60mo Ascom Confcommercio Napoli

60mo Ascom Confcommercio Napoli

Napoli, 12 novembre 2006

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12 novembre 2006
Autorità, cari amici ed amiche, signore e signori,

Autorità, cari amici ed amiche, signore e signori,

desidero innanzitutto ringraziare il mio amico Maurizio Maddaloni, che, come Vice Presidente Nazionale Confcommercio mi affianca e mi sostiene con il suo apporto, che si sta rivelando, ma non avevo dubbi - avendolo già dimostrato alla guida della associazione di Napoli - prezioso.

E a lui va il mio ringraziamento per avermi dato la possibilità di condividere con tutti voi questo momento così importante per l’Ascom Confcommercio di Napoli, il Sessantennale della sua fondazione.

Innanzitutto perché lo spirito di questa manifestazione è quello, al tempo stesso, di un festeggiamento e di una riflessione.

Di un festeggiamento perché non si può che festeggiare una organizzazione che da sessant’anni costituisce un punto di riferimento per gli operatori economici ed i cittadini della provincia.

Di una riflessione perché è l’occasione per discutere del ruolo del terziario e di progetti per il futuro, ma è anche l’occasione per fare il punto della situazione ed affrontare le difficoltà.

Sono le difficoltà che comporta lavorare e fare impresa in un Paese che sta giocando la partita della competitività, una sfida che può, e deve, essere vinta.

 Perché questo Paese, che oggi sta riprendendo a crescere, anche se ancora non abbastanza e non come gli altri Paesi, ha un potenziale enorme.

E’ il potenziale di quel tessuto fitto di Piccole e Medie Imprese che costituisce all’incirca il 95% del nostro sistema produttivo, e che racchiude energie e capacità imprenditoriali.

E’ un tessuto produttivo nel quale il terziario, in un anno difficile per l’economia come è stato il 2005, ha dimostrato un coraggioso dinamismo imprenditoriale testimoniato dal contributo che ha portato all’occupazione, “costruendo� ben 150 mila posti di lavoro.

Dunque queste imprese, le imprese del terziario, le imprese che Confcommercio rappresenta, sono una risorsa per l’intero Paese, ed al Paese noi abbiamo chiesto, nell’interesse comune, che questa risorsa venga “coltivata�: con l’attenzione dovuta, con politiche mirate, con una legislazione adeguata.

Costruendo per loro un contesto nel quale le potenzialità possano essere valorizzate, e non mortificate, che consenta di lavorare e di crescere senza doversi scontrare quotidianamente con mille difficoltà, in un contesto sereno e sicuro.

Un contesto che purtroppo non è sempre quello che vorremmo, e che rischia d peggiorare, anche, e soprattutto, proprio per l’impostazione di questa Finanziaria.

Confcommercio ha sempre sostenuto la necessità di risanare i conti pubblici non aumentando le entrate, ma tagliando le spese.

Le spese improduttive, però, gli sprechi, che certo non mancano e non, come sta accadendo, colpendo delle voci che sono fondamentali.

E invece, lo stesso Ministro dell’Interno Amato ha dovuto lamentare l’esiguità delle assegnazioni alla sicurezza e alla giustizia, affermando, preoccupato, che “ è difficile ottemperare alla giusta richiesta di assicurare più sicurezza, non solo a Napoli, ma all’intero Paese se poi le risorse diminuiscono�.

Perché quello della sicurezza - so di toccare un nervo scoperto, proprio qui, a Napoli e in questi giorni - è un problema non più rimandabile, che colpisce non solo i cittadini, ma le imprese e le nostre in particolare, le più esposte alla violenza e alla criminalità.

E purtroppo quello della criminalità non è il solo problema con cui si scontrano le imprese.

Chiunque gestisce un’ impresa sa quanto ancora c’è da fare per snellire la burocrazia, un costo vivo che va ad aggiungersi agli altri, e che rischia, paradossalmente, di appesantirsi proprio in virtù del processo di decentramento istituzionale che è stato intrapreso (e dal relativo moltiplicarsi dei centri di competenza), un processo che non può essere compiutamente realizzato senza una forte spinta alla semplificazione amministrativa.

Questo, “L’impresa di fare impresa�, sarà proprio uno dei temi che andremo ad affrontare, martedì prossimo, nel corso della nostra Assemblea Straordinaria convocata per protestare contro la Legge Finanziaria 2007 attualmente all’esame del Parlamento.

Una “Finanziaria da cancellare�, perché aumenta le tasse e tassa lo sviluppo, perché penalizza le imprese e non aiuta il paese.

Una finanziaria che colpisce il ceto medio produttivo, non prevede sufficienti misure per il rilancio della competitività, non crea le condizioni per la crescita dell’economia e la ripresa dei consumi.

Una finanziaria che non mantiene i principi di equità, rigore e sviluppo contenuti nel DPEF, il Documento di programmazione economica e Finanziaria.

Una finanziaria che non affronta i nodi strutturali del Paese, non riduce la spesa pubblica e aumenta le entrate.

Una finanziaria che ignora il terziario e le PMI, che contribuiscono al 65% del Pil e dell’occupazione.

Una finanziaria che fa “staccare� un assegno di circa 7 miliardi di euro alle nostre imprese tra aumenti di contributi previdenziali, incremento del gettito degli studi di settore, trasferimento di flussi del TFR all’INPS.

Una finanziaria che colpisce il turismo con la tassa di soggiorno.

Una finanziaria che sancisce la fine della concertazione.

Insomma, una Finanziaria che nonostante le buone intenzioni enunciate, rischia di riproporre la logica della politica dei due tempi: prima il risanamento della finanza pubblica e poi, forse, l’impegno per la crescita e lo sviluppo.

Ma di crescita e sviluppo il nostro Paese ha bisogno oggi.

E per raggiungere questo obiettivo - non mi stancherò mai di ripeterlo - bisogna puntare sulle risorse delle imprese del commercio, del turismo, dei servizi, dei trasporti, un sistema imprenditoriale che sta resistendo â€" fin ora con le proprie forze, ma ancora per quanto? E come? â€" fra crisi dei consumi, tasse, burocrazia e un contesto ambientale sicuramente difficile.

Bisogna quindi che ognuno faccia la propria parte.

Noi, le nostre associazioni, l’Ascom Confcommercio lo stiamo facendo, e non da oggi, come dimostra il fatto che siamo qui a festeggiare sessanta anni di attività.

Grazie.

 

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