"Parla" italiano il natale degli immigrati

"Parla" italiano il natale degli immigrati

Gli stranieri che vivono in Italia spendono più degli italiani per le feste natalizie105/07
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Roma, 15.12.2007

 

 

Gli stranieri che vivono in Italia spendono più degli italiani

per le feste natalizie

 

 

“PARLA� ITALIANO IL NATALE DEGLI IMMIGRATI

 

 

Impiegano la tredicesima per acquistare regali (63%) e per pagare le bollette (37%), ma ne mandano anche una parte a casa (35%); sono più propensi degli italiani a regalare abbigliamento (60%), giocattoli (39%), prodotti tecnologici (23%) ed enogastronomici (21%); sono più ottimisti dei nostri connazionali nelle previsioni di spesa rispetto al 2006 (sarà più elevata per il 31% degli stranieri contro 19% degli italiani); acquistano soprattutto nei centri commerciali (67%) e nei mercatini (26%); addirittura pensano di spendere quasi il doppio degli italiani per il pranzo di Natale (83 euro contro i 44 degli italiani) e di Capodanno (93 euro contro 53): è vivace e sorprendente l’identikit degli immigrati che vivono nel nostro paese che emerge dall’indagine “Usi e costumi di italiani e migranti in occasione delle festività natalizie� realizzata da Confcommercio e Demoskopea su un campione rappresentativo di italiani e di immigrati delle 7 comunità più numerose sul nostro territorio (albanese, marocchina, romena, cinese, ucraina, filippina e tunisina).

 

Festeggiare Natale e Capodanno

Le festività di Natale e Capodanno risultano sensibilmente diffuse sia all’interno della popolazione italiana che all’interno delle diverse comunità migranti presenti sul territorio italiano.

La quasi totalità di entrambi i campioni si dichiara infatti intenzionata a festeggiare il Natale (99,1% degli italiani e 90,8% dei migranti) così come il Capodanno (98,9% degli italiani e 94,6% dei migranti).

La propensione a festeggiare in occasione di Natale e Capodanno risulta quindi una tendenza trasversale rispetto alla diverse culture di origine.

 

Il dono di Natale (pag. 15-16-17)

Un’altra tendenza che risulta condivisa è la scelta di acquistare e scambiare doni in occasione delle festività natalizie. La tendenza emersa e la sua trasversalità svelano una forte e comune attribuzione di significato “laico� al dono. Esso infatti viene inteso più nel suo valore simbolico ed antropologico di reciprocità, anche indipendentemente da significati strettamente religiosi, che sarebbero difficilmente condivisibili alla luce di diverse appartenenze culturali-religiose.

Circa l’80% degli intervistati (82,9% di italiani e 81,3% di migranti) farà doni per Natale e la differenza tra i due campioni risulta praticamente impercettibile. I regali costituiscono, infatti, per italiani e per migranti, la prima voce di spesa di dicembre (73,2% degli italiani e 63% di migranti).Al secondo posto, e ancora indistintamente per italiani e migranti, segue la voce delle bollette che rappresentano, invece, le spese imposte ed inevitabili (55,8% di italiani e 37,2% di migranti) e non le spese scelte e di “espressione� simbolica.

 

Alcune voci appaiono, invece, in grado di segmentare in modo netto le abitudini e le scelte di spesa dei due campioni. L’invio di soldi a familiari caratterizza, come prevedibile, il campione dei migranti (34,8% contro l’1,2% di italiani); le spese per prodotti alimentari natalizi caratterizzano invece con maggiore forza le voci di spesa del campione italiano (36,6% di italiani rispetto al 26,9% di migranti).Anche le spese destinate all’acquisto di prodotti per la persona (non finalizzate al dono) e all’addobbo natalizio risultano più accentuate tra gli italiani.

 

Il tipo di regalo

Presso la netta maggioranza di entrambi i campioni che ha dichiarato di essere intenzionata a fare regali, sembrano comuni anche le preferenze accordate alle diverse categorie di prodotti da acquistare.

Prevalgono i settori merceologici dell’abbigliamento e dei giochi che, presumibilmente, identificano rispettivamente i destinatari adulti e i destinatari bambini dei doni.

Si segnala una differenza apprezzabile tra le percentuali di indecisi: coloro che non hanno ancora deciso cosa regalare a parenti e amici sono più concentrati tra gli italiani (13,7% contro l’1% dei migranti).Questo fa supporre una maggiore importanza attribuita al dono natalizio da parte dei migranti e, probabilmente, una maggiore quota di energie destinate alla sua scelta.

Coerentemente sono da segnalare percentuali più elevate, relative al campione dei migranti, per tutti i settori di mercato considerati esclusi i libri (penalizzati probabilmente da una non soddisfacente disponibilità di mercato).

Ma è anche importante segnalare che parte delle risposte e parte delle differenze tra i due campioni è probabilmente attribuibile ad una sorta di effetto di “desiderabilità sociale� maggiormente avvertito dal campione dei migranti. Questo effetto spinge il rispondente a conformarsi, attraverso le sue dichiarazioni, agli atteggiamenti e ai comportamenti avvertiti come maggiormente condivisi e apprezzabili dall’opinione pubblica italiana.

Si tratta di un segnale forte del desiderio dei migranti di integrarsi pienamente nella realtà sociale in cui attualmente vivono.

 

I regali tecnologici (pag. 18)

Il 15,7% degli italiani sceglie di acquistare prodotti tecnologici per fare regali, mentre tra i migranti questa scelta coinvolge ben il 22,7% del campione.

Le scelte appaiono nel complesso trasversali: tuttavia alcuni prodotti considerabili ancora di “nuova generazione� (es. navigatore satellitare, tvfonino o palmare), riguardano in percentuali più elevate gli italiani, rispetto ai migranti.

Questi ultimi risultano concentrarsi in misura maggiore su prodotti di gamma più bassa (es. la fotocamera: 17,6% contro il 9,8% degli italiani).

 

I regali enogastronomici (pag. 19)

Il 9,8% degli italiani sceglie di regalare prodotti enogastronomici e ben il 21,1% dei migranti fa questo tipo di scelta.

In entrambi i campioni la tendenza riscontrata è netta: la scelta riguarda prevalentemente prodotti della tradizione italiana (il 92,6% degli italiani che scelgono prodotti enogastronomici e l’85,6% dei migranti si indirizzano infatti verso prodotti della tradizione italiana). Vista la disponibilità sul mercato di prodotti alimentari provenienti da tutto il mondo, questa comune tendenza non può essere imputabile ad una questione di semplice “disponibilità�, quanto piuttosto ad un vero e proprio comportamento, indice di integrazione culturale e culinaria da parte dei migranti.

 

I luoghi di acquisto dei regali (pag. 21)

In netta maggioranza gli acquisti dei regali vengono fatti presso centri commerciali (60,2% di italiani e 67,4% di migranti). Comune è anche la tendenza a concentrare la maggior parte degli acquisti presso uno stesso tipo di canale (centri commerciali o piccoli negozi o mercatini).

Il canale on line risulta ancora decisamente di nicchia per entrambi i campioni (2,0% di italiani e 0,3 % di migranti).

I piccoli negozi sono invece maggiormente frequentati dagli italiani (39,1% contro il 23,4% di migranti) e questo conferma, per la maggior parte dei casi, una loro effettiva e tendenziale maggiore disponibilità economica.

I mercatini sono invece maggiormente considerati e frequentati dai migranti (25,8% contro l’8,3% di italiani).

 

Come festeggiare il Natale (pagg. 22-23-24)

Per entrambi i campioni il luogo di socialità principalmente connesso al Natale risulta inequivocabilmente la “casa�. Il 64,3% degli intervistati italiani trascorrerà il Natale in casa propria (contro il 40,5% di migranti) e il 27,8% in casa di parenti o amici (migranti 27,2%).

Per gli italiani sembra che la tradizione familiare e domestica risulti inalterata e fortemente condivisa. Questa tradizione, pur agli albori nelle comunità migranti, mantiene comunque i suoi tratti “domestici� anche presso questo target: si presenta in percentuali leggermente meno accentuate e in concomitanza a più elevate percentuali di indecisi che non sanno ancora dove e come trascorreranno il Natale (11,4% di migranti contro il 4,6% di italiani).  

Oltre ai tratti domestici del Natale, le comunità di migranti condividono i tratti generali della tradizione italiana: più della metà di coloro che festeggiano il Natale si atterranno infatti alla tradizione italiana (54,2%).

Per quanto riguarda il livello di spesa previsto per il pranzo/la cena di Natale questo si concentra, per entrambi i campioni, in cifre inferiori ai 100 euro a testa, anche se la spesa media risulta decisamente più elevata tra i migranti (83 euro rispetto ai 44 euro degli italiani).Questa differenza significava è motivabile sia alla luce di un già tratteggiato “effetto cortesia�, maggiormente avvertito dai rispondenti del campione migranti, sia da un loro desiderio quasi “ostentativo� (dichiarato e in parte anche fattuale) di festeggiare, concedendosi consumi e spese che abitualmente non caratterizzano il proprio stile di vita e consumo.

 

Come festeggiare Capodanno (pagg. 25-26)

Anche per il Capodanno, così come per il Natale, la casa è vista come il principale e preferito luogo di festeggiamento, anche se la distanza rispetto agli altri possibili luoghi risulta leggermente attenuata. Le percentuali di coloro che si dichiarano intenzionati a festeggiare in casa (propria o di parenti e amici) risultano infatti, in entrambi i campioni, inferiori a quelle relative al Natale (68,1% di italiani e 48,1% di migranti, contro il 92,2% e 67,7% per Natale).Questo risulta coerente con i tratti più tipicamente domestici e familiari attribuiti, in misura maggiore, alla festività del Natale.

Le spese medie previste risultano invece superiori rispetto a quelle del Natale, ma rimangono invariate le differenze tra i due campioni: gli stranieri spenderanno in media 93 euro a testa, mentre gli italiani prevedono una spesa media di 53 euro a testa.

Quanto invece emerge come caratterizzante del Capodanno, rispetto al Natale, è una maggiore quota di indecisi e maggiori percentuali di intervistati che intendono trascorrerlo al ristorante e in vacanza.

 

In sintesi

Il campione dei migranti risulta, nel complesso, molto allineato ai comportamenti e alle scelte di festeggiamento e consumo degli italiani.

I migranti risultano ben disposti a sposare le tradizioni italiane, anche in termini culinari.

Risultano ancor meglio disposti nel dichiarare di voler spendere molto in occasione delle festività.

Festeggiare il Natale e il Capodanno, secondo gli usi e i costumi italiani, sta iniziando a rientrare nelle abitudini e in tradizioni nascenti dei migranti, indipendentemente dal fatto che si tratti di festività appartenenti alla loro cultura di origine.

Sicuramente il processo di laicizzazione delle festività, che da anni è in corso, ha contribuito in modo significativo ad una accentuazione di aspetti consumistici delle feste e, al contempo, ha favorito la trasversalità e la condivisione, nonché una certa omogeneità di comportamenti di consumo, quali ad esempio l’acquisto di regali.

Pur mantenendo alcune peculiarità, spesso implicite nello stesso status di migrante, anche le specifiche scelte di acquisto in ambito di doni risultano in generale vicine a quelle dichiarate dal campione di italiani.

Significativo è infine un atteggiamento di maggiore ottimismo dimostrato dai migranti ed espresso in termini di previsioni di consumo: il 30,7% dichiara che spenderà più dell’anno precedente (rispetto al 19,4% degli italiani).

Rimane perciò innegabile la tendenza a cercare una sorta di integrazione culturale e sociale dichiarando, e anche compiendo effettivamente, forti investimenti di risorse per la celebrazione delle festività natalizie.

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