L'Italia delle imprese, le imprese per l'Italia: il manifesto di Confcommercio

L'Italia delle imprese, le imprese per l'Italia: il manifesto di Confcommercio

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29 gennaio 2009

Più riforme, legalità, sicurezza, apertura del mercato e attenzione ai consumatori. Questi i principi ispiratori del manifesto 'L’Italia delle imprese, le imprese per l’Italia' presentato da Confcommercio nella tappa anconitana del Roadshow sulle piccole e medie imprese.

In Europa ed in Italia, sottolinea la Confederazione, le Pmi sono la struttura portante dell’economia reale e dei processi di sviluppo territoriale. Sono quindi una risorsa fondamentale su cui far leva per rispondere alla recessione originata dalla crisi sistemica dei mercati finanziari. E lo sono particolarmente in un’Italia di cui, accanto ad una certa maggiore solidità patrimoniale delle famiglie e del sistema bancario rispetto allo scenario internazionale, costituiscono uno dei principali punti di forza e di tenuta a fronte della crisi in atto e dei suoi sviluppi futuri.

Soprattutto in tempi difficili, “le risorse vanno coltivate. E’ bene che questa consapevolezza sia maturata, in Europa, con lo 'Small Business Act', ossia con la strategia della Commissione europea di valorizzazione dell’impresa diffusa, il cui primo principio è 'think small first'”. Secondo Confcommercio, dunque, i principi, i valori ispiratori delle politiche dedicate alle pmi italiane sono: la tutela della legalità e della sicurezza contro ogni forma di criminalità; il pluralismo imprenditoriale come condizione strutturale di democrazia economica; l’apertura dei mercati e l’attenzione alle ragioni dei consumatori, declinate attraverso una concorrenza a parità di regole; l’impegno per lo sviluppo territoriale e per una maggiore competitività dell’intero sistema-Paese.

Per il rilancio del Paese, Confcommercio, “offre e chiede responsabilità. Offre tutto il proprio impegno per rilanciare crescita, sviluppo, coesione sociale”. Nel dettaglio “chiede una funzione pubblica più efficiente, anche sul versante della giustizia, e una spesa pubblica più produttiva come occasioni di crescita e come condizione per una progressiva riduzione di una pressione fiscale troppo elevata, che avanzi in parallelo al recupero di evasione ed elusione. Il tutto nella prospettiva di un federalismo fiscale fondato su una solida e condivisa cultura della responsabilità nell'utilizzo delle risorse pubbliche e nel ricorso alla tassazione, ma anche nell’ottica di un ordinamento fiscale certo, stabile e semplificato”.

Chiede, inoltre, “un’opzione forte, anche e soprattutto nel Mezzogiorno, per gli investimenti in infrastrutture e per il potenziamento del capitale umano, con un sistema educativo e formativo che riconosca ed apprezzi merito e responsabilità, per irrobustire i fondamentali della crescita e dello sviluppo”. Così come sollecita “soprattutto in questa fase, un rapporto più collaborativo tra banca ed impresa ed il rafforzamento del ruolo dei sistemi di garanzia mutualistica dei fidi”.

Un occhio è puntato poi sul sistema del welfare. Nel documento Confcommercio chiede “che si completi il circuito della flexicurity attraverso la riforma degli ammortizzatori sociali, l’efficienza dei servizi per l’impiego e dei processi di formazione continua, anche rivedendo la struttura di una spesa sociale troppo assorbita dalla spesa previdenziale. E valorizzando la sussidiarietà del welfare contrattuale, nell’ambito di una ora rinnovata architettura della contrattazione che concorrerà al perseguimento di maggiore produttività e, conseguentemente, al miglioramento della dinamica salariale, con scelte incentivanti di riduzione del prelievo fiscale”.

Anche i servizi rivestono un ruolo importante nella visione di Confcommercio che chiede, inoltre, “un'integrazione tra politica industriale e politica per i servizi, nella consapevolezza che, nel futuro del nostro Paese, maggiore e migliore crescita, maggiore e migliore occupazione potranno venire anzitutto dall’economia dei servizi e dai suoi incrementi di produttività. Un’integrazione fondata sulle liberalizzazioni ancora necessarie, a partire dai servizi pubblici locali; sulle semplificazioni degli oneri burocratici, con l’obiettivo della loro riduzione del 25% entro il 2012, ma anche sulla tempestività dei pagamenti da parte delle pubbliche amministrazioni”

Per Confcommercio, infine, “occorrono riforme. Definirle e realizzarle è una responsabilità condivisa: di chi governa e delle parti sociali; delle istituzioni e della politica, di maggioranza e di opposizione. Confrontarsi e cooperare per la migliore formazione delle scelte è un diritto/dovere di tutti, nel reciproco rispetto dei diversi ruoli”.

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