A Treviso quarto anno di crisi piena

A Treviso quarto anno di crisi piena

Dai dati dell'Osservatorio sui consumi e sui consumatori di Confcommercio Treviso emerge che il Natale 2011 è stato il peggiore dal momento dell'inizio della crisi e che l'anno che si è chiuso è stato il più duro della crisi economica.

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31 gennaio 2011

Sensazioni confermate: il Natale 2011 è stato il peggiore dal momento dell'inizio della crisi e l'anno si è chiuso confermandosi come quello più duro della crisi economica, ed il 2012 di certo non si apre sotto i migliori auspici. A sottolinearlo sono i dati dell'Osservatorio sui consumi e sui consumatori di Confcommercio Treviso, che è giunto al quarto anno di attività e che, trimestre dopo trimestre, quantifica il "peso" della crisi nel terziario della Marca trevigiana, limando sempre più le interviste ed il campione di imprenditori. Ben otto i segmenti merceologici analizzati: alimentare, moda, carburanti, prodotti per la casa, ristorazione, turismo, pubblici esercizi e grossisti, per un campione di oltre 150 imprenditori ed altrettanti consumatori selezionati nei negozi di Treviso e Montebelluna. I risultati non lasciano né dubbi né spiragli: siamo in piena recessione. Si erodono i risparmi, le vendite e l'occupazione calano, si rimandano gli acquisti importanti, si riducono le occasioni di uscita fuori casa, si compra di meno in tutti i settori, e soprattutto con più attenzione e spirito di confronto dei prezzi. Non mancano le preoccupazioni inflazionistiche perché aumentano i prezzi in acquisto. Unanime anche il giudizio sulla manovra di fine anno "Salva Italia": la limitazione all'uso del contante penalizzerà con certezza lo shopping, visto e considerato che le banche non diminuiscono le commissioni sui pagamenti elettronici, la liberalizzazione degli orari del commercio non potrà far altro che inasprire le tensioni e diminuire i fatturati, il malessere persiste perché ancora non si vedono atteggiamenti di coerenza sulla volontà di rilanciare seriamente i consumi interni, di tagliare le spese inutili ed i costi della politica.n "Insomma - conferma il presidente di Unascom-Confcommercio Guido Pomini - pur nella sua prevedibilità, il bilancio di fine anno non quadra, da nessun punto di vista. E se le piccole e medie imprese del terziario, supportate dal sistema di rappresentanza, stanno dando una prova di maturità inconfutabile e senza pari, manca ancora, nello scenario, una visione generalee coesa che esprima coerentemente la sensazione che i "sacrifici siano davvero per tutti" e non per i soliti che pagano. A cominciare dalle liberalizzazioni, imposte dall'alto, sull' onda della moda europeista, come una necessaria spinta alla modernizzazione ma in realtà prive di confronti concreti con altri paesi evoluti, totalmente disancorate dalle reali esigenze del territorio, del mercato e dei consumatori. A minare l'auspicata e necessaria coesione contribuisce anche la lotta all'evasione fiscale, che ripercorre in modo stereotipato fatti e storie già visti, come in un brutto dejà-vu, e che è frutto di un sistema fiscale drenante ancora in attesa di un serio, concreto e sano ripensamento, che consideri veramente la piccola impresa del commercio e del terziario come una risorsa importante per il tessuto sociale, economico ed occupazionale del nostro territorio, e non solo come un'anomalia da sorvegliare e colpire". Questo il dato concreto sulle vendite. Esiste, per fortuna, nel mercato, anche la componente emotiva ed irrazionale: largo dunque alle speranze, per un 2012 che ci traghetti fuori dalla crisi e ci proietti verso una ripresa fatta di idee, innovazione, sviluppo, creatività, passione, unico indicatore che ancora non ci stanno misurando, ma che, in realtà, sta tenendo in piedi il comparto.

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