61a Assemblea Ascom Piacenza

61a Assemblea Ascom Piacenza

Piacenza, 19 gennaio 2007

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19 gennaio 2007
Autorità, cari amici ed amiche, signore e signori,

Autorità, cari amici ed amiche, signore e signori,

desidero innanzitutto ringraziare il mio amico Francesco Meazza per avermi invitato a partecipare alla vostra Assemblea. E’ un’occasione propizia, visto che è la mia prima “uscita� dell’anno appena iniziato, per un rapido bilancio del 2006 e per uno sguardo prospettico su quanto ci attende in questo 2007.

Ci siamo lasciati alle spalle un anno che, per i settori che rappresentiamo, si è concluso leggermente meglio di come si era trascinato. Penso alla leggera ripresa dei consumi di Natale, ma anche e soprattutto alla firma del protocollo sugli studi di settore, che speriamo abbia messo definitivamente la parola fine su quella che abbiamo definito “concertazione strabicaâ€�. Ovvero quell’atteggiamento autolesionistico del Governo, che per un certo periodo ha probabilmente pensato di poter fare a meno del contributo fattivo della stragrande maggioranza del mondo economico e produttivo. Staremo a vedere â€" fiduciosi, ma cauti - se il documento che abbiamo firmato insieme al ministro Bersani e al viceministro Visco rappresenterà un punto di svolta. Intanto, però, non possiamo fare a meno di notare che è quel modo di fare â€" o meglio di non fare â€" concertazione che ha prodotto una Finanziaria sbagliata. E’ una manovra che si è affidata alla logica del ricorso alle entrate aggiuntive, all’aumento della pressione fiscale e contributiva piuttosto che â€" come si doveva â€" sui risparmi di spesa. Il risultato, alla fine, è stato quello di penalizzare fortemente il lavoro autonomo ed il terziario, proprio quelle imprese sulle quali si dovrebbe invece puntare per il rilancio e lo sviluppo economico del Paese.

Ma veniamo all’oggi, a questo 2007 che il presidente Prodi ha annunciato come “l’anno della svoltaâ€�. Lo speriamo e lavoreremo per questo, convinti che comunque una svolta ci dovrà essere. Ci sono segnali di ripresa, è vero, ma è anche vero che dovremo fare i conti con una pressione fiscale che sfiorerà il 43% del Pil e con un rallentamento della crescita rispetto al 2006. Il nostro Centro Studi ci dice che l’incremento del Pil si fermerà all’1,2% e che i consumi cresceranno dello 0,8%. Non è la calma piatta dell’ultimo biennio, insomma, ma non c’è certo da scendere in strada a festeggiare. Il perché è presto detto: non ci sono segnali di un cambiamento sostanziale dell’atteggiamento delle famiglie italiane, che ormai da alcuni anni alternano momenti in cui si comportano da formiche ad altri in cui si atteggiano â€" assai relativamente, peraltro â€" a cicale.

E come potrebbero comportarsi altrimenti, mi domando, se c’è incertezza sulle prospettive di sviluppo del Paese? Se la pressione fiscale è in generalizzato aumento? Se il costo dei servizi di pubblica utilità, soprattutto quelli locali, continua a crescere?

Insomma, qui c’è veramente bisogno di rimboccarsi le maniche e soprattutto di dare al Paese quelle riforme su cui non si può più tergiversare. A cominciare dalle liberalizzazioni: se in Italia non si riesce a far ripartire davvero i consumi è perché una parte dei soldi degli italiani è sempre più destinata alle spese cosiddette incomprimibili, come luce, gas, trasporti e assicurazioni. Sono quegli anelli superiori della catena dove le liberalizzazioni non hanno ancora attecchito, mentre il commercio â€" come ha avuto modo di riconoscere lo stesso ministro Bersani in occasione della nostra ultima Assemblea generale - è liberalizzato dal 1998. Non è cercando di garantire agli utenti qualche taxi in più nelle nostre città che si può pensare di risolvere un problema di queste dimensioni. Qualunque intervento che possa portare ad una maggiore apertura del mercato â€" è bene specificarlo â€" ci trova assolutamente d’accordo. Ci auguriamo soprattutto che prenda corpo il proposito annunciato dal presidente del Consiglio di semplificare la nostra mastodontica burocrazia. Perché non è proprio possibile che le imprese, come abbiamo documentato insieme al Censis in occasione della nostra Assemblea straordinaria del novembre scorso, si trovino costrette a sostenere un costo di oltre 8 miliardi l’anno per adempimenti amministrativi e burocratici. Non è proprio possibile che “fare impresaâ€� sia sempre più un’impresa. Anche su questo terreno è opportuno che il Governo rammenti la necessità del metodo del confronto con le imprese e la necessità della distinzione â€" proprio sulla base del protocollo d’intesa siglato a dicembre - tra semplificazioni amministrative e strumenti di programmazione. Perché le semplificazioni vanno perseguite, ma gli strumenti di programmazione vanno tutelati nell’interesse sia delle imprese che dei consumatori.

Un’altra riforma ineludibile è quelle delle pensioni. La nostra posizione è chiara: auspichiamo il mantenimento dello scalone della riforma Maroni. E se verranno messi in discussione i risparmi che questa misura garantisce, bisognerà necessariamente assicurare in altro modo il medesimo risparmio di spesa. In linea generale, quello che mi sembra mancare è una proposta chiara, che sappia davvero coniugare la sostenibilità finanziaria del sistema previdenziale e l’equità tra generazioni.

E’ giusto incentivare la permanenza al lavoro, ma è altrettanto giusto disincentivare l’accesso al trattamento pensionistico prima dei 60 anni.

Sono posizioni, queste, che ci sentiamo di difendere con determinazione, forti della rinnovata coesione della nostra Confederazione che ha davvero ripreso ad operare â€" come avevo auspicato all’inizio del mio mandato â€" all’insegna della partecipazione, della trasparenza e di una sempre più spiccata attenzione al territorio.

Confcommercio sta vivendo una nuova stagione, e in questa nuova stagione, ricca di cambiamenti, vi sono molte cose da fare e molti obiettivi da raggiungere. Il prossimo banco di prova sarà la Borsa internazionale del turismo a Milano, dove Confcommercio e Confturismo si presenteranno con una partecipazione più forte ed incisiva rispetto al recente passato. A marzo, poi, si riproporrà il tradizionale appuntamento con il Forum di Cernobbio, mentre più in là nell’anno organizzeremo alcuni importanti convegni su questioni sempre “calde� come l’energia, il rapporto tra fisco e pmi, il costo della criminalità.

Grazie

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