"Meno burocrazia per far crescere le imprese"

"Meno burocrazia per far crescere le imprese"

L'ultima sessione della prima giornata del Forum dei Giovani Imprenditori è stata dedicata al delicato tema del rapporto tra burocrazia e imprese, "Meno burocrazia per far crescere le imprese". Maroni: "L'Europa come il Leviatano di Hobbes".

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9 novembre 2012

Venezia - L'ultima sessione della prima giornata del Forum dei Giovani Imprenditori è stata dedicata al delicato tema del rapporto tra burocrazia e imprese, "Meno burocrazia per far crescere le imprese". La sequenza degli interventi, moderati dal vice direttore del Tg1, Gennaro Sangiuliano, è stata aperta Luca Antonini, dell'Università di Padova. "Stiamo mettendo toppe a un vestito che e vecchio, dobbiamo prendere atto che in Italia qualcosa non funziona più". "La parte organizzativa della nostra Costituzione - ha detto Antonini - è ormai decrepita rispetto ai cambiamenti di questi anni. Questo discorso vale per la struttura del Parlamento, per i tempi della giustizia civile e cosi via. E non è possibile pensare di mettere semplicemente delle toppe. I nostri problemi sono strutturali non ciclici e finché non ci metteremo mano non torneremo a crescere". L'intervento di Luigi Furini, autore di "Volevo solo vendere la pizza. Le disavventure di un piccolo imprenditore" si è incentrato sulla spiegazione di come la burocrazia possa essere un ostacolo insormontabile per chi voglia fare impresa. A prendere la parola è stato poi il segretario della Cisl, Raffaele Bonanni. "Siamo in presenza di una situazione che è come quella di un cane che si morde la coda. I soldi delle tasse che fine fanno? - si è chiesto Bonanni- l'apparato amministrativo succhia risorse e la pressione fiscale in questi anni è cresciuta parallelamente proprio per mantenere questo apparato senza dare in cambio servizi aggiuntivi". "Il nostro apparato si può confrontare facilmente con quello francese. Loro sono rimasti con Stato, Provincie, Comuni mentre noi abbiamo moltiplicato per tre ruoli e funzioni". Secondo Bonanni, "la classe politica non controlla e indirizza la vita economica del Paese ma la controlla direttamente". "Questa è la realtà di un Paese - ha aggiunto il leader della Cisl - in cui non si riescono a tagliare neanche le Province". Bisogna costruire un impianto coerente che funzioni e consenta una gestione più simmetrica faccia funzionare realmente il decentramento". "Bisogna ridurre la spesa corrente - ha concluso Bonanni - e lavorare molto per lavorare meglio e rendere i nostri territori più ospitali per gli investimenti". A chiudere la serie degli interventi è stato il segretario federale della Lega Nord Padania, Roberto Maroni. "Oggi - ha detto Maroni - vedo ritornare il Leviatano di Hobbes nel progetto di Europa che si sta costruendo". "Ci sono una quantità di norme burocratiche e regolamenti in materia di lavoro e sicurezza del lavoro sono di matrice europea perché è la Commissione Europea che vuole standardizzare tutto". "Io difendo la burocrazia - ha aggiunto Maroni - perché in quanto tale non è un male, se funziona correttamente. Noi dobbiamo curare la degenerazione del sistema burocratico, l'autoreferenzialità e l'irresponsabilità". "E' un sistema potentissimo, in grado persino di disapplicare le leggi dello Stato". "Nel 1994 - ha ricordato Maroni - come ministro dell'Interno ho fatto una circolare che aboliva le circolari interpretative. Finito il mio incarico dopo sei mesi, la circolare in questione è stata abolita". "La crisi - ha detto ancora Maroni - è aggravata dal fatto che gli stati nazionali hanno perso la loro sovranità nei confronti dell'Unione Europea che non è certo in grado di gestire meglio degli Stati nazionali il problema".

Ugo Da Milano

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