A Firenze la prima edizione del Festival dell'economia civile

A Firenze la prima edizione del Festival dell'economia civile

A Palazzo Vecchio oltre 80 testimonial italiani e internazionali hanno dato voce alle tante espressioni di una società civile in movimento. Di Dio: "dobbiamo passare dalla cultura del quanto costa a quella del quanto vale". Colzani: "rafforzare il rapporto che il mondo delle imprese ha con il proprio territorio".

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29 marzo 2019

Nel Salone dei Cinquecento di Palazzo Vecchio a Firenze si è tenuto il primo Festival Nazionale dell'economia civile. Ideato da Federcasse e organizzato da Next-Nuova Economia per Tutti e Sec-Scuola di economia civile, il Festival ha visto la partecipazione di oltre 80 testimonial italiani e internazionali, dando voce alle tante espressioni di una società civile in movimento, con uno sguardo particolare rivolto ai giovani, alle loro ambizioni e ai loro progetti. Spazio anche agli imprenditori che creano valore sostenibile, alle comunità che mettono in pratica esperienze cooperative e partecipative oltre che di generare sviluppo. "Dobbiamo passare da una cultura del quanto costa a quella del quanto vale", ha detto nel suo intervento Patrizia Di Dio, presidente del gruppo Terziario Donna di Confcommercio, che ha poi presentato il decalogo realizzato dall'associazioneì spiegando che "la società cambia, l'economia si muove e noi dobbiamo stare dentro a questo cambiamento. Se la realtà non ci piace dobbiamo essere noi a cambiarla, mettendo al centro benessere, umanesimo, bellezza cultura e arte. Vogliamo progresso, ma senza lasciare indietro nessuno". Da parte sua  Andrea Colzani, presidente dei Giovani Imprenditori di Confcommercio, ha sottolineato che "l'impresa è di per sé già un impegno sociale, visto che fare impresa è mettersi in relazione con altri soggetti, al di là della propria idea imprenditoriale. Il mondo del terziario, che sia una bottega tradizionale o una startup, deve rappresentare il luogo. È quindi molto importante rafforzare il rapporto che il mondo delle imprese ha con il proprio territorio". "Vedo molto positivamente la situazione italiana. Parte del capitale urbano – ha precisto – ci porta a rigenerare anche la situazione umana. I luoghi dove noi operiamo, infatti, esprimono sempre più una qualità maggiore dei nostri beni, che ci viene riconosciuta anche a livello internazionale".

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