Acadi: "a rischio le imprese dei giochi"

Acadi: "a rischio le imprese dei giochi"

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5 giugno 2020

"A un mese dalla fine del lockdown e dalla riapertura della maggior parte delle attività, il Governo tiene ancora chiuso il settore del gioco pubblico. E' quanto mai urgente che le autorità permettano al comparto di riaprire, ponendo fine al trattamento discriminatorio nei confronti delle 65.000 imprese sul territorio e dei 75.000 lavoratori che sono stati trattati come cittadini di serie B. Le aziende sono in crisi e aumentano i casi di disagio sociale, con moltissime attività che rischiano di non riuscire a riaprire e i lavoratori che sono in forte agitazione. Le manifestazioni sul territorio di questi giorni sono la dimostrazione che il comparto non può ulteriormente sopportare la mancanza di lavoro". Lo dichiara in una nota il presidente di Acadi-Confcommercio, Geronimo Cardia.

"La reiterata chiusura del comparto non solo risulta ormai incomprensibile sotto il profilo sanitario, considerati i protocolli di prevenzione già presentati che garantiscono lo svolgimento delle attività in sicurezza, ma crea le condizioni per un preoccupante ritorno del gioco illegale a tutti i livelli. In occasione della ripartenza del campionato di calcio in Italia e di altri eventi sportivi all'estero, la sospensione del gioco pubblico è infatti un favore a chi gestisce il gioco illegale sul nostro territorio. Il gioco pubblico garantisce la tutela dei giocatori e condizioni di consumo responsabile, assenti nelle offerte non regolamentate; oltre a questi imprescindibili obiettivi istituzionali, il riavvio delle attività permetterà la ripresa del gettito erariale dalle attività sospese, mediamente superiore ai 750 milioni di euro mensili, il cui contributo finanziario è evidente per il bilancio pubblico nella delicata contingenza che stiamo vivendo", conclude la nota.

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