56° Assemblea Generale Ordinaria Federalberghi - Confturismo

56° Assemblea Generale Ordinaria Federalberghi - Confturismo

Roma, 7 marzo 2006

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7 marzo 2006
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Cari Amici,

ho accolto con particolare piacere l’invito dell’amico Bernabò Bocca â€" Presidente di Federalberghi e Vice-Presidente Vicario di Confcommercio -  a  portare, oggi, il saluto della Confederazione in occasione della Vostra Assemblea nazionale.

Con particolare piacere: e lo dico davvero senza alcuna retorica o ritualità.

Per me, per la Confederazione tutta è, infatti, l’occasione per ribadire che, nel progetto di una sempre più qualificata missione di rappresentanza dell’economia e delle imprese del terziario di mercato,  la capacità di analisi e di proposta della Vostra Federazione â€" e, più in generale, dell’intero sistema organizzativo che si riconosce nell’esperienza di Confturismo â€" è chiamata a svolgere un  ruolo determinante.

Perché il “cuore� di questo progetto sta nella volontà di contribuire a rimettere in moto il nostro Paese. Nella piena consapevolezza delle sfide competitive con cui è chiamato a confrontarsi, ma anche nel fermo convincimento del fatto che la partita non è persa e che questo Paese ha, a tutt’oggi, le risorse necessarie per giocarla e per vincerla.

Sono, anzitutto, le risorse dei suoi imprenditori e delle sue imprese e â€" in particolare â€" degli imprenditori e delle imprese del terziario. Imprenditori e imprese che, pur in anni difficilissimi, hanno tenuto in piedi l’economia del Paese e hanno contribuito alla crescita dell’occupazione.

E lo hanno fatto quasi “nonostante tuttoâ€�. Cioè “nonostanteâ€� â€" per dirla in estrema sintesi â€" la disattenzione â€" persistente e di lungo, di lunghissimo periodo â€" della politica nei confronti del sistema dei servizi.

Una disattenzione che, nel nostro Paese, ha fortemente ritardato il riconoscimento del fatto che la crescita della competitività e della produttività, che contraddistingue le economie che galoppano di più nel mercato globale, è largamente dovuta ad uno stretto rapporto tra l’innovazione e i servizi.

Lo ripeto: gli imprenditori e le imprese dei servizi sono grandi risorse â€" e per di più largamente inesplorate â€" del nostro Paese. Rimettere in moto il Paese significa - dunque e anzitutto -  investire in queste imprese e per queste imprese.

Ecco, è questo l’investimento che chiediamo alla politica:  mettere al centro dell’agenda dei lavori per la prossima legislatura la questione delle imprese del terziario come una grande opportunità di competitività e di crescita per l’intero sistema-Paese.

Naturalmente, le risorse vanno sempre coltivate e le opportunità non vanno mai date per scontate.

E proprio il turismo ne è la riprova più lampante.

Quel turismo che, nel suo “Rischi fataliâ€�,  l’amico Ministro Giulio Tremonti ha segnalato, insieme “al primo patrimonio artistico-culturale del pianetaâ€�,  tra le ragioni di forza dell’Italia, “perché â€" scrive â€" nel 2004 siamo ancora e comunque tra i primi 4 Paesi al mondo per introiti turisticiâ€�.

Certo â€" caro Giulio - abbiamo un patrimonio  straordinario, unico ed irripetibile, costituito dalla identità storica, culturale, ambientale dell’Italia. Abbiamo una tradizione di ospitalità fondata sulla tipicità e sulla qualità dello “stile di vitaâ€� italiano.

Eppure â€" nonostante tutto ciò â€" la crisi si è fatta sentire e la competizione di vecchie e nuove mete è divenuta incalzante.

Ma questa competizione può essere affrontata e vinta.

Può essere affrontata e vinta: rendendo economicamente più vantaggiosa l’accessibilità della destinazione Italia; realizzando le infrastrutture â€" stradali, portuali e aeroportuali â€" funzionali alla valorizzazione dell’offerta turistica del nostro Paese; promuovendo, nei principali mercati esteri, l’identità e la qualità del turismo italiano, attraverso il coordinamento dell’impegno delle agenzie pubbliche ad ogni livello e cercando di massimizzare la capacità d’impatto delle risorse pubbliche e private; rendendo più competitiva la nostra offerta, anche intervenendo sulla struttura delle aliquote IVA del settore; affrontando la questione dei canoni demaniali, il cui aumento del 300% rischia di destabilizzare oltre ventimila imprese turistico-balneari.

Ancora: per affrontare e vincere la sfida della competizione, è proprio nei settori ad alta intensità di manodopera â€" come il turismo â€" che occorre ridurre il cuneo fiscale e contributivo sul costo del lavoro.

E’, dunque, certamente bene che i programmi preelettorali della Casa delle Libertà e dell’Unione insistano su questa esigenza.

Per parte nostra, pensiamo â€" però â€" che, nell’affrontare questo tema, occorra tanto determinazione, quanto realismo nell’individuazione delle risorse necessarie.

Realismo: sia per evitare che, ad elezioni concluse, all’entusiasmo faccia seguito la delusione; sia perché pensiamo che la riduzione del cuneo fiscale e contributivo non possa e non debba essere finanziata aumentando altre tasse e altri contributi.

Non possa e non debba essere finanziata, cioè, rimettendo in discussione quanto è stato fatto per ridurre le aliquote IRE o aumentando la contribuzione a carico del lavoro autonomo o inasprendo le aliquote IVA.

Non c’è, allora, che una soluzione: ridurre sì, ma  agendo â€" ai fini della “coperturaâ€� dei costi dell’operazione â€" sulla parte più improduttiva della spesa pubblica corrente e contrastando l’area dell’evasione.

La Vostra  Assemblea ha un efficacissimo titolo programmatico : “Il Turismo al centro delle politiche economiche nazionali�.

Al centro di queste politiche: a vantaggio non solo di uno specifico settore economico, ma dell’intero Paese, a partire dalle aree territoriali del Mezzogiorno.

Nella Premessa ad una recente ricerca di Confturismo su “Lo sviluppo delle destinazioni turistiche�, Bernabò parla di una domanda turistica “sempre più orientata a ricercare servizi territoriali integrati e tipicità locali�.

La tipicità â€" prosegue Bernabò â€" “del nostro prodotto turistico nella sua accezione più ampia, fatta di territorio, di eno-gastronomia, di gusto e di saporeâ€�.

C’è â€" in queste osservazioni dell’amico Bocca â€" tutta la consapevolezza della “complessitàâ€� della costruzione di un’offerta turistica che sia in grado di intercettare mutamenti profondi degli stili di vita e di consumo e delle ragioni competitive dei diversi mercati.

Una “complessitàâ€� che â€" sul piano del metodo â€" implica una nuova e più alta capacità di “governareâ€� la risorsa-turismo.

Senza dirigismi, certo; ma con la volontà di mettere in campo un progetto per il turismo italiano, che sappia tenere in rete imprese e territori, domanda ed offerta.

“Governando� la risorsa-turismo con un metodo “concertativo�, cioè con la condivisione di obiettivi strategici e di azioni conseguenti e, soprattutto, con un sistema di relazioni cooperative tra iniziativa privata e funzione pubblica.

Per fare, insomma, di questo Paese â€" come già qualche anno fa segnalava il Censis â€" un po’ meno un Paese-contenitore e un po’ più un sistema-Paese.

Per far leva â€" soprattutto in Italia â€" sul turismo, nell’ottica di un realistico rilancio dell’obiettivo di fondo della strategia di Lisbona, cioè quello di far divenire l’Europa “l’economia basata sulla conoscenza più competitiva e dinamica del mondo, in grado di realizzare una crescita economica sostenibile con nuovi e migliori posti di lavoro e una maggiore coesione socialeâ€�.

Ecco, la definizione dell’obiettivo di Lisbona contiene già tutti i tasselli di fondo di un progetto per il turismo italiano: centralità della conoscenza,  cioè delle esperienze e delle capacità alimentate dall’innovazione e dalla formazione; sostenibilità ambientale della crescita economica; creazione di occupazione qualificata; coesione sociale.

Per questo Confcommercio indica â€" tra i grandi obiettivi di un Patto bipartisan per la prossima legislatura â€" “il riconoscimento politico della centralità delle scelte per la competitività del turismo italiano come straordinaria occasione di sviluppo economico e di crescita dell’occupazioneâ€�.

Per questo pensiamo che un simile  riconoscimento politico richieda anche scelte chiare e coraggiose per una coordinata governance di livello nazionale del settore.

Sono domande, sono richieste che poniamo alla politica: dell’uno e dell’altro schieramento.

E tanto più riteniamo di doverlo fare a fronte dell’attenzione, di cui non possiamo che rallegrarci, riservata al turismo dai programmi elettorali  dell’uno e dell’altro schieramento.

Per valutare le risposte con l’autonomia di chi sa di rappresentare non solo legittimi interessi, ma anche di interpretare buone ragioni di interesse generale.

Con l’autonomia, ma anche con la non neutralità di chi ritiene che sia proprio diritto, ma anche proprio dovere valutare la congruità delle risposte e, soprattutto, la coerenza delle scelte.

Perché è questo il modo migliore per rendere concreta â€" a vantaggio delle imprese e del Paese â€" la nostra missione di rappresentanza: la missione di Federalberghi, la missione di Confturismo, la missione di Confcommercio.

Grazie e buon lavoro.

 

 

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