Bocca: “ripartiamo con un nuovo slancio ed un nuovo approccio”

“Oggi il turismo è una delle componenti primarie del Pil nazionale, ma da tempo ci domandiamo perché sia molto raramente al centro dell’attenzione delle forze politiche ed economiche del nostro Paese. E la risposta va trovata nell’approccio ingiustamente superficiale secondo il quale in un’ Italia intrisa di industrialismo una vera politica dei servizi è un’eresia”.

Parole chiare, quelle con cui il presidente di Confturismo, Bernabò Bocca, ha aperto la sua relazione alla Conferenza di Torino. E tutto questo diventa ancora più assurdo se consideriamo che nel Dna italiano ci sono proprio “accoglienza e tempo libero, ma ci siamo mossi in direzione opposta. Il turismo, per tanto tempo, non è stato considerato un settore produttivo ma un fenomeno sociale”, ha proseguito Bocca. Eppure, “trascurare i numeri del turismo mondiale previsti per il 2020 (vedi articolo allegato, ndr) sarebbe irrazionale e irresponsabile, perché oltre il 50% dei viaggi si genereranno proprio in Europa”. Quanto alla perdita di competitività subita negli ultimi anni dal nostro Paese “deriva – ha proseguito il presidente di Confturismo -  da un’idea sbagliata della trasversalità del turismo, dove la pianificazione dello sviluppo turistico dipende da strategie sviluppate per altri settori produttivi”.

Oggi, comunque, le cose possono cambiare, perché “l’annullamento dei vantaggi competitivi che la recessione comporta instaura le condizioni ideali per chi è rimasto indietro. Confturismo riparte da qui – ha detto Bocca - con un nuovo slancio ed un nuovo approccio. E’ il momento di pianificare con lungimiranza: la domanda mondiale c’è, anche se è latente e sotto nuove forme”.  E “basterebbe guardare la carta geografica – ha concluso Bocca - per capire che l’Italia ha un ruolo sia come destinazione che come hub di ingresso”.

A.     M.