3) Le reazioni dei sindacati

3) Le reazioni dei sindacati

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14 luglio 2009
Tra i sindacati confederali è sicuramente la Cgil quella maggiormente insoddisfatta al termine dell’incontro con il governo pe

Tra i sindacati confederali è sicuramente la Cgil quella maggiormente insoddisfatta al termine dell’incontro con il governo per la presentazione del Dpef. “Il governo – ha detto il segretario generale Guglielmo Epifani - non ha detto una cosa sulle pensioni, né sullo scudo fiscale e neanche sulla social card. Questa è una cosa che non si è mai vista. Il governo è venuto qui e non ci ha detto nulla di cose di cui tutto il paese parla”. “Dall’incontro – ha proseguito Epifani - risposte non ne sono venute e di questo mi rammarico anche perché le cose che abbiamo proposto si possono fare”. “Possibile – ha concluso il segretario della Cgil - che vengono dati soldi a tutti e non ai lavoratori dipendenti?”. Più morbido il commento della Cisl: Raffaele Bonanni ha sottolineato che “la coesione sociale è un obiettivo importante per tutti, bisogna proseguire su questa strada e rafforzare questo elemento”. “E’ giusto - ha spiegato il segretario generale della Cisl- sostenere gli investimenti ma la detassazione deve restare strettamente legata all'acquisto di macchinari e mezzi di produzione. Spero che il Governo ci consegni presto un inventario sulle opere pubbliche bloccate perché ci sono tanti soldi che non vengono spesi al Nord e al Sud”. La Cisl ha proposto al Governo di nominare “venti commissari straordinari ad acta per le opere pubbliche”. “Sul fisco - ha sottolineato Bonanni - occorre alleviare le condizioni delle famiglie. I soldi spesi per la social card e i risparmi per la previdenza vadano al fondo per le famiglie non autosufficienti”. Il segretario generale della Uil, invece, ha chiesto al governo di “spendere finalmente spesi i soldi stanziati per gli investimenti infrastrutturali, di attivare il piano casa, di definire una moratoria per il pagamento dei contributi a favore delle piccole imprese che non licenziano e di ridurre le tasse sulla tredicesima”. Secondo Angeletti, “poiché sul fronte occupazionale abbiamo subito meno degli altri Paesi, si continui nella politica sino ad ora attuata”.

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