Mercato del lavoro, "non sorprende lo stop all'occupazione"

Mercato del lavoro, "non sorprende lo stop all'occupazione"

L'Istat registra 444mila occupati in meno rispetto a dicembre 2019. La disoccupazione colpisce soprattutto le donne e coinvolge sia i dipendenti che gli autonomi. 

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1 febbraio 2021

Sulla base dei dati provvisori rilevati dall'Istat, l'occupazione torna a diminuire, interrompendo il trend positivo registrato tra luglio e novembre, che aveva portato ad un recupero di 220mila occupati. Per il mese di dicembre, invece, si registra un calo dello 0,4%, con 444mila occupati in meno rispetto allo stesso mese dell'anno precedente. I lavoratori più colpiti sono le donne, ma anche i lavoratori sia dipendenti sia autonomi di tutte le classi d'età, con l'unica eccezione degli ultracinquantenni. Il livello di occupazione nel trimestre ottobre-dicembre 2020, nonostante i dati negativi dell'ultimo mese, è superiore dello 0,2% rispetto al trimestre precedente (luglio-settembre 2020), con un aumento di 53mila unità.

L'Istat segnala un'inversione di tendenza anche per la disoccupazione che, dopo quattro mesi in calo, torna a crescere fino al 9%. Particolarmente colpiti i giovani che raggiungono +29,7%. Il totale dei disoccupati è di 2 milioni 257mila, con un aumento di 34mila unità su novembre e un calo di 222mila rispetto a dicembre 2019. I dati risentono del largo utilizzo della cassa integrazione, del blocco dei licenziamenti e dall'uscita dal mercato del lavoro delle persone che hanno perso la fiducia nella possibilità di trovare un nuovo impiego. Gli inattivi raggiungono quota 13 milioni 759mila e crescono del 3,6% rispetto all'anno precedente.

La pandemia e la crisi economica colpiscono anche l'occupazione indipendente: a dicembre si registra un calo di 79mila unità rispetto a novembre 2020. Anche il lavoro dipendente crolla e termina con 393mila occupati in meno, mentre i dipendenti permanenti crescono con 158mila persone al lavoro rispetto al mese di dicembre del 2019. Quest'ultimo dato è legato al blocco dei licenziamenti ed all'uso massiccio della cassa integrazione.

 

Confcommercio: "non sorprende lo stop all'occupazione"

L'Ufficio Studi Confcommercio ha commentato i dati Istat su occupati e disoccupati a dicembre.  "Non sorprende l’interruzione a dicembre del processo di graduale recupero dei livelli occupazionali iniziato in estate. Le restrizioni allo svolgimento di molte attività e la conseguente caduta produttiva hanno pienamente manifestato gli effetti sul mercato del lavoro in un mese in cui l’avvio della stagione invernale e le festività di fine anno generano occasioni per i lavoratori stagionali. Si sono persi la metà dei posti di lavoro creati tra luglio e novembre e il valore assoluto della riduzione (101mila unità), se si prescinde da marzo e aprile 2020, è il più grave da gennaio 2013".

"Inoltre - prosegue l'Ufficio Studi - il calo interessa tutti i segmenti dell’occupazione e quest’evidenza indica una debolezza da non sottovalutare per formulare previsioni attendibili sulla crescita del 2021, a oggi ancora ottimistiche nei documenti del governo".

"Guardando all’intero 2020, oltre alla contrazione del numero di dipendenti a termine (-365mila unità) e dei lavoratori autonomi (-162mila) - conclude la nota - colpisce la fuga verso l’inattività (+539mila persone tra i 15 ed i 64 anni), determinata per quasi il 76% da persone tra i 15 ed i 49 anni (51% se ci si concentra sul segmento 25-49 anni, il più orientato al lavoro)".

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