A Napoli ultima tappa di "negozio sicuro"

A Napoli ultima tappa di "negozio sicuro"

Giù il sipario sull'iniziativa realizzata da Confcommercio in collaborazione con il Ministero dell'Interno-Dipartimento della Pubblica Sicurezza nell'ambito del Programma Operativo Nazionale "Sicurezza per lo sviluppo del Mezzogiorno d'Italia".

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21 novembre 2005

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A Napoli evento di chiusura per il progetto "negozio sicuro"

Il vicepresidente di Confcommercio Maurizio Maddaloni, nel corso di un incontro con il Prefetto Luciano Rosini del Dipartimento di Pubblica Sicurezza del Ministero dell'Interno e il Prefetto di Napoli Renato Profili, ha chiuso oggi a Napoli l'iniziativa "Negozio sicuro - diffusione della legalità per lo sviluppo del commercio", realizzata da Confcommercio in collaborazione con il Ministero dell'Interno - Dipartimento della Pubblica Sicurezza. L'iniziativa, che si inserisce nell'ambito del Programma Operativo Nazionale "Sicurezza per lo sviluppo del Mezzogiorno d'Italia", è nata per dare risposte concrete alle esigenze di legalità e sicurezza delle strutture commerciali attraverso uno strumento, un manuale, contenente nozioni, riferimenti e suggerimenti per difendersi dai fenomeni di micro-criminalità e diffondere, al tempo stesso, la conoscenza delle moderne tecnologie e della normativa in materia. Positivo il bilancio dell'iniziativa che, dal 2003 ad oggi, ha toccato le 30 province delle sei regioni Obiettivo 1 individuate dal Fondo Sociale Europeo (Campania, Basilicata, Puglia, Calabria, Sicilia e Sardegna) distribuendo oltre 600mila copie del manuale "Negozio Sicuro" – consultabile sul sito www.confcommercio.it - e realizzando numerosi momenti di confronto con le istituzioni, le forze dell'ordine, le imprese per discutere e approfondire le tematiche riguardanti la sicurezza. Per il vicepresidente di Confcommercio e presidente dell'Ascom di Napoli, Maurizio Maddaloni: "Gli obiettivi delle misure previste nelle sei regioni del Mezzogiorno incluse nell'obiettivo 1 dell'Unione Europea, con la responsabilità del Ministero degli Interni e attraverso la sinergia delle Forze dell'Ordine e di un vasto partenariato sociale, istituzionale, economico, sia a livello centrale che locale, sono quelli di realizzare – fra l'altro – un'azione di recupero e di diffusione della cultura della legalità, quale condizione indispensabile per il rafforzamento della sicurezza. In questo impegno non possono certo sottrarsi e non lo fanno i commercianti e le aziende del terziario. Si tratta quindi – aggiunge il presidente Maddaloni - di un'azione congiunta con interventi mirati a rafforzare gli strumenti e la capacità d'intervento e di prevenzione ed a veicolare la cultura della legalità anche attraverso l'attivazione di progetti pilota in grado di promuovere un'azione endogena che coinvolga forze istituzionali ed imprenditoriali".

Per il responsabile Confcommercio del progetto, Andrea Colucci: "Con la nostra iniziativa abbiamo voluto rendere più forte e consapevole la risposta degli operatori del commercio al fenomeno della cosiddetta microcriminalità, rafforzando visibilmente la conoscenza reciproca e la collaborazione tra le Forze dell'Ordine presenti sul territorio e gli imprenditori. Alla luce di questa recente esperienza, abbiamo raggiunto l'obiettivo di colmare questa distanza. Infatti, l'appello "non lasciateci soli" lanciato dal Presidente Billè a Sassari nel momento iniziale di questo Road Show si è concretizzato. E' evidente che ora dobbiamo indirizzare i nostri sforzi anche alla formazione in tema di sicurezza per le imprese".

"Da Napoli in giù – ha affermato da parte sua Tano Grasso, consulente del Comune

partenopeo per le questioni del racket - gli imprenditori si devono confrontare con il condizionamento mafioso. Di questa realtà non c''è un'adeguata consapevolezza a livello nazionale, e anche a livello politico si guarda al fenomeno come se fosse un problema di qualche sfigato e non una realtà che investe un quarto del territorio nazional".

Il prefetto di Napoli, Renato Profili, ha posto come condizione necessaria la volontà dei commercianti di  ribellarsi al racket e di non cedere all'usura, malgrado la reticenza del sistema bancario a concedere prestiti: "dobbiamo combattere contro la camorra, le banche e la burocrazia. Riguardo le banche, lo scorso luglio abbiamo stipulato un patto

con gli istituti, per accelerare l'accesso al credito. Non è possibile che per un mutuo o per un fido bisogna aspettare mesi. La situazione delle denunce sta cambiando: nel 2001 se ne contavano 50/60, nel 2004 siamo arrivati a 533, se non c'è collaborazione da parte dell'operatore commerciale non scopriremo mai il racket, gli esercenti sono i protagonisti. Contro la criminalità comune non si può non prendere atto delle iniziative del protocollo 'Negozio Sicuro', i commercianti devono capire quanto sono importanti questi dispositivi".

Per il questore di Napoli, Oscar Fiorolli, "è importante il lavoro delle associazioni antiracket, con risultati evidenti, come le denunce dei commercianti. Cerchiamo di non coinvolgerli in prima persona nelle attività di denuncia e questo li protegge da eventuali ritorsioni. I cittadini devono capire che la camorra è un danno, incide sulla ricchezza, se i commercianti sanno reagire, noi siamo pronti ad intervenire".

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