1 7 - 5
Fonte: indagine Confcommercio-Eurisko

Esaminando singolarmente le diverse tipologie di crimini, è la percezione di un aumento in furti e rapine ad impattare sulla sensazione di peggioramento rilevata in Veneto, Emilia Romagna, ed Umbria e Marche. Invece, nonostante il maggiore ottimismo dichiarato da Puglia e Sicilia sui crimini in generale, in molte regioni del Sud, più che al Nord, si nota un peggioramento per quanto riguarda estorsioni ed usura:

  • un aumento delle estorsioni viene percepito maggiormente in Campania, Calabria e Basilicata;
  • un incremento dell'usura in Campania, Puglia, Abruzzo e Molise, Sicilia.

Tab. 2 – Sempre pensando alla Sua attività, come valuta l'andamento negli ultimi 2-3 anni dei crimini di seguito indicati? (dati in %)(*)

Sono aumentate: Tot. Piemonte / Val D'Aosta Lombardia Liguria Trentino + Friuli Veneto E.R. Toscana Umbria + Marche Lazio Abruzzo + Molise Campania Puglia Basilicata + Calabria Sicilia Sardegna
Furti 51 47 54 48 50 59 62 54 55 51 44 41 41 50 37 37
Rapine 37 34 37 40 28 41 47 37 41 31 26 34 40 28 34 33
Usura 16 14 12 19 18 15 14 15 12 15 21 28 22 16 20 14
Estorsioni 15 14 10 11 13 17 15 15 10 15 13 26 17 25 15 16
Fonte: indagine Confcommercio-Eurisko

Il fenomeno dell'estorsione

Notevole lo scarto tra regioni del Nord e del Sud per quanto riguarda l'esperienza – diretta o indiretta – l'estorsione.

Se l'11% dei rispondenti dichiara di conoscere persone che svolgono lo stesso tipo di attività e hanno ricevuto minacce o intimidazioni per finalità di estorsione, in Sicilia la percentuale si alza fino al 17%, in Puglia al 19%, in Basilicata e Calabria al 24%, in Campania al 28%. Le percentuali più basse (3%) in Sardegna, nelle Marche e in Umbria (5%), Trentino e Friuli (6%). E mentre la percentuale di chi dichiara di aver personalmente ricevuto minacce si attesta a livello nazionale intorno all'8% del tot. rispondenti, in Basilicata e Calabria questa sale al 12%, in Sicilia al 15%, In Puglia al 22%, in Campania al 30%. Percentuale che crolla addirittura al 2% in Umbria, Marche, Trentino e Friuli.

Tab. 3 – Pensando a persone che svolgono attività simili alla Sua, Lei conosce qualcuno che abbia ricevuto minacce o intimidazioni per finalità di estorsione? Lei personalmente ha mai ricevuto minacce o intimidazioni per finalità di estorsione? (dati in %)(*)

  Tot. Piemonte / Val D'Aosta Lombardia Liguria Trentino + Friuli Veneto E.R. Toscana Umbria + Marche Lazio Abruzzo + Molise Campania Puglia Basilicata + Calabria Sicilia Sardegna
Conosce qualcuno che ha ricevuto minacce 11 11 8 9 6 9 9 8 5 12 8 28 19 24 17 3
Ha personalmente ricevuto minacce 8 6 6 3 2 7 5 5 2 8 6 30 22 12 15 6
Fonte: indagine Confcommercio-Eurisko

Le misure di contrasto e prevenzione: cosa chiedono le imprese

Sicurezza per le imprese e prevenzione del racket: misure reputate efficaci e misure effettivamente adottate.

Le imprese, senza enormi differenziazioni territoriali, mettono ai primi posti fra le misure efficaci per contrastare criminalità e racket la certezza della pena (53%), ed una maggiore protezione sul territorio (50%).

Liguria, Lombardia, Sicilia ed Emilia Romagna sono le regioni nelle quali più delle altre gli imprenditori intervistati riterrebbero efficace come misura di contrasto la certezza della pena (con una percentuale di risposta rispettivamente del 62%, 58%, 58% e 57%), mentre una maggiore protezione sul territorio viene richiesta soprattutto in Sicilia (57%), Emilia Romagna (57%), e Lazio (53%).

Segue, al terzo posto fra le misure citate, la collaborazione con le forze dell'ordine (35%) ma con delle differenze notevoli fra regione e regione che superano anche i 20 punti percentuali di scarto fra il Trentino/Friuli (49%) e la Sicilia (25%).

Tab. 4 – Quali iniziative tra quelle indicate ritiene più efficaci per la sicurezza della Sua impresa? (dati in %)(*)

  Tot. Piemonte / Val D'Aosta Lombardia Liguria Trentino + Friuli Veneto E.R. Toscana Umbria + Marche Lazio Abruzzo + Molise Campania Puglia Basilicata + Calabria Sicilia Sardegna
Certezza della pena 53 52 58 62 49 54 57 49 51 50 48 54 49 39 58 50
Maggiore protezione sul territorio 50 49 51 37 39 49 57 52 52 53 48 46 48 50 57 45
Collaborazione con le Forze dell'Ordine 35 35 35 37 49 38 29 38 41 30 35 32 28 32 25 28
Poliziotto di quartiere 21 17 21 36 16 18 25 20 23 22 19 27 30 21 22 13
Attività di prevenzione 20 16 19 16 21 20 19 21 19 16 20 30 16 14 18 28
Associazionismo antiracket 5 5 6 4 6 4 4 4 2 3 2 6 7 3 8 2
Fonte: indagine Confcommercio-Eurisko

Circa il 40% delle imprese dichiara di aver adottato misure cautelative nei confronti del racket (più attive in questo senso Puglia, Sicilia, Campania, Lombardia, Basilicata e Calabria). Tra le misure adottate prevalgono, nell'ordine, l'assicurazione (più diffusa in Puglia, Emilia Romagna e Lombardia), la vigilanza privata (più usata in Puglia, Campania, Lazio e Veneto), le telecamere e le vetrine corazzate. Maggiore l'incidenza delle denunce nelle regioni del Sud (in particolare in Campania, Puglia, Sicilia).

Tab. 5 – Che genere di misure cautelative ha preso nei confronti del racket? (dati in %)(*)

  Tot. Piemonte / Val D'Aosta Lombardia Liguria Trentino + Friuli Veneto E.R. Toscana Umbria + Marche Lazio Abruzzo + Molise Campania Puglia Basilicata + Calabria Sicilia Sardegna
Almeno una 40 33 44 33 31 43 41 39 32 39 33 48 55 43 46 23
Assicurazione 18 18 21 16 13 19 21 16 11 20 15 18 25 15 15 5
Vigilanza privata 17 13 17 12 11 21 16 19 16 22 12 26 28 19 17 6
Telecamere 14 12 18 13 12 14 14 13 10 7 11 15 19 16 18 12
Vetrina corazzata 11 9 12 10 9 12 12 9 10 7 11 13 11 6 17 6
Denuncia 5 5 5 2 4 4 3 2 3 3 3 12 10 6 11 6
Richiesta informale protezione Polizia 5 6 5 6 7 7 3 4 3 7 3 4 5 1 4 2
Nessuna 40 51 41 40 40 39 37 42 47 36 51 37 26 31 33 54
Fonte: indagine Confcommercio-Eurisko

Il confronto fra le misure cautelative ritenute più efficaci e quelle effettivamente adottate rivela uno squilibrio a favore delle iniziative pubbliche per quanto riguarda le prime, ed in favore delle private per le seconde: le misure ritenute più efficaci presuppongono cioè la presenza fattiva dei poteri giuridici ed esecutivi dello Stato, mentre quelle adottate sono principalmente a carattere privato.

Risulta solo apparentemente contraddittorio il fatto che, ritenendo più efficace l'intervento della "legge" nel contrastare la criminalità, per cautelarsi contro il racket non si richieda in primo luogo la protezione della Polizia, (denunce e richieste di protezione alle Forze dell'Ordine rappresentano solo il 5% delle risposte), ma ci si basi principalmente su quello che si può fare nel privato e limitatamente al proprio stretto ambito (assicurazione, vigilanza, telecamere, ecc.).

La prevalenza delle citazioni riguardanti la certezza della pena come strumento per combattere il racket potrebbe indicare che la bassa percentuale di denunce derivi anche da una scarsa fiducia riposta nel loro esito (le iniziative private sono meno efficaci, ma almeno funzionali...), ma anche che chi ha la forza di denunciare vuole, o vorrebbe avere, la garanzia di non vedere nuovamente "in giro" i propri persecutori.

A tal fine è opportuno ricordare che considerando l'8% di intervistati che ha dichiarato di aver ricevuto minacce dirette per scopi di estorsione e moltiplicando (con un procedimento senz'altro approssimativo) questa percentuale per le imprese del commercio al dettaglio, inclusi alberghi e pubblici esercizi (per un tot. di 1.180.000 imprese), si ottengono circa 95.000 minacce, solo a scopo estorsivo e solo nel campo del commercio, contro il dato del Viminale che rileva 5.300 estorsioni denunciate nel 2006; un confronto che evidenzia, pur con le citate cautele di tipo metodologico, quanto tali reati siano fortemente sotto-denunciati, considerazione da tenere sempre presente.

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(*) Il tasso di risposta al questionario: nel Triveneto la percentuale più alta di risposte, in Sicilia la più bassa.
Su 60.000 questionari spediti all'inizio della rilevazione sono rientrati 3.750 questionari compilati. Il tasso di risposta all'indagine risulta dunque pari al 6,3%, in linea con quanto si rileva in genere nelle indagini postali. Il tasso di risposta presenta tuttavia delle differenze significative a livello territoriale. In genere maggiore al Centro-Nord rispetto al Sud, raggiunge i livelli più alti in Trentino/Veneto/Friuli (9,5%), in Lombardia (9%), in Emilia Romagna (8,6%), e nelle Marche/Umbria (8,3%). In proporzione, meno questionari sono rientrati invece dalla Sicilia (2,3%), dalla Campania (2,4%), e dalla Puglia/Basilicata/Calabria (3,3%).
Considerando il tasso di risposta come un parziale indice di interesse e sensibilità ai temi in esame, la diversità a livello territoriale evidenzia una maggiore volontà di condivisione e partecipazione in alcune aree del Nord e del Centro, e minore al Sud ma anche una variabile da tenere in considerazione nell'interpretazione degli altri dati di ricerca, visto che è ragionevole ipotizzare che il fenomeno di autoselezione (e conseguente possibile sovrastima dei dati) sia più marcato nelle aree dove il tasso di risposta risulta più basso della media (nella logica che meno sono le persone che hanno partecipato all'indagine in una determinata zona, più ci si può aspettare che queste rappresentino un segmento particolarmente sensibile ai temi affrontati).

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